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Weekly Song #53 – Ayrton



Le canzoni sono così: a volte giungono come dei mediocri brani musicali che invadono la nostra vita mentre pensiamo ad altro.
In altri casi invece sono come dei piccoli film, fatti di immagini e sensazioni da vivere mollando i freni.
Il brano Ayrton, interpretato dal compianto Lucio Dalla e immancabilmente protagonista della 53esima puntata di weekly song, appartiene alla seconda categoria.

In un video che ho trovato poco fa su youtube, il grande Lucio ricorda  il campione brasiliano scomparso il 21 marzo del 1994 con queste parole: « Ayrton Senna…ecco l’altro grande automobilista insieme a Tazio Nuvolari che ha colpito l’anima di chi lo vedeva correre. E questo ancor prima che incominciassero a parlarne i media.
Io l’ho conosciuto Ayrton, era veramente un uomo diverso, fuori da tutte le categorie, era un mistico. In corsa, in pista era un animale, una belva. Non aveva paura di niente, il diavolo sembrava uno svizzero al suo confronto.
Ma la cosa stupenda era che fuori dalla corsa era completamente diverso, era un uomo delle stelle, un uomo del cielo, un uomo di una bontà assoluta.
Quando era ancora vivo manteneva almeno 20  bambini di strada brasiliani, attraverso una fondazione di cui non ha mai parlato con nessuno.
E non era ricco, era uno dei pochi corridori “arrivati” con le vittorie, non con il denaro del padre. Poi chiaramente essendo il più grande di tutti più tardi sono arrivati anche i soldi, ma li ha spesi subito per mantenere chi non li aveva.
Io ero a Imola quando Ayrton morì, ne rimasi colpito… poi andai all’ospedale dove conoscevo l’anestesista che lo curava…
Dopo pochi giorni venne un tizio da me che non aveva mai scritto una canzone  (Paolo Montevecchi) e mi fece ascoltare un suo brano, così per sapere cosa ne pensavo…era cantata in italiano e in brasiliano.
La cosa incredibile era che lui non poteva sapere le cose che io sapevo su Ayrton! Quando andai in Brasile per alcuni concerti conoscendo bene la sorella e la madre di Ayton feci sentire loro la canzone. Non appena la sentirono si misero a piangere, era esattamente il linguaggio che molte volte Ayrton usava per raccontarsi.
Adesso quando la canto  pensate alla faccia di Ayrton…ma soprattutto pensate che il vero mistero dell’uomo è la vita… la morte è solo la fine del primo tempo. Il secondo tempo è l’eternità»

 

Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
e corro veloce per la mia strada
anche se non è più la stessa strada
anche se non è più la stessa cosa
anche se qui non ci sono piloti
anche se qui non ci sono bandiere
anche se qui non ci sono sigarette e birra
che pagano per continuare
per continuare poi che cosa
per sponsorizzare in realtà che cosa.
E come uomo io ci ho messo degli anni
a capire che la colpa era anche mia
a capire che ero stato un poco anch’io
e ho capito che era tutto finto
ho capito che un vincitore vale quanto un vinto
ho capito che la gente amava me
potevo fare qualcosa
dovevo cambiare qualche cosa.
E ho deciso una notte di maggio
in una terra di sognatori
ho deciso che toccava forse a me
e ho capito che Dio mi aveva dato
il potere di far tornare indietro il mondo
rimbalzando nella curva insieme a me
mi ha detto “chiudi gli occhi e riposa”
e io ho chiuso gli occhi.
Il mio nome è Ayrton e faccio il pilota
e corro veloce per la mia strada
anche se non è più la stessa strada
anche se non è più la stessa cosa
anche se qui non ci sono i piloti
anche se qui non ci sono bandiere
anche se forse non è servito a niente
tanto il circo cambierà città
tu mi hai detto “chiudi gli occhi e riposa”
e io adesso chiudo gli occhi…

 

fonte: canale youtube john58paul