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Stickering




Video di Maxim Pirsky

Le campagne di stickering – che radicano le proprie origini a New York dove attualmente sono la regola per i marchi di abbigliamento street – sono una delle soluzioni più economiche e innovative adottate per pubblicizzare un brand in modo intensivo e subliminale, per cercare di catturare l’attenzione di un target che nella maggior parte dei casi non sa neppure di essere tale.

Quando GOLD ha iniziato ad attaccare i suoi adesivi, nel nostro Paese si trattava ancora di una pratica davvero molto rara: è solo negli ultimi tempi, infatti, che il numero di gold sticker che tappezzano le vie delle principali città italiane è aumentato in maniera notevole.

Per GOLD lo stickering è un modo di farsi conoscere, che si ricollega alla mentalità dei graffiti e quindi all’underground, ma è anche un gioco, rivolto in particolare a chi era, o è tuttora, fuori dal mondo del writing e dei nuovi linguaggi espressivi.

È una forma di autopromozione rapida e incentrata sull’immagine, talvolta considerata una sotto categoria dell’arte postmoderna, il cui obiettivo è ottenere visibilità inducendo l’osservatore a ricordare il segno, il logo e, di conseguenza, il messaggio da esso veicolato.

Parafrasando un linguaggio che ci appartiene sempre più, possiamo dire che GOLD ha cominciato a combattere quando nessuno lo faceva, ha iniziato la sua guerriglia per scuotere l’immobilità del contesto fiorentino, facendosi portavoce di nuove strategie di diffusione e di conquista del mercato, che si allontanano da quelle tradizionali e che sembrano raggiungere il target in modo più efficace, divertente e innovativo. Si tratta di nuovi codici comunicativi che suscitano curiosità e destano sorpresa riuscendo a stimolare più della pubblicità classica.

Il passo evolutivo compiuto da GOLD, è stato dare allo sticker una dimensione interattiva, grazie a un’app studiata e realizzata per trasportare l’utente in una realtà aumentata, attraverso la visualizzazione di uno speciale adesivo attaccato nei luoghi più underground della città: l’app GOLD AR.

Foto di Carlo “Roptxe” Gagliardi
Foto di copertina di Alessandro “Zuek” Simonetti