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L’ignorante 1.3 La rivoluzione umana ogni giorno



La perfezione non esiste. Certo. Figuriamoci nell’amicizia. Certo.

E’ molto facile però confondere l’amicizia con altro. Sicuro.

La questione è sottile, il confine ancora di più.

Forse sono un po’ paranoico per quanto riguarda il lavorare su se stessi per cambiare il mondo, ma penso realmente che sia l’unica strada possibile per realizzare un cambiamento concreto e sociale.

Daisaku Ikeda, filosofo giapponese e presidente della Soka Gakkai apre il suo romanzo “La rivoluzione Umana” così:

“ La rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità».

A parte l’essere più o meno d’accordo con lui, è innegabile che ci sia un legame tra il proprio comportamento nella vita e il risultato nella società. Il sistema siamo noi. Lo facciamo noi.

E non importa quanto crediamo che non sia così, perché è innegabile anche quanto una parola, a volte, possa spostare gli equilibri di interi gruppi di persone o addirittura di nazioni.

In piccolo possiamo pensare al classico pettegolezzo all’interno della compagnia da Bar che distrugge legami creati in una vita. E’ la stessa cosa anche in grande.

L’ ossessione del lavorare su me stesso nasce sicuramente dagli errori fatti prima di trovare un equilibrio tra il volermi bene per quello che sono e il comportamento onesto con gli altri: E sicuramente anche dall’aver rischiato in prima persona di distruggere legami fondamentali della mia vita proprio per questo.

E pensare che le amicizie non avessero una forte influenza sulla mia vita era, ed è una cazzata gigantesca.

Non parlo della banalità della cattiva strada intrapresa per colpa di amici sbagliati, ma quella del non essere appieno veri con se stessi in relazione a chi ci troviamo accanto come amici.

Essere parte del branco (di cui ho già parlato) o essere se stessi fino in fondo?

Si può sempre scegliere. C’è sempre una scelta da poter fare.

Un uomo di pace non può circondarsi di persone di guerra.

E in questo caso guerra e pace indicano la propria posizione nei confronti della società civile.

Nient’altro che questo.

E’ inutile vestirsi di panni dei paladini della giustizia se la qualità della giustizia per cui ci battiamo non è fondata su Umanità, Solidarietà e Altruismo (volutamente maiuscole).

Ed è inutile battersi coraggiosamente e onestamente su un argomento per poi farlo in modo totalmente sbagliato su un altro.

Chi decide il giusto o lo sbagliato? L’etica personale.

Scindere il giusto dallo sbagliato è molto personale, ma l’onestà intellettuale nei confronti di se stessi fa la sua parte.

Non esiste l’onestà giusta o sbagliata, non esiste l’umanità giusta o sbagliata, come non esistono guerre giuste o sbagliate. In questi princìpi esiste solo una parte da prendere. Non può esserci democrazia, ma determinazione e fermezza in questo, io sono contro la guerra, senza se e senza ma.

Ed è così che a questo punto le amicizie determinano un ruolo importante nella vita di tutti i giorni, e anche in questo non può esserci democrazia.

E’ una selezione naturale, non si parla di “..a me piace il giallo, a te no allora muori..”

Si parla di valori universali: Onestà, rispetto, non violenza, solidarietà.

Se non li hai ad un certo punto della vita, ti vo in culo.

Sono un rivoluzionario di nascita, un incazzato di natura, chi mi conosce lo sa.

Ma ho lottato e lotto da una vita per direzionare la mia avversione e rabbia nei confronti di un fantomatico sistema in un canale positivo, per trasformare la rabbia in energia propositiva e non negativa volta solo a distruggere.

Rabbia interiore uguale vuoto esteriore.

E nel vuoto si sta male.

E’ come vivere in un cesso stretto ed esserne felici, solo per la paura di aprire la porta del cambiamento e uscire.

Non esiste democrazia, esiste una posizione da prendere che seppur scomoda è la mia.

L’ho presa già molto tempo fa e ogni giorno la rinnovo, con pazienza, coraggio e determinazione.

Io non sono come te. Non meglio, non peggio. Non è questo il punto.

Il punto è: Io sono io e te, sei te o me?

Augh.