Mentre Schettino sale in cattedra alla Sapienza, “dover lasciare il servizio operazioni perché vengo destinato a un ufficio di carattere amministrativo, mi fa riflettere sulla circostanza che questo Paese è storto, privo di riferimenti corretti in cui le persone rispondano per il ruolo e la responsabilità che hanno. Sono amareggiato e sto riflettendo su molte cose, comprese le stellette che porto addosso”. A parlare è Gregorio De Falco, il capitano di fregata noto ormai per la telefonata in cui intimava al comandante Schettino di tornare a bordo: “Torni a bordo, cazzo!”. In un’intervista a Repubblica, De Falco, che termina l’incarico nel settore operativo della Capitaneria di Livorno, fa sapere che a fine settembre sarà trasferito.
“Mi sono fatto l’idea che ci possa essere un collegamento col lavoro che ho fatto per il soccorso e forse nelle indagini. Queste conseguenze non sono coerenti con i riconoscimenti formali. Lo Stato su di me ha speso soldi per formarmi come responsabile del soccorso marittimo, responsabilità di cui mi sono fatto carico anche quando non mi competeva, come per esempio nella notte di Concordia” commenta De Falco. “Un anno fa non fui destinato ad alcun incarico di comando come invece è successo a tutti gli altri miei colleghi. Io non mi sono lamentato, ma ora il trasferimento è un’altra cosa”.
De Falco, quando la Costa Concordia colava a picco, era a capo della sezione operativa. Dal 2013 ha assunto l’incarico di caposervizio operazioni della Direzione Marittima di Livorno. Da poco, ha avuto notizia dal comandante Faraone che lascerà il servizio operazioni e sarà destinato a un ufficio amministrativo. «Sono abbastanza amareggiato, da dieci anni la mia ragione professionale è l’operativa, ma sono un militare», ha detto all’emittente toscana Granducato Tv.