Quello che sappiamo di questo giovane ragazzo, ex tecnico della Cia, è che è la “talpa” della più grande fuga di notizie dell’intelligence americana, quella che riguarda il sistema Prism, il programma di controllo delle comunicazioni lanciato dall’Agenzia di sicurezza nazionale Usa (NSA). Il suo nome è Edward Snowden ed è ancora sotto i nostri occhi l’intervista al Guardian con cui ha sacrificato la vita per difendere la privacy.
Il documentario Citizenfour, presentato all’Alice Tully Hall, al New York Film Festival, prima di arrivare nelle sale americane il 24 ottobre (in Italia ancora zero distribuzione), è ambientato tra il gennaio 2013 – quando Snowden è entrato in contatto con Poitras, rilasciando documenti segreti della National Security Agency – e il luglio scorso – per un ulteriore meeting tra Snowden, la regista e il giornalista inglese Glenn Greenwald.
Il doc-film sembra una nuova puntata di Jason Bourne, ma l’intrigo internazionale fa pensare ad una copertura diplomatica che può sventrare l’amministrazione Obama in un colpo.