Twin Peaks è la serie per eccellenza, quella che ha sancito la reale differenza fra le programmazioni a puntate di ieri e quelle di oggi, quella che ha risollevato la televisione moderna allontanandola da un destino fatto esclusivamente di politica e intrattenimento fine a se stesso. “I segreti di Twin Peaks” è una fiction scritta da Mark Frost e diretta da uno degli uomini più visionari e profondamente destabilizzanti del panorama cinematografico di tutti i tempi: David Lynch. Certo, il suo modo di inscenare i lati nascosti della mente umana può piacere o meno, ma non c’è alcun dubbio, nemmeno d’opinione, riguardo la sua assoluta genialità, in termini di scrittura, cura dei particolari e ricerca sull’inconscio. Twin Peaks, prodotta nel 1990 da una ABC in profonda crisi di audience, tratta delle vicende iniziate dopo il ritrovamento del cadavere di una bella adolescente di una cittadina fittizia al confine con il Canada. Ma la serie non può essere giudicata esclusivamente come un giallo: è surreale, comica, romantica e terrificante allo stesso tempo: questo mix di emozionanti elementi scossero già dalla prima puntata gli animi degli ancora poco pronti telespettatori dell’epoca. L’esperimento sembra esser piaciuto molto a Lynch e Frost, tanto da pensare di prolungare la serie non soltanto per la seconda stagione, ma anche per una terza. Tuttavia, fino a quel momento le produzioni longeve (a volte anche troppo) si concentravano esclusivamente nelle soap opera, nei polizieschi (vedi Miami Vice e Chips) e nei serial fantascientifici (ricordiamo i viaggi infiniti sull’Enterprise di Star Trek); La tv non aveva ancora ospitato fiction qualitativamente paragonabili a Twin Peaks, ed è per questo che una programmazione di lunga durata era improbabile in partenza. L’ABC, prima decise di rivelare il colpevole a metà della seconda stagione, una scelta coraggiosa, rischiosa e poco condivisa da autori e pubblico e, successivamente, visto il repentino e conseguente crollo degli ascolti, di non proseguire per una 3a. Tuttavia il genio di Lynch, non poteva concludere “normalmente” il suo primo esperimento televisivo: lasciando al mondo una fine, certamente poco chiara, ma efficace in relazione alle aspettative, rimanda i suoi più fidati followers ai 25 anni successivi, grazie ad un “Ci vediamo fra 25 anni” sussurrato all’agente Cooper da Laura Palmer in una delle ultime scene. Sorprendentemente, ma non troppo, arriva, nella coerente genialità di Lynch, la decisione di far resuscitare “I Segreti di Twin Peaks” esattamente 25 anni dopo quel sussurro, catapultando la inquieta e turbolenta cittadina americana nel secondo decennio degli anni 2000, un periodo in cui i palinsesti televisivi sono costellati da serie tv di grande spessore, che devono almeno in parte il loro successo alla serie cult dei primi anni ’90. Dunque, comprendendo la libertà in cui può adesso lavorare, il regista del Montana promette di non deludere più i suoi fan, con la produzione di un sequel studiato, tanto eccitante quanto inatteso. Gold ha voluto stilare 5 motivi per cui è NECESSARIO vedere la 3a stagione di Twin Peaks (e rivedere le prime due):
1. Per le musiche di Angelo Badalamenti
Twin Peaks è una piccola cittadina sorta in mezzo alle montagne fra lo stato di Washington e il Canada, caratterizzata principalmente da una angosciante e noiosa atmosfera: una segheria, un bar, un bordello ritenuto un tabù per la maggior parte degli abitanti, una stazione di polizia: questo mix significativo di atmosfere è pienamente disegnato dalle note non soltanto della sigla, ma anche del tema musicale che accompagna le 30 puntate, “Laura Palmer’s Theme”. Ascoltando quell’inquieta melodia si rivivono automaticamente le spiazzanti sensazioni che chi ha visto la serie conosce. La musica, è meticolosamente scritta e studiata in completa sintonia con gli autori e con i significati nascosti fra le puntate. Non è ancora sicuro che Badalamenti curerà nuovamente la colonna sonora della serie, ma noi lo speriamo avidamente!
2. Per la completezza di genere della serie
Classificare Twin Peaks in un genere ben definito, è impossibile! Certo, è un giallo che tratta principalmente delle indagini sull’omicidio di Laura Palmer, ma non solo. Sono inseriti attimi di completo e confusionale terrore, un gioco di luci, suoni e ombre che scuotono l’animo dello spettatore, scanditi da inaspettate scene comiche, da intrecci romantici tipici delle soap opera di quel tempo e da momenti importanti di fantascienza da “Incontri ravvicinati del III tipo. Questa grandiosa commistione di generi televisivi e cinematografici catturano tutte le tipologie di consumatori televisivi.
3. Per vedere di nuovo Lynch all’opera
La seconda stagione, per motivi principalmente legati alla produzione, non è stata interamente diretta da Frost e Lynch, e questo si nota chiaramente. Gli artisti si sa, hanno bisogno di libertà per esprimere il loro potenziale e probabilmente, in questa occasione, quella libertà gli sarà data. Vederli di nuovo all’opera in totale (o quasi) autonomia è uno dei motivi principali per vedere il sequel di Twin Peaks. Inoltre il panorama seriale odierno è profondamente cambiato, gli eccessi non sono più un tabù e gli autori, stavolta, hanno la possibilità di manifestare pienamente il loro genio. Vedremo!
4. Per rivedere la Twin Peaks del 2016
Gli autori hanno detto poco della nuova stagione, sia per mancanza di elementi reali, sia per lasciare un velo di mistero, ma quello che hanno assicurato è che gli anni sono passati per tutti, anche per gli abitanti della cittadina dello stato di Washington. Dunque rivedremo una Twin Peaks del nuovo millennio, probabilmente ancora bigotta ed eccessiva in ogni sua manifestazione, ma cambiata dal tempo. In 25 anni possono cambiare molte cose, soprattutto in un’epoca in cui tutto gira più velocemente, e sarebbe interessante ritrovare quegli antiquati paesani a confrontarsi con internet, smartphone, informazioni in tempo reale e trasporti super-veloci.
5. Per tutti gli interrogativi senza risposta
La serie, per come è costruita, si è conclusa in maniera coerente, ma nonostante ciò alcuni interrogativi sono rimasti aperti. Non voglio entrare nei particolari per non rovinare la festa a tutti quelli che vogliono iniziare questo viaggio catartico all’interno della serie, ma l’unico spoiler esposto in questa classifica, molto significativo per il contesto ma poco rispetto all’essenza della serie, è la frase che Laura Palmer dice all’agente Cooper nella Loggia Nera: “Ci rivediamo fra 25 anni”. Quella frase induce tutti gli appassionati della serie ad essere maniacalmente incuriositi da quello che potrebbe essere accaduto in questi anni e dal fatidico incontro dopo il quarto di secolo stabilito da Laura con l’agente Cooper.
Per chi non lo sapesse, nel 1992 era stato già creato un prequel, “Fuoco cammina con me”, che molti hanno visto senza aver nemmeno idea dell’esistenza di una serie tv: errore catastrofico! Molte sfumature del prequel sono spiegate nella serie e quindi diversi significati nascosti nel film non sono comprensibili senza aver visto la fiction. Per questo motivo “I segreti di Twin Peaks” va visto e rivisto, per essere una parte consapevole non soltanto della serie di per sé, ma anche di tutto ciò che la serie ha prodotto: una televisione complessa e studiata, sempre più vicina alle produzioni cinematografiche d’autore.