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Improvvisazione Teatrale: il match (Parte 1)



Impro

Il match d’improvvisazione teatrale è attualmente lo spettacolo teatrale comico più rappresentato al mondo, detta così la cosa può impressionare… ma in realtà il match è un mondo e come tutti i mondi ha le sue regole, i suoi spazi e i suoi rituali.

Ma cosa diavolo è un match d’improvvisazione teatrale?

Il Match è uno spettacolo che mischia il teatro con lo sport (l’hockey) prendendo dal primo i canoni e i generi recitativi e dal secondo la scenografia (il campo da hockey, chiamato “patinoire”), le maglie dei vari attori/giocatori e il “kit” dell’arbitro (maglia, fischio e il dischetto da gioco usato al posto della moneta nel calcio). Uno spettacolo teatrale con un arbitro? Esattamente! Un arbitro inflessibile che regola il gioco e ammonisce, due squadre che si sfidano a colpi di “manche” d’improvvisazione, un maestro di cerimonia che spiega al pubblico le varie fasi dello spettacolo e un musicista che crea l’atmosfera della piecè e scalda il pubblico.

arbitro

Come nello sport le due squadre entrano in campo e si “riscaldano” con piccoli esercizi teatrali davanti al pubblico.

Poi… come nello sport appunto parte l’inno del match.

Dopo l’inno inizia il match, l’arbitro estrae un cartoncino indicando alle squadre e al pubblico:

Tipo di improvvisazione: comparata se le squadre dovranno improvvisare in successione, mista se improvviseranno insieme.

Titolo: sconosciuto ai giocatori ed eventualmente proposto dal pubblico.
Numero dei giocatori: illimitato o imposto.

Categoria: lo stile può essere libero oppure in rima, cantato oppure alla maniera di Shakespeare, alla maniera della soap opera…

Durata: da 30 secondi a 20 minuti.

A questo punto le due squadre hanno 20 secondi di tempo per fare il “coaching”, ovvero decidere molto velocemente un’idea di partenza prima di entrare in scena. Naturalmente se l’improvvisazione è “mista” ovvero le due squadre improvvisano insieme, nessuno conosce l’idea dell’altra squadra e… il risultato spesso è quanto meno imprevedibile!

Sì, ma chi vince e come?

Il match d’improvvisazione teatrale è uno spettacolo democratico.

Se a teatro la bravura dell’attore è decretata dagli applausi del pubblico… nel match il pubblico è una vera e propria giuria che vota con un cartellino una delle due squadre, assegnando un punto per ogni singola improvvisazione. Attenzione: come detto prima l’arbitro può fischiare dei falli a una squadra o a un giocatore (fallo di fuori categoria, fallo di confusione, fallo di gioco ritardato ecc.) e ogni tre falli si assegnerà un punto alla squadra avversaria.

Attualmente ci sono associazioni che portano in scena i match in tutta Italia: da Firenze a Brescia, da Ischia a Varese, da Bologna a Lanciano. L’indice delle varie associazioni di riferimento è qua: www.matchdimprovvisazioneteatrale.it/chi-siamo

Vengono organizzati campionati locali (amatori e professionisti), match che mischiano squadre di attori di città differenti, raduni con attori/giocatori di tutta Italia, workshop teatrali specifici sui temi (dal monologo alla costruzione del personaggio).

Non avendo niente sul palco (scenografia, costumi, oggetti) tutto è “costruibile” purchè plausibile. Gli attori recitano, cantano, diventano oggetti di scena, si animano in mille modi differenti, ascoltano chi è in scena, cercando l’appeal per creare e portare avanti la storia. Usano la fantasia, la bravura mimica nel ricreare una scena in una particolare ambientazione (dal castello shakespeariano al pronto soccorso dell’ospedale di Chicago di ER), utilizzano accenti e dialetti più disparati, e cercano l’idea che nasce senza alcun tipo di copione.

Nella stessa sera si può essere catapultati in una favola Disney o in un film di Almodóvar, in una serata del festival di Sanremo o in una puntata dello Zecchino d’oro, in un dramma Pirandelliano o in una performance di teatro danza degna di Pina Bausch.

Nella stessa sera lo stesso attore può essere un boss cocainomane di un film di Tarantino, il protagonista di un romanzo di Liala, un samurai giapponese, un personaggio della commedia di De Filippo, un cantante di bossa nova o l’inviato speciale della televisione del dolore. Il tutto in chiave ironica, cercando di costruire improvvisando una storia credibile e… la risata da parte del pubblico!

Foto di: Fabio Poli