La galleria Glenda Cinquegrana: the Studio presenta Let Them Show Their Faces, una performance realizzata dal fotografo Aldo Soligno durante la fiera THE OTHERS, fiera sperimentale che si tiene nel spazio suggestivo delle ex carceri Le Nuove di Torino dal 6 al 9 novembre 2014, in contemporanea alla classica fiera del Lingotto, Artissima.
Da quando in Uganda lo scorso febbraio è passata la legge anti-gay tutto è cambiato: questa implica pene fino all’ergastolo per chi si macchia del reato di omosessualità. Dopo l’approvazione della legge, i principali tabloid del paese hanno pubblicato centinaia di fotografie di sospetti omosessuali sotto il titolo di “Impiccateli”. Per fare il contrappunto a questa campagna denigratoria, il fotografo Aldo Soligno ha chiesto agli attivisti LGBT ugandesi di posare in un’ideale galleria di ritratti, ma realizzati in contro luce, in modo che il loro volto restasse nell’ombra, per evitare il rischio della denuncia. Questi scatti rappresentano un duro atto d’accusa contro la politica discriminatoria del governo ugandese, di fronte alla quale non si può restare indifferenti.
Per mettere in rilievo la natura sociale di questo lavoro fotografico Aldo Soligno realizzerà una performance nella cella della galleria durante i giorni della fiera, coinvolgendo il pubblico, e invitandolo a farsi fotografare nello stesso modo. Questi scatti, stampati al momento, saranno consegnati ai visitatori e accompagnati dalla richiesta di distribuzione e di diffusione via social networks con l’hashtag #ShowYourFace.
Come dice il testo di Gigliola Foschi: Convinto, a ragione, che vedere non significhi necessariamente capire, egli trasforma gli spettatori in attori così da mettere in discussione la divisione tra noi e gli altri per innescare un processo di identificazione e comprensione.
Una chiamata in causa che non si limiti solo ad accettare di farsi fotografare come egli ha ritratto gli omosessuali ugandesi, ma che riesca a trasformare i visitatori in attivisti impegnati a diffondere ovunque tali ritratti come messaggi di libertà che ci riguardano da vicino.
Attraverso la richiesta della partecipazione attiva del pubblico, Aldo vuole in realtà dimostrare che il tema della diversità è una realtà che appartiene a tutti noi: il concetto stesso di identità implica quello di diversità. L’atto di mostrare il proprio ritratto non è solo un gesto di solidarietà verso la comunità LGBT ugandese, ma costituisce una forma di consapevolezza della necessità di riconoscere che l’identità, la propria e quella degli altri, è sempre una forma di diversità latu sensu. E che questa va costantemente rispettata. Perché un giorno, come dice lo stesso Soligno, ciascuno di noi potrebbe, per una coincidenza fatale, trovarsi dal lato sbagliato della barricata.
Nota a cura di Gigliola Foschi
Aldo Soligno. Nato nel 1983, è un talento emergente nella fotografia italiana di documentazione. Il suo occhio sofisticato per i paesaggi minimalisti ed il suo approccio al ritratto che richiama la pittura fiamminga diventano un inaspettato contrasto in relazione ai temi che sceglie di rappresentare. Dall’esplorazione del legame tra i media e la guerra nella Striscia di Gaza (Calati nel Piombo Fuso e A Scorching Summer) fino al più recente The Struggeling Life of Gay Community in Uganda, la sua abilità nel creare una profonda relazione con i suoi soggetti gli ha garantito numerosi premi. Le sue immagini sono state esposte in Italia e all’estero. Mostre collettive selezionate: Pride Photo Award, Amsterdam (2014); Giovane Fotografia Italiana #03, a cura di D. de Luigi, Fotografia Europea (2014); Fotogiornalismo e Reportage, a cura di S. Ferrari, Galleria Civica di Modena (2014); Arte in Contemporanea, a cura di G. Tassi, Galleria Mazzoli (2013); Special a cura di F. Maggia, Fondazione Fotografia di Modena (2012); Piombo Fuso, a cura di P. Riccardi MART, Rovereto (2010). Premi: Pride Photo Award (2014); Bando Special, Fondazione Fotografia Cassa di Risparmio di Modena (2011); Rovereto Immagine (2009).