Non lo conoscevo benissimo El Nigno, alias Nino Buscaino: sapevo che era siciliano di origine e che abitava a Empoli già da tempo.
Frequentava il centro sociale Intifada e le feste hip hop.
Era un mc, un rapper, appartenente alla crew Urban Being, uno di noi. Niente mainstream, Mtv o altro, solo passione e musica, jam e sane sfide di freestyle.
Proprio in un contest di freestyle l’avevo conosciuto, a Novoli davanti a un centinaio di persone il caso ci ha messo uno di fronte all’altro, uno contro l’altro. Sono quelle battle casarecce, sane e belle per questo, dove ci sta che capita di “sfottersi anche la mamma”. Niente di serio è, come fanno i bambini che giocano per strada. Alla fine di ogni sfida, in queste jam, ci si abbraccia e spesso si dice: “Cazzo fratello, hai spaccato, hai fatto il culo!”. Tra di noi (parlo per me almeno) non esistono haters o chissà quale dissing solo per far parlare di sè. Siamo come una piccola grande famiglia, dove più o meno ci si conosce tutti e c’è un affetto sincero che nasce da una passione comune.
In quel rispetto dell’abbraccio c’è un “volersi bene” che è la base fondamentale dell’hiphop. Il resto è paccottaglia buona per il marketing.
El Nigno aveva un bel flow, un cesto di rasta e rime positive. Ascoltate la sua voce in “Sogno Lucido mixtape: Sole“, questo mc aveva il Sud dentro. Quel Sud orgoglioso e mai ostentato a caso, il calore e il colore che va al di là dei luoghi comuni.
Poi ci eravamo rivisti in un altro contest di freestyle a Officina Giovani a Prato e l’avevo sentito successivamente sul palco live, aprire un concerto di Kaos One.
Poi come una doccia fredda, ti arriva la notizia: un incidente in autostrada, un tamponamento da parte di un signor nessuno che è scappato, per fortuna arrestato e denunciato. Omissione di soccorso, fuga e rifiuto di sottoporsi alla prova alcolemica.
E ogni altra parola che cerco mi sembra inutile e banale, triste come solo la morte di un ragazzo di 26 anni con il sole dentro può essere.
Un abbraccio e le più sentite condoglianze alla famiglia di Nino e ai suoi cari, da parte mia e tutta la redazione di Goldworld.