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“Il segreto del faraone” tre domande a Ben Stiller



Il 28 gennaio 2015 arriverà nelle sale italiane uno dei film per famiglie più attesi, anche perché l’ultimo con Robin Williams, morto suicida lo scorso agosto.

Distribuito da Twentieth Century Fox, Notte al museo 3 – Il segreto del faraone è il terzo capitolo della serie inaugurata nel 2006 da Una notte al museo e proseguita con Una notte al museo 2 – La fuga (2009).

Al timone, Shawn Levy. Protagonista, Ben Stiller, nei panni di Larry Daley, ex disoccupato ed ora guardiano notturno al Museo di Storia Naturale di New York dove, di notte, le creature e gli antichi prendono vita. Dal classico museo newyorchese ci spostiamo al British Museum.

Nel cast, nuovamente Owen Wilson, esploratore e scrittore Jedediah Smith, mentre Rami Malek è il faraone Ahkmenrah e Ben Kingsley suo padre.

Robin Williams interpreta il presidente americano Theodore Roosevelt. Mickey Rooney, scomparso anche lui, ha il ruolo di Gus, anziano ex-guardiano notturno del museo.

3 domande a Ben Stiller, da New York

Mr. Stiller, che cosa ha di innovativo Notte al museo 3 – Il segreto del faraone?

E’ l’ultimo capitolo della saga, il mio congedo, il mio addio. Non poteva durare in eterno ma con Hollywood chi lo sa… tutto può succedere, tra sequel e rifacimenti. Chi interpreterà il mio personaggio tra qualche anno? Via al totoscommesse. Il film, comunque, è un ritorno alle origini. Avrà meno personaggi e più invenzioni rispetto al sequel. Il cerchio si chiude e la tavola di Ahkmenrah, che rianima il museo, comincia a perdere il suo potere magico. E’ stato un privilegio poter lavorare con Sir Ben Kingsley, austero, da vero egizio, Rebel Wilson, con cui ho una scena romantica appassionata, e Dan Stevens, che qui interpreta Sir Lancelot, una rivelazione comica, io lo conoscevo per Cousin Matthew in Downtown Abbey.

Che cosa l’ha sorpresa del British Museum, dove si svolge l’azione?

C’è una scena girata richiamando le geometrie di M.C. Escher, con le scale che si confondono e sembrano interminabili. Anche nel secondo film il mio personaggio entrava in una fotografia, precisamente nello scatto a grandezza naturale del V-J Day a Times Square, firmato da Alfred Eisenstaedt nel ’45: Larry Daley e Amelia Earhart (Amy Adams) saltavano dentro la fotografia e finivano col perdere il cellulare sbattendo contro il giovane marinaio Joey Motorola. Poi il mio personaggio bacia l’infermiera che grida: “Chiamami!”. Ne vedrete di divertenti anche nel terzo episodio… E’ un fenomeno, questa trilogia. Ora al Museo di Storia Naturale di New York invitano i ragazzini delle scuole a trascorrere una notte al museo e a dormirci dentro, grazie al potere e al successo del nostro film. Wow.

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Non posso dire ancora nulla in merito. Ci sto lavorando, come regista.

— Può dare un ‘in bocca al lupo’ a Gold per questo nuovo inizio?

Buona fortuna!