I creature designers Kirk R. Thatcher e Wendy Froud vivono di arte propria e sono un bazar d’emozioni e vitamine SFX. Gold li ha incontrati al BAMcinématek – Brooklyn. Da pazzi avere di fronte a sé gli inventori del maestro Yoda!
THATCHER
Mr. Thatcher, qual è il suo bagaglio creativo? Da dove proviene?
Dall’artigianato. Dal buon vecchio artigianato. Ho cominciato a lavorare nell’industria quando avevo soltanto 19 anni, e il primo incarico è stato presentarmi alla LucasFilm, per lavorare nel Creature Shop de Il ritorno dello Jedi, un laboratorio in cui ho potuto strutturare costumi e fisionomie. Facevo tutto da me, ero un mosnter-maker, costruivo le maschere, portavo qualche creatura sul set dal garage di casa. Essendo di Los Angeles, presto ho cominciato a confrontarmi e a parlare con persone come Rick Baker e John Chambers. Dopo la UCLA, due semestri in tutto, mi sono reso conto che non mi avrebbero mai fatto tenere in mano una telecamera Super 8 e allora mi sono unito alla Industrial Light & Magic di George Lucas.
Se le dico 1981, che cosa le viene in mente?
Un tour de force, da marzo a dicembre, fino al 1982: abbiamo lavorato a Yuma, Arizona e Oregon, per l’Episodio VI di Star Wars. Da lì ho preso il via con una montagna russa di fantasy, da Star Trek, di cui sono produttore associato, ai Muppets, che ho scritto. Ma l’esperienza di Star Wars come tecnico della sezione Creature Shop è stata la palestra più grande. Creavo personaggi con le mie mani, mimavo, recitavo… Poi sono arrivati Poltergeist, E.T. e i Gremlins. E ho proseguito anche da regista con i Muppets.
FROUD
Mrs. Froud, lei è una costruttrice di bambole da quando ha 5 anni.
Bambole vere e proprie, e bambole di satiri, centauri, fate. Tutti personaggi che hanno influenzato la mia infanzia.
Si è prestata anche alla scultura e alla creazione di marionette per Jim Henson. Che ricordi ha di Henson e della sua fabbrica?
Grandiosi. Ho dato vita poi a pellicole come The Dark Crystal, Labyrinth e L’Impero colpisce ancora di George Lucas. Ho scolpito Jen e Kira per The Dark Chrystal, e soprattutto ho fabbricato Yoda, dal costume al pupazzo, l’intera fisionomia. Per Henson ho lavorato in The Muppet Show e The Muppet Movie.
Com’è stato iniziare, per lei?
Mi ero appena trasferita a New York con alcuni amici da Detroit, dopo la laurea al CCS Art College. Nessuno sapeva bene che cosa avrebbe fatto nella vita. Io stessa mi ero subito messa ai tavoli di un bar per permettermi di vivere a New York. Poi ho messo insieme una exhibition e l’art director del Muppet Show, Michael Frith, ha notato la mia arte e mi ha proposto allo studio di Henson. Ho imparato tanto, in particolare al fianco di Frank Oz.
E Yoda?
E chi poteva immaginare che sarebbe divenuto una figura tanto iconica! Per me erano tutti esperimenti. Ogni creatura, nel mio mondo, intacca l’altra. Vivono in un regno tutto loro. Anzi, tutto nostro.