STORIES #1
“Lela Perez Body Painter è il nome con cui mi identifico artisticamente, un pò come se fosse il mio alterego da Pittrice del Corpo. Infatti il mio vero nome è Emanuela Peretto e sono una pittrice veneta autodidatta; da due anni sono totalmente immersa nell’arte del body painting e body art.
Fresco ed inaspettato è il terzo posto che ho ottenuto al mondiale di body painting nella categoria UV BODYPAINTING, ne sono felicissima.”
“Let’s paint the World!!”
Emanuela, l’arte del body painting è un sentimento formato 3D che rappresenta quale parte di te?
Mi piace definire il bodypaint come un’arte tridimensionale dove il corpo umano si trasorma in unìopera d’arte unica ed estemporanea. Il corpo dipinto vive, comunica, si muove e raggiunge velocemente il pubblico e le sue rispettive emozioni, alcune volte simili, altre diverse e contrastanti fra loro.
L’arte del bodypainting rappresenta la mia persona, come parte razionale e irrazionale, mente e corpo, passato, presente e futuro. Ciò che non riesco a dire con le parole, le dipingo su corpo.
E’ la mia immaginazione, ispirazione, anima, ma è anche il mio ragionamento, osservazione, e studio.
Il mio pensiero creativo si realizza “matericamente” attraverso il colore steso sia con pennelli e spugne, che con le dita sul corpo, proprio come se fosse una tela che cambia di volta in volta, seguendo l’ispirazione e l’idea iniziale.
Una tela che ha un valore umano, perchè a sua volta, oltre a rappresentar quello che voglio comunicare, rappresenta me stessa come “essenza” e “materia”. (Sono un pò Aristoteliana… ride)
“Coraggio”. Quale suggestione richiama in te questa parola?
“Coraggio”, una parola fortissima che mi rappresenta soprattutto in questi ultimi 5 anni.
Questa parola richiama in primis il momento in cui lasciai il mio lavoro “fisso”, due anni fa più o meno.
In un’epoca di crisi per noi giovani, in un’Italia distrutta politicamente ed economicamente, ho scelto di rischiare e di provare a vivere creando le mie opere e comunicando con le mie performance di bodypainting e bodyart. Pensa, lavoravo come venditrice in uno showroom di moda a Milano che si occupava del mercato medio-orientale, stipendio fisso, diciamo quasi sicuro, ma che non mi lasciava esprimere e non mi lasciava “libera”.
Libera di creare, di comunicare, esprimermi con l’arte visiva e multimediale.
“Coraggio” per me, oggigiorno, è riuscire a comunicare un pensiero, un sentimento personale o collettivo, in una maniera nuova, ecclettica, provocante, coinvolgente. Riuscendo così a concretizzare le idee nel mondo reale, nella società, utilizzando delle formule uniche, mai utilizzate prima.
“Coraggio” è Innovazione Artistica.
Dove ti sei formata?
Dopo il diploma liceale (scientifico-tecnologico), la scelta universitaria è stata difficile perché, da una parte, prevalevano passione, arte e pittura, fin dall’infanzia, dall’altra l’interesse per la materia scientifica e la medicina (dopo ben 5 anni di materie scientifiche, intravedevo pure una futura carriera da dottoressa). Dopo un paio di mesi di riflessioni esistenziali, tra camminate isolate per le colline venete del mio paese, ho compreso che la soluzione migliore era studiare all’università, dove la creazione artistica è inglobata dalle materie scientifiche e viceversa. Ho optato per il Politecnico di Milano, corso di Design di Moda, che a mio pensiero risultava esser il più “artistico “tra i vari corsi offerti. Tre anni di università a Milano, tre anni di crescita personale, di stimoli e di amicizie nuove, tra cui 6 mesi di Erasmus in Scozia studiando Jewellery Design e creando una mia linea di gioielli. Nel secondo anno di università ho cominciato a lavorare già nel mondo della moda, in uno showroom di moda per il mercato medio-orientale (i primi contatti con il mondo del lavoro, le sfilate, lo stress milanese…), nel frattempo ho continuato la mia ricerca artistica personale, dipingendo su quadri, tele, muri, creando disegni e illustrazioni per privati.
E dopo?
Dopo un anno dalla laurea, ottenuta a luglio del 2012, ho proseguito nell’ambito commerciale, fino all’ottobre 2013, quando ho deciso definitivamente di lasciare un lavoro fisso per occuparmi solo ed esclusivamente della mia passione e delle mia arte.
La mia prima pittura su corpo, da autodidatta, si è realizzata in una mia personale a Milano, dove due modelle dipinte si amalgavano con il dipinto da me creato precedentemente, che faceva da sfondo alla performance (camouflage). Da quel giorno, avendo avuto feedback positivo della performance, ho portato avanti diversi progetti di bodyart e bodypainting con diversi fotografi, modelle, eventi. Fino ad arrivar a partecipare al Mondiale di bodypainting in Austria lo scorso luglio 2014, ritrovandomi terza in classifica nella categoria Uv World bodypainting. Un successo inaspettato per me. Ed è stato così che ho dato il via ad un percorso artistico proiettato verso il miglioramento day by day, perché non si finisce mai, mai, mai d’imparare.
Perché non ci urli, qui, chi sei.
Amo la Vitaaaaa!!
Sono una persona curiosa e non mi stancherò mai di cercare, trovare, scoprire cose nuove e conoscere persone, storie diverse… Amo l’avventura e il misterioso gioco del destino! Nel Destino o “Fato” io ci credo molto, infatti per me “nulla accade per caso”. Amo il colore che dà carica alla vita e amo l’energia che si crea tra le persone. Amo ridere e sentirmi libera di esser me stessa!
La tua arte è pura poesia iscritta sul corpo. Per te l’arte è interlocutoria? Come ti aspetti sia il tuo pubblico?
Mi piace quello che hai detto.. “pura poesia iscritta sul corpo”! E’ proprio così. Il pennello è come il pennino del poeta e la mia arte parla di me, parla del mio percorso, parla dei miei pensieri, ideologie, valori, esperienze passate. Come un’anima dipinta nel corpo-manifesto. Cerco di trasformare i miei liberi pensieri in pittura “iscritta” sul vettore-corpo, che è pienamente integrato nel pubblico. Tutte le mie opere rappresentano una conversazione fra me e il mondo esterno, attraverso il corpo, che tiene unito un bellissimo e colorato discorso. Comunico meglio dipingendo che parlando.
Il mio pubblico dev’esser eterogeneo e la mia arte deve arrivare a tutti. Poi dipende anche dal tipo di performance che voglio creare e che cosa voglio comunicare. La performance in galleria d’arte avrà un pubblico diverso dalla performance che posso fare ad un festival musicale, e così via.
Mi aspetto che la cosidetta “conversazione tra me e il mondo esterno”, attraverso la pittura del corpo, sia diretta e sia colta nell’immediato dal pubblico. Ovvio che, poi, ci son dei lavori e delle performance che potrebbero non farsi capire mai, ma proprio perchè la mia intenzione è quella di tagliar il “discorso” e lasciar volare l’immaginazione altrui.
Ci sono radici politiche nelle tue esibizioni?
Ti risponderò raccontandoti un fatto successo recentemente. Ti parlo della performance di body painting fatta in piazza a S. Marco (Ve) durante il Film Festival di Venezia 2014 per il progetto FILM FESTIVAL BODYPAINTING (progetto mio e del fotografo svizzero Imfeld Robi).
Dopo aver dipinto 5 modelle/i in tema “Cinema” (indossavano solamente lo slip), le modelle e i modelli hanno sfilato per le vie di Venezia, fino ad arrivare in piazza S.Marco, dove son stati “paparazzati” da tutti i turisti presenti e non solo. La folla attorno ha attirato militari e poliziotti in divisa, credendo che la performance fosse una protesta politica della tipologia “Pussy Riot”. Ci han portarono tutti in Caserma! Questa non doveva esser un’esibizione con radici politiche, ma è stata scambiata per tale.
A priori dico la mia: gli italiani, secondo me, sono incapaci di fare politica in maniera sana e, nonostante ciò, la vogliono infilare ovunque, mettendo qualcosa di politico pure nell’arte.
Le mie esibizioni sono A-politiche, letteralmente.
Proclamo ciò che penso e quindi, in alcune esibizioni, dico la mia rispetto alla politica, ma restando neutrale a qualsiasi partito politico.
Qual è il lavoro creativo o l’exhibit che più ti rappresenta?
Difficile domanda. Tutti i lavori creativi o le performances fatte mi rappresentano in un modo o nell’altro. Di tutte ne ho un ricordo e una emozione che rimarrà in me per tutta la vita, perché fa parte di me. Potrei farti alcuni esempi con alcuni lavori fatti. Radi(ci)colori, progetto con il fotografo Luca Patrone e la modella Sandra Kevin, un lavoro fotografico che ho definito “alieno” perché la modella non sembra umana, calata com’è nel personaggio, dove il colore è esplosivo e caotico. Adoro quelle foto.
Poi, la performance fatta per e con Michelangelo Pistoletto e il suo TerzoParadiso all’Home Festival 2014, qualcosa di unico, dove la mia amica e modella Francesca Milani, dipinta già precedentemente da me, è salita sul palco davanti a 14.000 persone, il tutto durante il concerto di Elio e Le Storie Tese. E per finir con gli esempi, c’è l’emozionantissima performance UV/fluo ispirata alla Pop Art durante il Mondiale di Body painting in Austria (luglio 2014), in cui mi son piazzata terza sul podio.
Come vinci il malessere dell’attualità?
Prendendo il lato positivo della crisi: invento e reinvesto cose, mi ingegno e cerco di superare me stessa con le idee e con ciò che creo. Stando fermi, bloccati e improduttivi, non si fa e farà mai nulla!
Le energie per far tutto ciò le prendo dalla mia famiglia, dagli amici, amori, passioni e dalla gratificazione del mio stesso lavoro. A 360°.
E in questa mia risposta ti cito pure il Genio di Albert Einstein, che, con un suo pensiero rimasto in testa, disse qualcosa di attuale e vero:
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’ inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
E, Albert, vince con questo pensiero-consiglio da seguire appieno!
Che cosa diresti ad un giovane della tua età: artisticamente, umanamente.
Segui il tuo cuore , segui la tua passione , segui le tue emozioni. Credi in te stesso.
Pensa positivo e cerca di migliorarti, giorno dopo giorno, inseguendo i tuoi sogni. Nel rispetto di tutti e tutto, in maniera pacifica e ottimista.
Se pensi positivo, tutte le energie si mettono in moto per sostenerti e farti realizzare ciò che vuoi. Basta crederci realmente e in maniera totale, senza mai perder di vista l’obiettivo e senza mai lasciarsi abbattere dal mondo che sembra a volta andarti contro.
E tutti i sacrifici che farai per seguire la tua passione, verrano di certo premiati con il tempo, se si agisce lealmente.
Cambiare il mondo attuale e affrontare la crisi in atto, si può! Partendo a credere di più in sé stessi e in un’umanità che la società attuale pian piano sembra volerci togliere.
Dove ti porterà il presente?
Sto andando a far colazione (son le 14.30 e va benissimo così dopo una nottata di pittura!). Il presente mi porterà di fronte ad un’altra giornata che spero non sia in bianco e nero. Voglio una nuova avventura! Spero che anche la vostra, cari lettori di Gold, sia bella ricca di colore! Ciao e buona giornata a te e a tutti voi di Gold!
a cura di F. B.