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BOMBE A MANO DI ELEGANZA
MUSIC

Il viaggio di The Night Skinny “Con Zero Kills porto il rap nel mondo”



Notturno.

Questa è stata la sensazione che ho avuto.

Il disco di The Night Skinny è un viaggio in macchina, attraversando uno scenario cupo in cui fuori dal finestrino è buio e l’unico spazio in cui riesci a vedere è l’asfalto illuminato dai fari.
È un vuoto che si riempie di beat e rime pronunciate da bocche diverse, intonazioni altalenanti, tonalità crude alternate a rari squarci melodici che frenano il dito gelido che cerca di perforare le membra.

Anche quello di The Night Skinny è stato un percorso, che l’ha portato lontano.
Un pellegrinaggio lungo, intenso, studiato.

ridotta.nightskinny_antonioragni

L’idea che questo non sia solo un disco, ma un diario in cui non solo il produttore ha scritto una storia, ma ogni singolo artista che ha collaborato ha lasciato un pezzo di se stesso, trovando un’intesa con The Night Skinny e descrivendo nelle proprie strofe ciò che il suono gli sussurrava, mi ha portato a non supporre ma a chiedere a chi ha lasciato delle parole in Zero Kills, quello stralcio in cui la propria vita si è scontrata con quella di The Night Skinny.

The Night Skinny «Con Zero Kills avevo voglia di portare sulla mappa del rap italiano un suono “diverso”.
Sono consapevole di non aver inventato nulla di nuovo, ma ho cercato di evolvermi a livello stilistico rinnovandomi e reinventandomi. Ecco perché quando parte un mio beat, capisci che è un mio beat… Punto!
Questo mi ha reso quello che sono ed è per questo che ho deciso di introdurre l’utilizzo di samples estrapolati da dischi di musica folk, popolare… world music!
Mi piace viaggiare, vorrei farlo di più e da sempre cerco di unire una meta ben precisa al diggin più sfrenato.
Posso confermare che Zero Kills contiene una quantità imbarazzante di samples turchi (vedi per esempio La Verità quando parte il ritornello, o nella track con Tormento).
Devo però ringraziare colui che mi ha indirizzato verso certi “siti”: Biga, amico e producer fiorentino di un certo livello! È stato proprio lui a dirmi: “Brother, devi andare ad Istanbul. Eccoti gli indirizzi”.
E io ci sono andato!
Dopo aver collaborato a stretto giro con tanti artisti ti assicuro che gli aneddoti fanno il fumo!
Ma mi piace pensare a Zero Kills come il disco che ha ricaricato le molle a Lord Bean.
Come ho già detto in altre occasioni, io l’ho “martellato”: dall’Ultima Scena ad Hostis Drama passando per Io Non Sono Qui.
Ho visto un Luca Barcellona competitivo e molto attento a quello che gli girava intorno.
Avete presente la cura maniacale che potete riscontrare nei suoi lavori? Be’, io l’ho messa in Zero Kills, dove nulla è stato lasciato al caso.
C’è sempre stata un’intesa particolare tra di noi e sono davvero orgoglioso del lavoro che abbiamo fatto insieme.»

Ensi «Quando Luca mi ha chiamato per il disco era parecchio tempo che ci lavorava già. Oltre alle produzioni e al concepire i brani con gli artisti che aveva coinvolto, la cosa che mi colpiva era come riusciva ad immaginarsi da solo tutti i passi che avrebbe dovuto fare, riuscendo a stare dietro a tutto e tutti: dal seguire la stampa del vinile, ai video promo. Zero Kills è un prodotto che negli anni credo (e spero) risulterà un classico, non solo per il contenuto che è curato in ogni dettaglio, ma anche per il grande impatto visivo nell’insieme del progetto. Skinny è un produttore con un gran gusto, ha una visione personale ma strettamente connessa alle radici di questa musica. Per questo ci siamo trovati in sintonia nel collaborare. Si cercano strade non battute, ma sempre vicine alla via madre. Dopo aver concepito “Credi Che Sia Facile” (che per quanto mi riguarda, anche dopo tempo, è una delle mie prove migliori fuori dai miei dischi) avevamo fantasticato su una super combo. Nasce così il brano con me Salmo e Bean e gli scratch di Double S (con super citazione dei Mobb Deep di mia idea). Penso che sia uno dei momenti più alti del disco, per me; un tassello importante del mio percorso artistico. Sono felice di collaborare con Skinny. Siamo legati da un gran rapporto umano solidificato negli anni dai tanti lavori fatti in studio. Spero davvero che chi comprerà il disco, si possa rendere conto del gran lavoro che c’è dietro! Classic kills trend!»

Ghemon «I ricordi si mischiano. Lo studio di Skinny era un po’ casa, alla fine ci passavo spesso e volentieri. Fare un pezzo con Pat Cosmo era una priorità in cima alla lista desideri da anni. Ricordo di aver scritto le rime di questo pezzo come una strofa sola, con delle semplici interruzioni, senza pensare allo schema classico: “strofa/ritornello”strofa/ritornello”. Tutto scritto prima di essere registrato. Sul posto, cotto e mangiato. La nostra tartare di parole crude e beat in ritardo, strickly raw hip hop.»

Lord Bean «La lavorazione del disco è stata lunga, per usare un eufemismo, quindi di aneddoti ce ne sarebbero molti.
A cominciare dal fatto che inizialmente avrei dovuto fare la copertina, poi Skinny mi chiese un pezzo solista (L’Ultima Scena, che proposi anche come titolo del disco…); lo registrai nella sua prima versione più di due anni fa, aveva tre cambi di sample ed era davvero un casino, sembrava un pezzo da mixtape da quanti cambi aveva. Decidemmo poi di tenere una struttura più classica e di usare solo un campione, e penso che così il risultato sia migliore. I pezzi nel frattempo sono diventati tre, e non so nemmeno come abbia fatto a convincermi a registrarne altri! Anzi, lo so: per prima cosa Luca abitava sopra al mio studio, quindi ogni volta che mi bussava era una “stretta” che lui dava alla pressa… Le proposte poi erano interessanti, avrei voluto fare un pezzo coi Colle, amici storici e artisti da me apprezzatissimi, così come con Ensi e Salmo, che credo siano due fra i più forti in circolazione. Misurarmi con loro è stato bellissimo, devo dire che mi sono anche un po’ emozionato per le loro citazioni nelle rispettive strofe.
Un bel ricordo ce l’ho di quando il Danno mi mandò il ruff della sua strofa registrata con un microfono collegato al computer: io avevo giù registrato la mia, ero in Australia, notte fonda e in preda all’insonnia da jet lag; mi arriva un messaggio (che ho conservato e vi ripropongo) e sento la strofa. Avevo appena visto Black Mirror e fu quindi ancora di più una botta. Perfetta e scritta benissimo, senza strafare, anche se tecnicamente è complessa. È una dote che hanno in pochi, credo sia frutto dell’esperienza. Inizialmente in questo pezzo doveva esserci anche Kaos, ma com’è noto non è facile concretizzare con lui queste cose. Esiste anche un bel rmx di Io Non Sono Qui, ma chissà dov’è finito…

Bean-Danno

È un disco che ho sentito in parte molto mio, il lavoro sulla grafica è stato davvero lungo e faticosissimo, non tanto per quello la grafica in sé, ma per questioni di tempistiche di lavorazione e problematiche legate agli stampatori. Fortunatamente ho appena visto la prova di stampa che hanno fatto gli amici di Fontegrafica ed il risultato è incredibile, e sono felice che venga stampato almeno in parte qui in Italia: questo vinile non ha niente da invidiare a certe edizioni giapponesi, a cui fra l’altro è ispirata la grafica, con tanto di obi (fascetta laterale). Una vera chicca. Ho realizzato un lettering nuovo e addirittura un’intera font calligrafica per i titoli del retro, che richiamano appunto certe impaginazioni giapponesi con gli ideogrammi in verticale.
Riguardo al rap, io sono sempre molto spontaneo, nei pezzi solisti evito di seguire un argomento preciso, con le collaborazioni invece la scelta dell’argomento è stato fondamentale.
In generale, questo Skinny lo sa, a me non interessa più da molto scioccare con la tecnica quando scrivo un pezzo, mi interessa di più scrivere cose che possano avere una valenza per tutti quelli che lo ascoltano, che possano ritrovarcisi o viaggiare un po’ con la testa, e che possibilmente possano durare nel tempo, quindi senza troppe allusioni esplicite all’attualità. Questo si può ottenere ad esempio cercando di capire perché certi pezzi vecchi suonano datati, e perché invece altri sembrano eterni, come certi pezzi di Neffa. Non ci è dato sapere dove stia esattamente il segreto; è giusto seguire il flusso degli eventi nella maniera più sincera e spontanea, fregandosene dei giudizi altrui e di come il pezzo verrà accolto. Prima di tutto deve nascere da un’esigenza personale, da una vera e propria urgenza di esprimersi.»

Danno «Ho scritto Io Non Sono Qui (titolo suggerito da Masito), in un pomeriggio. Avevo passato una settimana abbastanza brutta: mi ero infognato in pensieri negativi, quelli che ti portano lentamente all’idea di distruggere tutto quello che hai messo in piedi fino a quel momento. In quella settimana mi ricordo che non avevo voglia di uscire; mi sono rinchiuso in casa e mi sono messo a guardare “Black Mirror” (una serie tv inglese molto bella, incentrata su una sorta di futuro distopico, ma non solo…). Dopo aver guardato tutta la serie, ho cominciato a pensare che volevo citare il titolo della serie in un testo. Poi, per caso ho riascoltato “Sukers Jump” su “Zero Stress” e la strofa di Neffa in particolare, che secondo me è una delle più monumentali di sempre. Forse l’unione di questi due input mi ha dato la chiave per scrivere la strofa e buttare fuori i mostri che avevo dentro.»

Johnny Marsiglia «Ho legato molto con The Night Skinny lavorando al mio ultimo progetto nel suo studio, nello stesso periodo in cui stava curando “Zero Kills”. Sono contento che dal pezzo solista in poco tempo mi sono ritrovato in quattro tracce. L’ultima strofa l’ho registrata su “La Verità”; il pezzo inizialmente era solo di Achille Lauro, Pat Cosmo e Luchè. Quando ascoltai il brano per la prima volta ne rimasi molto colpito, sia per il sound che per le strofe e il ritornello. Quando mi ha chiesto di aggiungere una mia strofa mi sono sentito stimolato e ho dovuto cercare di fare bene perché il pezzo era già una bomba! Poi, una cosa che mi piace di Skinny è che i pareri su quello che stai facendo li espelle senza filtro, sia se fai bene sia se fai male; si potrebbe fare un telefilm solo sulle sue battute»

Pat Cosmo «”Fallo per tuo figlio” è il motto che ha accompagnato questa esperienza, ogni piccolo errore durante la fase di registrazione è stato seguito da questa frase, e giù a ridere. Il figlio, comunque, era il mio!»

Noyz Narcos «Sono stato incaricato di duettare con il mio caro amico e stimato rapper Mr. Cassel, con cui ho collaborato tante volte proprio per l’affinità che abbiamo nello scrivere rime e commettere nefandezze. Abbiamo seguito la linea dura consona al nostro rap, il concept era questo nel caso specifico, Skinny ci ha fornito la giusta atmosfera che Circo Panico meritava e quello che ne è uscito e già culto. Zero Kills a mio avviso e un ottimo disco ricco di belle partecipazioni. Un aneddoto su Skinny? A lui piace stare in tuta e bere redbull, a me piace fumare erba e bere buona birra.»

Nitro «L’aneddoto che posso raccontare, per quanto mi riguarda, chiarifica ancora di più la cura maniacale al dettaglio nella realizzazione delle canzoni.
Mi ricordo che registrai “Wes Craven” e dopo alcuni giorni mi feci mandare un premix del pezzo. Sentivo che c’era qualcosa che mi saltava all’orecchio, ma non capivo bene cosa. Anche in studio sembrava tutto ok, ma c’era sempre una cosa che non mi andava giù.
Ci accorgemmo dopo ripetuti ascolti, sentendo il pezzo in accappella, che un raddoppio della voce principale era in ritardo di 1/16 circa, una cosa quasi impercettibile. Però l’avevo sentita.
Sono molto paranoico e autocritico verso il mio lavoro, a volte ossessivo, ma ho i miei motivi. E mi piace lavorare con Luca perché spesso la sua precisione si sposa bene con la mia.»

Tormento «E’ sempre un piacere lavorare con Luca, al secolo Luca Bronx a.k.a. Night Skinny; come diciamo in gergo: è uno strippato di belle macchine come me. Ma non è il Gas Monkey Garage, sto parlando di strumenti musicali! Quando sono da lui posso testare la mia voce su microfoni stupendi e potentissimi equalizzatori, compressori e chi più ne ha più ne metta. E’ uno tra i pochi produttori Hip Hop che può vantare uno studio del genere. E così quando ci ritroviamo, oltre a comporre, ci perdiamo a testare tutte le possibili combinazioni tra i vari “giocattoli” che ha con la stessa felicità dei bimbi!!! A distanza di un mese abbiamo addirittura registrato una seconda volta il brano, perché non ci convinceva il suono della voce. Strippati, appunto!
La traccia che abbiamo realizzato è una dura critica alla dipendenza da “chimica farmaceutica”. Ognuno di noi ha le sue dipendenze (“tu che sCRACKhi? … ognuno ha il suo bel da farsi”), ma ritengo che una delle più pericolose sia quella dalle medicine chimiche; è chiaramente un argomento delicato, ognuno è libero di curarsi come meglio crede. Ma tanti problemi, soprattutto quelli psicologici, si possono curare in maniera naturale, ricercando un proprio equilibrio interiore. Resta comunque un argomento scottante e ognuno ha il suo punto di vista. Mi faceva piacere far riflettere su qualcosa di molto serio, vista la ricerca che Night Skinny mette nelle sue produzioni.»

Achille Lauro «Night Skinny è stata la mia prima conoscenza a Milano, ancora prima di RocciaMusic. Mi fa ridere pensare che mi abbia ospitato a casa sua tre giorni senza neanche sapere chi fossi. Scherzando, direi che immagino fosse abbastanza preoccupato prima di conoscermi. Ancora mi ricordo quando all’inizio faceva ironia sulle mie origini “popolari” e su diversi aneddoti come il “folcloristico” padre della mia ragazza. Skinny è un grande ed un professionista e il suo ultimo disco ne è la prova.»

Stokka «Racchiudere tutta la lavorazione del disco di Skinny come Stokka & Buddy è un po’ difficile. Io sono stato molto vicino a Skinny durante la lavorazione di tutto il disco ed è un lavoro che ha richiesto veramente anni. L’esigenza era quella di fare il pezzo con Skinny, cioè andare entrambi a Milano in studio da lui (che è l’approccio che lui ha mantenuto un po’ con tutti gli artisti). Infatti, lui ha fatto una cosa molto importante: portare la gente nel suo studio e andare di persona dove non poteva venire la gente; andare in altri studi per essere presente alla registrazione dei pezzi. Siamo arrivati a Milano con le strofe scritte, ma senza una particolare idea per quanto riguarda la stesura del ritornello, anche se Buddy aveva un po’ abbozzato quella linea melodica che poi è venuta fuori nel nostro pezzo. Secondo me l’aneddoto è stato per noi ritrovarci in studio con Patrick (una persona della quale abbiamo un rispetto enorme) che ci ha “infottati”, ci ha ispirato molto, soprattutto per la parte vocale di Buddy che è sempre una parte che lui interpreta in maniera spontanea e poco accademica (non ha mai studiato canto). Un’altra cosa: l’outro del disco era una parte portante della nostra canzone, che poi è stata arrangiata insieme ai fiati dei Bluebeaters ed è una cosa che è stata fatta molti mesi dopo: per noi anche quella è stata una figata assoluta.»

Clementino «Skinny mi è venuto a prendere a casa e mi ha detto: “Devi fare il pezzo più bello della tua carriera”.»

Onde sonore in un mare di voci che vi trasporteranno.

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Ph. Antonio Ragni