I due scemi più scemi, Jim Carrey e Jeff Daniels, portano scompiglio al Regency Theater di Los Angeles a bordo dell’iconico furgone tappezzato da cane pastore, rispettivamente in smoking giallo-arancio e celeste. Riuniti, vent’anni (e venti demenzialità) dopo, per presentare Scemo e più scemo 2, nelle sale italiane dal 3 dicembre distribuito da 01. “E pensare che, nei primi anni Novanta, i miei agenti mi avevano sconsigliato di prendere parte al progetto – spiega Jeff Daniels all’incontro con i giornalisti – reputavano il film, come dire, troppo scemo”. Invece, nell’anno di Waterworld, Apollo 13, Braveheart, I ponti di Madison County, prima del maxi patteggiamento per la crisi dei mutui subprime, ecco imporsi due disoccupati doc (Lloyd Christmas/Carrey e Harry Dunne/Daniels) che attraversano il Colorado come Forrest Gump, inseguendo una ragazza ricca, ricca per restituirle una valigetta carica di soldi. Quel denaro, però, è destinato al riscatto del marito, e Lloyd e Harry lo sperperano pressoché tutto in cibo avariato e Lamborghini Diablo, in cambio di un “pagherò”. Quei soldi potrebbero tornare utili, in fondo: il loro grande sogno è aprire una bottega di vermi da allevamento.
“In questo nuovo capitolo (sempre diretto da Bobby e Peter Farrelly, ndr.) scopriremo anche il passato di Lloyd e Harry – racconta Carrey, che nel ’95 era il nuovo astro della comicità americana, dopo essere stato l’alieno in Le ragazze della terra sono facili, 1989 – tornare a recitare insieme, nel seguito di un film di successo, è stata un’esperienza grandiosa. Forse abbiamo impiegato così tanto per ritrovarci perché aspettavamo l’idea migliore. Questo mestiere lo facciamo tutti e due con passione e amore: se vi è mai capitato di vedere la serie tv The Honeymooners, negli anni Cinquanta, capirete che, tra attori comici, è tutto un lavoro di rispetto e fiducia reciproci, dentro e fuori dal set. E poi io, a Jeff, donerei perfino un rene”. Stacco su Daniels: “Hey, e se ne avessi bisogno sul serio?” domanda Jeff.
Stavolta non c’è nessuna valigetta da recuperare in località montane, ma una figlia da rintracciare. Perché uno dei due scemi, Harry, è inconsapevolmente padre di una ragazza finita in adozione. L’ipercinetico miglior amico Lloyd lo aiuterà nell’impresa, innamorandosi proprio della figlia. Con Kathleen Turner nel ruolo di Fraida Felcher, l’ex compagna di Harry, e un cameo di Jennifer Lawrence (Fraida da giovane, in un flashback), il bassissimo quoziente intellettivo di Scemo e più scemo 2 fa di questa comedy sgangherata uno dei sequel più attesi della stagione, e lo stesso Peter Farrelly ammette: “E’ l’unico seguito a cui ho sperato di dar vita negli ultimi anni. Riprendiamo Lloyd e Harry esattamente dove li abbiamo lasciati nel primo film, restano due bambinoni, uno con la frangetta, l’altro coi capelli arruffati e l’aspetto goffo da serial killer. Tutti e due sono ancora disoccupati, senza ragazza, anti-yankees ripuliti. Sono bastati 5 secondi, dopo il primo ciak, per far gridare la troupe: Sono tornati!”.
Lontana anni luce dal prequel versione high school del 2003, l’atmosfera del numero 2 ha reso così felice la produzione da ipotizzare anche un terzo capitolo in tempi brevi e l’avvio di una vera e propria franchise. “Potremmo andare avanti all’infinito – continua Daniels – la nostra coppia, nella storia, si vuole davvero bene ed è sempre pronta ad entrare in soccorso, seppur maldestramente, dell’amico in difficoltà. Mi fanno pensare a Stanlio & Olio, ai fratelli Marx o a Walter Matthau e Jack Lemmon, che naturalmente sono fonti d’ispirazione”. Prosegue Carrey: “E’ un film comico per ragazzi di tutte le età. Io ci porterò di sicuro mia figlia che è sempre critica sul mio lavoro: ‘Papà, qui sei in palla, lo vedi? Stacci con la testa!’ mi dice, riguardando le mie interpretazioni. Ora ci si è messo pure mio nipote di 4 anni e mezzo: ‘Fa’ il Grinch, zio, fammi il Grinch!’. Beh, certe scene di Scemo e più scemo sono un po’ ‘hard’ e scorrette per un pubblico così giovane. Ma ormai i più piccoli sono abituati a tutto, senza parlare della mania tecnologica del selfie a tutti i costi. Ogni volta che me lo chiedono mi sento come Babbo Natale in posa nei magazzini Macy’s”. Sul fattore social media, ha da ridire pure Daniels: “Dopo il clamore per The Newsroom, nessuno mi chiede più un autografo, si piazzano davanti con l’iPhone e il sorriso già stampato sul volto, a volte devi addirittura essere tu a premere il bottone”. Più preoccupato dai telefonini che dall’avanzare del tempo, Carrey confessa: “Oggi a Hollywood non esiste più un limite d’età, e non solo a Hollywood, dappertutto: non si invecchia mai. Quindi, qui, ti propongono ruoli fino alla tomba. Io accetterei tutta la vita il ruolo di Lloyd Christmas: è la risposta all’arroganza della società, non ha ego. E’ un puro, un innocente. Ops, sto diventando troppo profondo. Taglia via tutto”.