Mi Fist è un disco complesso.
Mortecattiva lo è ancora di più.
È necessario calarsi nell’etica di Aggettivo Sette per riuscire ad assimilare i concetti fondamentali che riescono a plasmare un prodotto di qualità e denuncia sociale come Mi Fist.
Il disco solista di Mortecattiva è una non-riflessione, è un’osservazione della realtà da un’altra prospettiva (magari non la vostra); ma le domande si moltiplicano, perché i testi non sposano le convenzioni sociali dell’ascoltatore medio.
Le reazioni saranno molteplici, ma la chiave di lettura che si cela tra blasfemia e fantascienza è dentro di voi.
Segretamente i props glieli farete lo stesso.
«Hai deciso di intitolare il tuo primo lavoro Mi Fist per essere più googlabile, per fare un tributo ai Club Dogo o per poter dire “E INVECE SONO ANCORA QUELLO DI MI FIST!”?»
«L’ho chiamato così perché i Club Dogo mi piacciono un sacco; secondariamente perché la prima battuta di ogni strofa che ho scritto dall’inizio dei tempi è una storpiatura di una qualche frase dei Club Dogo (più o meno) e terzo perché… Boh, mi faceva ridere chiamarlo Mi Fist [ride].
Così adesso con la visibilità che avrà questo disco, uno che googla Mi Fist automaticamente verrò fuori io, invece che i Club Dogo.»
«Questa sperimentazione nel fondere il latino all’onomatopea del rap ha sicuramente delle basi futuristiche pensi che sia una formula che rivoluzionerà la cultura Hip Hop allo stesso modo di Neffa con Chicopiscopo?»
«…In latino?»
Mi interrompo e suggerisco Suino Trino, al che Mortecattiva è colpito da illuminazione.
«Ahhh! Perché lì tutta la canzone… A me piaceva “Dio, un maiale che non dà prosciutto. Dio, un maiale con il quale si butta tutto”, poi non sapevo che cazzo altro dire, perché doveva durare tot, quindi ho guardato un po’ di cose e ho visto che quello finiva con “tuum”; allora mi è venuto “tum cha tum cha” [risate che non permettono di dare un senso compiuto alla dichiarazione]. Quella canzone poteva iniziare con “Dio, un maiale che non dà prosciutto. Dio, un maiale con il quale si butta tutto” e finire così. Il disco poteva finire così, perché io quello volevo fare. Quello è il concetto fondamentale di tutta la produzione artistica di tutti. Nel senso che alla fine penso che tutti in realtà vogliano dire quello. “Sto lontano dallo stress, fumo e gioco a PES” sotto sotto vuol dire dioporco. Comunque: latino del tutto accidentale, come tutto il resto della canzone. Quindi per rispondere alla domanda: no e penso che anche Neffa non l’abbia fatto apposta. L’ultimo EP di Neffa era una supercazzola dall’inizio alla fine e te l’ha spacciata come la rivoluzione stilistica: faceva schifo.»
«Culturalmente, dove pensi sia nata l’associazione tra Dio e il porco?»
«Mi stai facendo risalire le correnti del fiume fino alla prima bestemmia? Penso che associare dio al porco sia successo dall’adolescenza di Gesù. Quella volta che ha messo la manina un po’ lì, la ragazzina gli ha dato del porco ed è stata la prima bestemmia, credo. Nel momento in cui arriva uno, mi si rivela come dio, prendendosi la responsabilità di tutto, con chi me la devo prendere quando non ho un soggetto reale? Se tu mi dai una gomitata ti dico “sei stronzo”, se mi cade una matita è dio che è un porco.»
«Pensi che “latrinità” sia destinata a diventare il prossimo simbolo della cristianità?»
«Non può essere un simbolo, è una malattia, come fai a raffigurarla? La latrina, forse, ma quella è già il simbolo della cristianità, quindi non è che ho inventato niente io.»
«Chtulu ha sicuramente un ruolo importante nel tuo disco. Raccontami come si è guadagnato questa posizione essenziale nel tuo progetto.»
«Il mio cane, dici? Bollo lo prende sempre in giro perché è un po’ deforme, ma di razza proprio. Ha preso le foto del cane e me l’ha messo lì. Così. Io col booklet non c’entro niente, ne ho solo constatato la meravigliosità ad opera compiuta. Hanno collaborato Bollo e Gulag a quattro mani, attivamente sia alle idee sia alla realizzazione, nudi in webcam; complimentandosi a vicenda per i rispettivi peni, elaboravano le idee per il booklet: così funzionano i veri studi di grafica.»
«La motivazione per la quale Karas ha deciso di regalarti tante basi da poter realizzare un disco ha alla base delle preferenze omosessuali?»
«No. Sono stato il primo a chiedergliele. Prima se le faceva probabilmente solo per lui, poi gliele ho chieste, l’ho preso in contropiede e una volta che mi ha detto di sì non poteva più dirmi di no.»
«Portami a Petare in Numerosi Luoghi è una canzone d’amore. Per quale motivo non è citato DJ Craim?»
«Perché è una canzone troppo leggera per affrontare il tipo di amore che nutro per DJ Craim. Questa qui è una roba come “Gianna, gianna, gianna” alla fine. È una canzone d’amore spensierata, per prendere la tua bella e trotterellare nei campi, giù per le praterie, non è quell’amore intellettuale che io e Craim nutriamo l’uno per l’altro.»
«Pedofilo, Antisemita, Amante Gatti. Quanti ti hanno risposto a questo appello?»
«Nessuno. Anche perché comunque non sono stati in molti ad ascoltare questo disco.»
«I 5 secondi di melodico al termine della Quadrilogia del Tatami è un adattamento alla nuova tendenza degli MC a voler evolvere la propria musica integrando il cantato?»
«No. Quella base lì, Karas non l’ha fatta per me. È una sua strumentale che aveva già messo in un disco e siccome mi piaceva, gli ho chiesto se potevo prenderla. L’unica cosa che è stata cambiata è la frase all’inizio, che abbiamo messo quella della pubblicità progresso. Il pezzo ha questo beat che cambia; ha quattro cose diverse e allora volevo fare tutta la storiella con le quattro parti; poi c’è sto finale con il flautino che entra e allora ho provato a cantare. Tra l’altro nel demo che mi son fatto a casa ero quasi riuscito a cantare intonato, mentre lì da Fuji, cantavo tutto fuorché quello. Io riesco a stonare con l’autotune, rendiamocene conto. Sbagliavo così tanto l’intonazione, che me lo avvicinava alla nota più vicina, ma era quella sbagliata.»
«Come ti spieghi che ancora le testate giornalistiche non accettino il tuo messaggio sociale?»
«Perché la fedeltà di un paese è inversamente proporzionale alla sua distanza dal Vaticano. Il nostro paese è il più vicino al Vaticano, quindi è chiaro che abbiamo testate giornalistiche e trasmissioni televisive infelici. Tra l’altro, tutti mi fanno i props di nascosto.»
Ad un mese dall’uscita di Mi Fist, Gold e Mortecattiva decidono di fare qualcosa di meraviglioso per la divulgazione del messaggio di Aggettivo Sette: acquistando qualcosa nello store online di Gold, insieme al vostro ordine, riceverete un codice segreto per scaricare il disco di Mortecattiva GRATIS.
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