Ghemon sarà in concerto sabato 17 Gennaio – Auditorium Flog, Firenze
Ghemon ha avuto uno sviluppo stilistico che sembra aver portato alla luce la sua vera natura musicale. La collaborazione con Macro Beats ha inizio nel 2008. A tuo avviso, era già intuibile una tale evoluzione per il futuro, oggi presente, di Ghemon?
Se banalmente riduciamo tutto a “suonato con gli strumenti e cantato” direi sicuramente di sì. Non ci dimentichiamo che il primo disco uscito su etichetta Macro Beats è E Poi, All’improvviso, Impazzire, un lavoro di una musicalità unica e con degli inserti cantati che, già al tempo, nessuno si sarebbe aspettato. Se invece parliamo, più specificatamente, di Ghemon di ORCHIdee, credo che, intuizioni o scommesse a parte, non era facile predirlo. ORCHIdee è un disco che racchiude tutta la maturità dell’artista Ghemon e che nasce in un momento preciso, in cui Ghemon era l’uomo giusto al momento giusto, per quel disco. Credo che non sarebbe stato possibile concepirlo e costruirlo nella maniera in cui è un mese prima o un mese dopo.
In che modo è nata la collaborazione tra Ghemon e Macro Beats?
Conosco Gianluca da tempi non sospetti, dai tempi dei “Sangamaro” per intenderci. Quando lui si è trasferito a Roma ci siamo incrociati un po’ di volte, ma educatamente. Poi nel corso degli anni, grazie soprattutto all’amicizia in comune con Kiave, abbiamo iniziato a frequentarci e a parlare più spesso di musica. Lui arrivava da La Rivincita dei Buoni, io stavo mettendo su il roster della “in via di costruzione” mia nuova etichetta Macro Beats, sono riuscito a convincerlo che avremmo potuto fare grandi cose insieme e lui si è fidato. E così è stato.
Come si può descrivere musicalmente Ghemon?
Un talento, ma allo stesso tempo un grosso lavoratore. La cosa più bella che penso che sia riuscito a fare fino ad ora, oltre alla musica stessa è proprio questa, che per descrivere Ghemon, basta dire Ghemon. “Come: Ghemon”, “Tipo: Ghemon”. Ecco, lo descriverei così “Ghemon” (allargando le braccia e facendo anche un po’ spallucce…)
Quali sono le aspettative musicali su Ghemon: pensi che continuerà su questa linea artistica o avrà ancora elementi per arrivare ad un’ulteriore maturazione della propria identità musicale?
Non si è mai sentito un disco di Ghemon uguale a quello precedente, quindi le aspettative sono sempre enormi nei suoi confronti, ma più che “maturazione” mi piace affiancare al percorso che stiamo facendo le parole “maturità” ed “evoluzione”, tasselli fondamentali della carriera artistica di Ghemon, il quale ha il grosso merito di averli saputo inserire nel contesto giusto di ogni disco che ha fatto, volta per volta.
Cosa ti aspetti da Ghemon?
Che riempia la mia playlist per molto altro tempo di grandi canzoni da ascoltare, come è abituato a fare da tanti e tanti anni ormai.