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L’ignorante3.4 Firenze, 27 Gennaio 2015



E’ oggi, anzi sarà martedì La giornata della memoria.

Ma lo voglio dire in anticipo, cioè prima che la giornata sia cavalcata da insignificanti discorsi, da bocche riempite di inutili frasi, da eventi creati da chi vuole solamente mettersi la medaglietta al petto con su scritto “Io ricordo”.

Lo voglio dire oggi, prima che Salvini spari la sua cazzata settimanale, che io mi infastidisca guardando i post Facebukkiani creati per l’occasione e inseriti da chi oggi posta “Basta negri”.  Ne voglio parlare prima, prima che il solito fascistoide pensante dica che l’olocausto non è mai esistito, che qualcuno dia la colpa alle scie chimiche o che qualcun’altro scriva o dica: Che palle, oggi non è più così, perché non è vero.

Abbiniamo parole come deportazione, leggi razziali, persecuzioni, prigionie e sterminio, solo al popolo Ebraico, solo al periodo bellico, accostandole di primo acchito solo all’evento tragico dell’olocausto. Dimentichiamo troppo spesso invece che sono parole sempre esistite e purtroppo attuali e che non sono mai uscite dal nostro linguaggio o dal nostro vocabolario e che hanno trovato, dall’olocausto ad oggi, altre nazioni, altre città, altri popoli e altre persone su cui appoggiarsi in maniera pesante.

Certo è importante ricordare, ricordare per non dimenticare; ma se ricordare deve farci rimanere al palo, a contare le vittime che ormai sono già state vittime senza affiancarci il pensiero e la volontà di salvare chi sarà vittima domani, non serve a niente.

Non serve a niente la giornata della memoria se non la rafforziamo con giornate del futuro, giornate della speranza, giornate dell’aggregazione, perché dobbiamo dircelo, viviamo ogni giorno discriminazioni, atti terroristici, leggi razziali, e stermini di massa, come quello recente in Nigeria.

L’olocausto deve servire certamente a ricordarci cosa un essere umano può arrivare a fare ad un altro essere umano solo perché non gli piace, non lo riconosce, non lo accetta o è diverso.

Ma il ragionamento non può fermarsi lì e le azioni devono diventare concrete verso altri traguardi futuri,  perché diverso non ha un nome, non ha un’etnia, non ha un colore, e non sappiamo chi sarà il prossimo ad essere il diverso e ad essere dalla parte del tu così non ci vai bene. Potrei essere io, oppure tu.

Lo voglio dire oggi: Che la giornata della memoria non sia solamente triste, non sia soltanto la giornata in cui si parla del passato rimanendone ancorati e schiavi, perché rimanere schiavi del passato vuol dire subirlo e non guardare al futuro.

Che la giornata della Memoria sia una giornata che guarda al passato catapultandolo nel futuro e facendolo diventare e vivere come presente, perché è anche oggi che abbiamo bisogno e dobbiamo avere memoria e non soltanto per quello accaduto ma per quello che ancora deve accadere.

“Scolpitele nel vostro cuore, Stando in casa, andando per via, Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli.”
(Primo Levi)

Augh e buona fortuna.
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per un pezzo di pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi. Sopravvissuto