Libertà è partecipazione. (Gaber)
Sì, ma dipende dalla qualità della partecipazione.
La partecipazione becera, senza alternative o proposte, se non quella di chiudere l’altro in un angolo, è stancante, sfiancante e deludente.
Non credo alla Partecipazione se frena le decisioni o se non è un percorso fatto insieme ma una piazza tonda, da dove non si esce.
Partecipare è dare il proprio contributo e non voler decidere per forza.
Partecipare è conDividere e conVivere con gli altri.
E parliamo senza saper ascoltare.
E vogliamo vincere, senza saper perdere.
Chi vuole avere impari anche a cedere.
La partecipazione di Gaber è quel tipo di partecipazione attiva ma non oppressiva nella discussione, che porta un qualcosa in più, non in meno, che esalta e non affossa, è il principio per cui più teste insieme, fanno (potrebbero fare) la differenza.
Partecipare attivamente, intelligentemente, discretamente è libertà, altrimenti è, dittatura con gli altri e schiavitù nei confronti dei propri princìpi e ideali.
Sì, schiavi delle proprie idee (giuste a prescindere) ci ritroviamo ad urlare e ad andare oltre il comune e civile senso della partecipazione democratica, e volenti, a volte inconsapevoli vittime, ci ritroviamo ad essere pari pari quelli che critichiamo.
Perché?
Perché nessuno si accontenta mai. Perché profondamente siamo egoisti e dittatori.
Perché profondamente vogliamo essere IO e non NOI.
Churchill, Premio Nobel alla letteratura, diceva, citato da Enzo Biagi, “la Democrazia funziona quando a decidere siamo in due, e l’altro è malato.”
Sì, forse è così, anch’io non credo alla democrazia, non credo alla democrazia del facciamo finta di parlare poi tanto faccio come mi pare, e non è una questione di idee diverse, il problema è pensare al proprio orticello e non riuscire a vedere le cose nel complessivo.
Siamo cittadini? Sì, ma i cittadini sono residenti, esercenti, commercianti, artigiani, malati, bambini, anziani, giovani, vecchi, sani, sportivi, automobilisti, ecologisti, animalisti, trombai, volontari, muratori, immigrati, stronzi. Sì, anche gli stronzi sono cittadini e come tali, hanno il diritto ad essere ascoltati.
Ed ognuno di questi ha il suo diritto, ognuno di questi ha i suoi bisogni.
Quand’è che siamo stati divisi e messi l’uno contro l’altro?
C’è stato un momento, c’è stato un periodo.
La democrazia è in ogni aspetto della vita sociale e di convivenza civile tra le persone, perché la democrazia politica, senza la democrazia culturale, non è una democrazia e non esiste un paese, culturalmente avanzato e democratico senza princìpi base come il sapersi porre con gli altri.
Domandarsi serve a farsi delle idee e non soltanto a darsi risposte.
Nella partecipazione democratica (messe insieme fanno quasi paura) dovremmo spogliarsi di ogni voglia di prevaricazione, di ogni ostentazione di noi stessi, di ogni voglia di ribalta e riflettori, di ogni voglia di apparire, di voler vincere, di voler affermare qualcosa di cui non conosciamo a volte neanche la natura.
Non vorrei essere uno schiavo, ma non vorrei neanche essere un padrone. diceva Lincoln.
Non essere soltanto te stesso, quando parliamo di cose comuni, ma diventiamo anche un po’ gli altri.
La democrazia è cercare di coniugare i bisogni di tutti, cercare di dare un pezzettino ad ognuno e non tutto ad uno.
Sono democratico quindi mi impongo, è come dire: vorrei la calma ma sono violento.
La democrazia non è libertà e neanche la partecipazione, fatta in quella maniera, è libertà.
La democrazia è lasciare qualcosa di se per acquisire l’altro.
La democrazia è un punto di vista comune.
La democrazia è non pensare di avere la verità in tasca, ma che insieme possiamo trovare un po’ di giustizia per tutti. Non c’è chi vince a prescindere. Mai.
E comunque.. chi vuole vincere, deve saper perdere e chi vuole avere impari anche a cedere.
Augh.