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L’immaginario di Ilaria Guarducci ~ Illustratrice



Domani giovedì 19 marzo si terrà la prima del ciclo di mostre che vedranno protagonista l’immagine grazie ad una collaborazione tra 400 Drops, collettivo artistico underground e Diorama, noto pub dalle pregiate birre.

L’artista che si occuperà di creare pareti oniriche e darà la possibilità ai fruitori di offrire birre speciali a se stessi e a chi parteciperà con loro, sarà Ilaria Guarducci, fiera illustratrice di mondi fantasticamente reali.

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L’inaugurazione programmata per le 18 in Via Pisana 79/r, si preannuncia un’occasione per ritrovare il proprio bambino nascosto nelle pieghe dell’età quasi adulta tramite le dolci rappresentazioni di Ilaria.

«Prima di decidere di voler intraprendere la strada dell’illustrazione, sei passata attraverso esperienze lavorative che poco avevano a che fare con il mondo del disegno. Questo iter è stato decisivo per essere oggi un’illustratrice?»

«Sicuramente è stato un percorso “tortuoso” quello che mi ha portato a fare l’ illustratrice e ad essere quello che sono oggi, ma direi necessario. Forse non ho avuto subito il coraggio di fare quello che veramente sentivo o forse ne volevo fare troppe. In ogni caso questo periodo di nomadismo esistenziale in cui ho fatto “altro” ha contribuito a modellare il mio modo di vedere le cose e il mio immaginario. Niente è inutile e tutto accade quando deve accadere (mantra saggi per ogni occasione)!»

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«Quello che rappresenti ha qualcosa di onirico e tu stessa ti descrivi dicendo che fin “da piccola disegnava tanti omini buffi e sognava di fare fumetti”. Gli scenari che definisci sono frutto di un’ispirazione tratta dalla realtà o provengono da un immaginario tuo personale?»

«Direi che fanno parte di un mio immaginario personale popolato da personaggi a volte ironici e leggeri, a volte grotteschi o solitari. Ma si sa, l’ immaginario ha radici nella realtà… (e forse è per il fatto di aver lavorato in una pasticceria che disegno spesso torte e pasticcini).»

«“Sempreverde” è tra le pubblicazioni esclusivamente firmata da te. Solitamente i protagonisti di un racconto per bambini sono spesso bambini. Qual è stata l’idea che ti ha portato a creare personaggi come Osvaldo e Teodoro che sono due persone di “102 o 107 anni”?»

«L’ispirazione per questo libro viene dalla mia nonna, una poetessa novantaduenne con un’incredibile vitalità (e a tratti con una vita sociale più attiva della mia) e dalla presa di coscienza che a volte bastano piccoli accorgimenti quotidiani per sentirsi bene così come si è.»

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«Ma soprattutto: le tue illustrazioni sono pensate per i bambini?»

«Le illustrazioni per i miei progetti libro sono principalmente pensate per i bambini, anche se cerco sempre di creare più livelli di lettura (sia del testo che dell’immagine) così da risultare interessanti anche per i più grandi. Ci sono poi alcune cose che escono semplicemente dalla matita senza essere pensate specificatamente per qualcosa, ed è questa la parte direi quasi terapeutica, di ricerca personale e stilistica che porto avanti con tecniche diverse da quella digitale, come la xilografia e la calcografia. Qualunque sia il modo in cui nascono, mi piace che le mie illustrazioni siano, non necessariamente comprensibili, ma più che altro interpretabili da persone di tutte le età e di tutti i tipi. Anche da qui nasce la voglia di portare la mia arte per strada, la voglia di dare vita ad un’ immagine che esca dalla mia stanza e faccia parte della città, che possa essere osservata da chi passa per poi trasformarsi coperta dalla muffa o da qualche altro murales.»

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Per affondare più profondamente nell’universo di Ilaria, potete cliccare QUI e farvi assorbire dalle sue illustrazioni domani, sorseggiando birra.