Sarà uno degli ospiti di punta del Middle East Now Festival (8-13 aprile, Firenze) assieme a Dre Love e Shantel. La sua è la prima performance in Italia. THE NARCICYST, musicista di origini irachene, uno dei più apprezzati artisti della scena Arab hip-hop internazionale, venerdì 10 aprile salirà sul palco dell’Auditorium Flog (ore 22.30) come special guest del concerto-evento in occasione del Middle East Now 2015 (festival di cinema, arte contemporanea, musica ed eventi sul Medio Oriente) organizzato assieme a Oxfam Italia, Music Pool/Network Sonoro e La Scena Muta, in collaborazione con noi di GoldWorld.
Nato a Dubai da genitori iracheni di Bassora, cresciuto tra gli Emirati e il Canada, Yassin “THE NARCICYST” Alsalman è un artista dalla forte matrice politica. E’ uno dei pionieri del hip-hop arabo della diaspora. E’ il precursore degli MC di origine irachena, ora stazionato tra Montreal e Dubai. Musicista, attore, artista multimediale e professore alla Concordia University; tra i film a cui ha preso parte, ricordiamo City of Life, uno dei maggiori successi del cinema dagli Emirati, seguono la serie tv canadese Betes Humaines e Rise, l’ultimo short music film scritto e prodotto come anticipazione dell’album in uscita nei prossimi mesi, dal titolo WORLD WAR FREE (diverrà anche un libro di strisce e una serie di videoclip).
Yassin, recentemente, ha fondato il collettivo di artisti multimediale, The Medium, con l’obiettivo di facilitare le relazioni e gli scambi internazionali tra pensatori, artisti e creatori di brand culturali in tutto il mondo.
Intervista a cura di F.B.
Mi piacerebbe capire in che modo l’hip-hop arabo si stia evolvendo e che tipo di impatto la tua musica ha avuto, con album come Stuck Between Iraq and A Hard Place e Fear of an Arab Planet.
Non saprei raccontarti che tipo di impatto ha il mio lavoro, credo che dipenda dall’ascoltatore. Posso dire di essere stato uno dei primi a generare anche una vera e propria comunità e a mettere in contatto gli artisti. Faccio musica da oltre una decade, quasi due; sono troppo timido per accostarmi volontariamente a termini come “Arab hip-hop”: io faccio musica e casualmente la mia musica è anche araba. I miei progetti più recenti parlano più dell’essere umano in genere, senza distinzione di razza e cultura.
Che cosa possiamo aspettarci dalla tua performance al Middle East Now?
La mia performance si baserà su materiale nuovo, roba che proviene dal mio prossimo album solista World War Free Now.
Secondo te che cosa contraddistingue la musica del Medio Oriente, oggigiorno?
La musica proveniente dalla nostra religione è sempre stata diversa. Da una parte c’è la scena superglam della musica pop, dall’altra quella più underground dell’elettronica e dell’hip-hop. Rappresenta un punto di rottura, per me.
Qual è il tuo rapporto con il mondo occidentale?
Vivo in Canada, sono cresciuto da questa parte per la maggior parte del tempo. Penso di avere una relazione molto intima con l’Occidente, più personale di ogni altra cosa. Il Canada è ormai una grande fetta della mia identità e, al tempo stesso, parte della mia crisi d’identità. Inoltre, quello che creo ha una propria forma d’arte occidentale ma con radici nelle madrepatria dell’Africa e dell’Arabia. Perciò sono legato ad entrambe le culture.
Hai un’icona?
I miei genitori sono le icone più forti. E Michael Jackson, certo. Musicalmente parlando, lui è stato capace di trovare il giusto equilibrio tra sensibilità popolare e il “messaggio”. Non molti artisti riescono a farlo. Long Live the King!
Che ricordi preservi degli Emirati Arabi Uniti?
Ne ho così tanti. Ho trascorso gran parte della mia infanzia là. I miei migliori amici vivono ancora negli Emirati Arabi. Ed à là che ho avuto le prime opportunità di esibirmi. Dagli show ai film. Quel posto è una benedizione.
Hai avuto un ruolo in City of Life. Ammiro il lavoro di Ali F. Mostafa. Com’è stata l’esperienza sul set e qual è lo stato di salute del cinema mediorientale?
Non saprei dirti dal punto di vista del business, ma è meraviglioso vedere come una nazione promuova i suoi talenti in un modo così creativo. Lavorare con Ali è stato come aver accanto un fratello. Ha anche diretto il film che ho scritto, Rise. E’ grande e fa grandi cose.
Sei arrivato in Canada nel 1993. La musica per te è nata là?
La mia musica è cominciata a casa, con mio padre, che mi ha trasmesso immenso rispetto per l’arte.
Ed ora quale progetto ti attende?
Ho un nuovo disco da solista in arrivo, entro la fine di maggio: World War Free Now, appunto, accompagnato da un fumetto nel mese di giugno e altri nuovi videoclip e corti. Sto anche lavorando con il collettivo Medium, con El Seed, Sundus Abdul Hadi e tanti altri.