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Powa Flowa #3



equiseto

Sono molto legato alla pianta di cui scrivo oggi, ma l’ho vissuta più da un punto di vista “pratico” che emotivo.

L’equiseto (o coda cavallina) è una pianta che esisteva già 300 milioni di anni fa, e magari l’avrete probabilmente incontrata anche voi passeggiando vicino a corsi d’acqua, siano questi ruscelli, stagni o fossi. La vostra attenzione potrebbe essere ricaduta sulla forma particolare del fusto e delle foglie, che ricordano appunto del cavallo (in latino Equus) i crini (Saeta).

Ritornando invece alla mia esperienza personale, tempo fa mi trovavo in un posto meraviglioso immerso in boschi distanti anni luce da Babilonia, ma ahimè, soffrendo di ematuria (ovvero una triste presenza di sangue nelle urine) e se potete immedesimarvi nella paranoia del “perché cazzo piscio sangue“, potete anche capire la mia gratitudine verso questa pianta che letteralmente rigenerò il mio apparato urinario.

Solo dopo infatti questo nostro fortunato e primo incontro, ebbi modo di verificare sui libri le sue estreme proprietà diuretiche.

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Non solo, è altamente remineralizzante, e quindi consigliata sotto forma di decotto in caso di dissenteria, anche grazie alle proprietà astringenti. Proprio a causa dei sali minerali è indicato poi per rinforzare i capelli, le unghie, e soprattutto le ossa, ostacolando tutte quelle malattie ad esse collegate.

E’ inoltre utilizzata, sotto forma di lavaggi, per disinfettare e favorire la cicatrizzazione di piaghe e ferite, ovviamente in caso non disponiate della borsa del pastore!

Il sapore è piuttosto caratteristico e piacevole (entro certi “dosaggi”, oltre i quali..scazza!) e se raccolto in piena estate il decotto assume un particolare bel colore rosso.

Sono entrato in contatto con questa pianta anche per un altro suo aspetto fondamentale.

Al pari del macerato di ortica svolge infatti un azione repellente verso determinati insetti presenti nell’orto, come gli afidi, ed è anche utilizzato contro malattie crittogamiche della vite come peronospora e ruggine. Inoltre lo stesso macerato, ricco di minerali come dicevo sopra, è nutritivo e rafforzante per le giovani piante coltivate e può essere utilizzato in sovradosaggio a differenza dei fertilizzanti e dei trattamenti chimici che creano enormi squilibri all’ecosistema con ogni singola goccia.

Vorrei aprire una piccola parentesi a riguardo, al fine di fornire qualche spunto di riflessione.

Vivo in campagna, in colline tappezzate di vigneti, oliveti e orti.

Bello!” Penserete voi.

Ma ogni singolo contadino, giovane o anziano che sia, diffonde nel suo appezzamento di terra prodotti che riportano sull’etichetta immagini di pesci morti, insetti morti e teschi (che almeno in quanto tali hanno diritto ad essere morti).

Capirete che per quanto a livello visivo l’ambiente sia anche bello e salutare, stiamo letteralmente distruggendo l’ecosistema, il tutto con il supporto delle cosiddette autorità. Sicuramente a qualcuno torna comodo, per una questione di controllo demografico, che decine di giovani vite umane (oltre che milioni di vite non appartenenti alla nostra specie) vengano spezzate da malattie causate da sostanze disperse in aria con i metodi più disparati, automobile in primis.

Il problema è che lo squilibrio è già iniziato e così come una trottola che sta per fermarsi, le oscillazioni si fanno sempre più fuori asse.

La situazione è allarmante, al punto che molte specie vegetali non producono più frutti se non trattate con agenti chimici (che a loro volta fortificano di anno in anno i mali che attaccano tali piante). Così come le api, per esempio, che al giorno d’oggi sopravvivono esclusivamente tramite un trattamento contro un parassita noto come Varroa.

Inoltre i nitrati presenti nei prodotti, non vengono smaltiti e si accumulano nelle forme vegetali, e quindi nell’organismo che si nutre di tali ortaggi. Le conseguenze sono ben evidenti, ed è questa la motivazione per cui, oggi, nemmeno la frutta e la verdura (in commercio) fanno bene.

E qui ci riagganciamo all’argomento della rubrica, in cui stavamo sottolineando le (innocue) proprietà nutritive dell’equiseto. Non solo per le piante, ma anche per l’uomo, poiché anche in questo caso i giovani germogli possono essere consumati e per tradizione vanno conditi con aceto.

Sempre a proposito di tradizione si dice che nel Medioevo questa pianta fosse tenuta in grande considerazione per la sua capacità di lucidare i metalli, ed oggi questa tesi è scientificamente supportata vista la particolare abbondanza di silicio nei fusti. Se avete quindi spade, pugnali o scudi da lucidare ora sapete come fare!

Al prossimo Powa Flowa..