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Ganji Killah e Gast: 50 Sfumature di Rosso



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Oggi esce in esclusiva per Gold il video girato in occasione della data fiorentina di “Underground Legend Tour”: 50 Sfumature di Rosso.

È il risultato del connubio tra rime romane e flow marchigiano.

Il pezzo è nato così, quasi estemporaneo, risultato di una telefonata e di una proposta subito accettata.

La base di questa rapida intesa è un rispetto reciproco, una spontaneità data dalla volontà di creare qualcosa dalla stima di chi si è sempre proposto sincero sia sopra, sia sotto il palco.

Così Gast e Ganji Killah si sono incontrati, come avrebbero potuto fare Snoop Dogg e Wiz Khalifa, in una location straniera per entrambi, ma in cui sono riusciti a creare una connessione di parole, di intenti, di fumi.

Ganji Killah racconta dell’origine delle rime incrociate con Gast, di quali siano i canoni di apprezzamento per un buon rap, di quanto lui continui ad essere provocatorio ed abbia contemporaneamente raggiunto un equilibrio personale, ma non artistico, di dove sia finito Jon Bubba.

«“Siamo come Snoop e Wiz all’italiana che s’incontrano” -citando Gast- e creano un prodotto come 50 Sfumature di Rosso.
Come nasce la collaborazione tra te e Gast?»

«Ci siamo incontrati un paio di anni fa ad un concerto di Noyz. Io stavo là per accompagnare in un paio di pezzi Lapo Raggiro e nel backstage ad un certo punto arriva Gast e mi dice: “Ma tu sei Ganji Killah? Grande! Spacchi!” e io: “Ma tu sei Gast? Grande! Spacchi!”. Da lì poi ci siamo sentiti e prima della serata qua a Firenze lui mi ha chiesto se mi andava di fare un brano insieme; io ho pensato che intendesse durante il live, quindi gli ho risposto che magari avremmo riadattato qualche brano e lui mi ha detto: “No, no. Facciamo un pezzo nuovo io e te”. Io avevo questa base mandata da Giò Lama, ho scritto una roba, registrato il provino, mandato; lui scritto, registrato, rimandato… Molto in tranquillità. È venuto un cotto e bruciato veloce e autentico, dettato più da affinità , appunto siamo un po’ come Snoop Dog e Wiz Khalifa che s’incontrano: “Ciao, ma anche tu fumi?” “No! Ma dai! Che bello!”. Siamo dello stesso anno e abbiamo gusti musicali riguardo al rap molto simili, quindi è venuta una roba abbastanza naturale, come la sostanza che ci piace tanto fumare.»

«Questo feat è un preannuncio per una rapporto lavorativo che porterà ad un prodotto più completo?»

«Si faranno sicuramente altri pezzi insieme! Giò Lama subito dopo questo brano, ci ha mandato una bella cartella di beat. Ovviamente progetti permettendo: Gast sta finendo un EP suo, più altre robe; io ho appena finito di fare il disco nuovo, però sono già proiettato verso un futuro mixtape in cui inserirò tutte le tracce scritte un po’ più veloci. È sempre un susseguirsi: una catena di cose da fare, però sì, sicuramente ci sarà un progetto insieme a Gast o qualcosa nei propri individuali. Siamo sempre i lavoratori dell’ultim’ora.»

«Quali sono state le tracce di Gast che ti hanno fatto desiderare di condividere con lui un palco o un pezzo?»

«Ci sono state diverse tracce, ma non è una questione di singoli pezzi, ma piuttosto di attitudine. Il fatto di come uno si pone nel rap, come lo fai e con che credibility: per dire certe cose le devi aver vissute, devi essere in un determinato modo. Io apprezzo molto il modo di cantare, lo stile, il flow, quello di cui parli, ma se quello di cui parli non ti rappresenta è tutto niente: non sei autentico. Io quello che apprezzo dei vari rapper (tra i quali Gast) è il fatto di essere reali, non personaggi inventati di sana pianta. Per me è molto più importante questo aspetto qui: Gast per me, ha scritto “real” sulla fronte e non c’è nient’altro da dire.»

«L’ultimo estratto che è uscito è Gilf Hunter come anticipazione del nuovo album fuori a breve.
Mi puoi spiegare la scelta degli argomenti che affronti e le rime che componi con funzione chiaramente ironico/provocatoria?»

«Una delle altre mie funzioni di default quando rimo! Di base queste robe nascono sempre dalle minchiate, dalle risate che si creano facendo ste robe. Poi quando sono con Ckrono e Slesh, c’è quest’aria un po’ beffarda, scherzosa, e divertente e anche lì è nata molto naturalmente. È un pezzo con più letture: se lo senti una prima volta e magari non segui il doppio senso pensi che Ganji Killah si tromba le vecchie. Non è proprio così. Il messaggio di fondo è quello di focalizzare l’attenzione sul fatto che il business del rap è tutto incentrato su un’età che va dai 15 ai 20 anni. Io ritengo di essere un po’ più grande della media dei rapper e fare del rap per una fascia d’età più alta. Se pensi che i rapper di 25 anni vendono a quelli di 15, io che ne ho 35 dovrei arrivare almeno a quelli di 20, che magari un po’ più di gusto elevato ce l’hanno. Quindi il fatto di vendere ai ragazzini fa presumere che tu rapper di 25 anni, ti trombi le quindicenni; a paragone, io -che ne ho 35- mi trombo le vecchie: è detto in modo molto rude, perché sono rude, però il messaggio c’è anche se ironico e bizzarro.»

«Il nuovo disco seguirà sempre la linea indisponente dei precedenti?»

«Ni. Siamo partiti sempre in modo indisponente con Gilf Hunter prima dell’estate, proprio per seguire il filone tenuto fino a questo momento: è un disco ufficiale, quindi ci saranno moltissime sfaccettature di me, tanto quanto ci saranno produzioni diversissime. Ho da una parte un Digi con una roba iper elettronica (ma neanche così tanto) e dall’altra un Black Lotus con roba iper boom bap con varie sfumature di colore; in più ci saranno 5-6 tracce con le basi di Arge della NUMA crew. Ci sono pezzi sempre molto pazzerelli, come altri più introspettivi: da story telling a racconti della mia vita con prospettive più mature; da pezzi che hanno due anni a pezzi che ci ho messo due anni a scrivere. Sarà un disco con molteplici e variegati aspetti di me, come dovrebbe essere. È una cosa a cui tengo molto.»

«Che fine ha fatto Jon Bubba?»

«Mahatma Ganji è il manifesto che rappresenta il fatto che ho raggiunto un po’ un equilibrio: non c’è più tutto quel folclore di personaggi che ci poteva essere prima. Questo nuovo disco è un po’ l’emblema della mia nuova stabilità: Mahatma Ganji è l’ago della bilancia tra il mio lato più pazzerello e il mio lato un po’ più conscious. Sono arrivato ad un equilibrio come persona, ma non come artista.»

Aspettando nuove produzioni frutto di vibrazioni positive e beat, invito a partecipare almeno ad uno di questi eventi programmati per questa calda estate in cui sarà presente Ganji Killah:

  • 21 Giugno con FileToy, Gast, Alien Dee, E Green & ClaverGold @ Barrio – SanBenedetto
  • 5 Luglio con Brain & File Toy – Roseto degli Abruzzi
  • 10 Luglio con Askal & TDS @ Geko – San Benedetto

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Illustrator: Rhinocens