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La notizia che più mi ha colpito in questa settimana è che l’Ungheria, paese membro della Comunità Europea dal 2004 e dal 2007 in “area Schengen”, avrebbe intenzione di costruire una recinzione alta 4 metri lungo il confine con la Serbia per arginare il fenomeno dell’immigrazione clandestina dovuta principalmente ai conflitti in corso in Africa e in Medioriente.

…Conflitti dei quali noi Europei non siamo assolutamente responsabili…. (no no…). 

Sulle pagine online de La Repubblica il ministro degli esteri ungherese Peter Szijjarto affermava pochi giorni fa: “L’immigrazione è uno dei problemi più gravi per l’Unione europea di oggi. I paesi dell’Ue cercano una soluzione …ma l’Ungheria non può permettersi di aspettare più a lungo. Stiamo parlando di un tratto di confine lungo 175 km (110 miglia), la cui chiusura fisica potrà essere realizzata con una recinzione alta quattro metri. Il ministro dell’Interno ha ricevuto l’ordine di costruirla”.
Dopo aver presentato questa soluzione il quotidiano online ricordava anche che “si tratta un’iniziativa che viola un diritto inalienabile, quello di richiedere asilo” e sucessivamente dava spazio alla preoccupazione della portavoce regionale dell’agenzia Onu per i rifugiati, Unhcr, Kitty McKinsley: “Erigere un muro metterebbe troppe barriere a questo diritto”.

Ecco, adesso dirò la mia: la notizia mi ha ovviamente scioccato, ma in una Comunità Europea intenta quasi esclusivamente all’apparente stato di salute delle banche e dei bilanci, il caso ungherese non è  isolato. Il consenso nelle file dell’estrema destra cresce anche nella civilissima Danimarca, dove il Partito del Popolo, che hanno fatto della bandiera anti immigrazione uno dei temi della campagna elettorale, è da oggi la seconda forza politica presente in parlamento.

Però se vogliamo dare una risposta, un piccolo contribuito, ad una causa che va in netta contrapposizione a quanto sta accadendo, un modo c’è.

Come? Basta partecipare o acquistare un biglietto per il World Refugee Day Live:

“Un grande evento – si legge nel comunicato – per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni di oltre 50 milioni di persone nel mondo costrette a fuggire a causa di guerre, discriminazioni e violazioni dei diritti umani”.

È questo l’obbiettivo del World Refugee Day Live, il concerto che l’UNHCR, in collaborazione con Publiacqua e Water Right Foundation, con il sostegno della Regione Toscana e di Unicoop Firenze, organizza per sabato 20 giugno 2015 all’Ippodromo del Visarno a Firenze.

Il biglietto di ingresso sarà di 10 euro con i quali l’UNHCR, al netto del contributo SIAE e degli oneri fiscali, garantirà un mese di acqua potabile a un rifugiato che vive in condizioni di emergenza umanitaria. Tutte le spese di produzione sono sostenute dagli sponsor tramite contributi diretti o tramite la fornitura gratuita di beni e servizi. Nessuna spesa di produzione graverà sull’incasso che sarà totalmente devoluto a UNHCR.

Quindi poche storie, da qualcosa si dovrà pur partire.
Comprate subito un biglietto!
Io non so se avrò modo di partecipare ma l’ho comprato lo stesso.

Sul palco si alterneranno big italiani come Elisa, Piero Pelù, la Bandabardo, Brunori SAS, Francesco Pannofino, Enrico Ruggeri; tanti gli artisti toscani a sostegno dei rifugiati come i Virginiana Miller, Street Clerks, Cecco e Cipo, Appino, i Gatti Mézzi, Francesco Guasti, cantautori come Dimartino e Diodato, oltre a Naomi Berrill.

Suonano tutti a titolo gratuito.

Eccovi il link per l’acquisto del vostro ticket

P.s. Una domanda all’organizzazione: Ma la Siae non poteva rinunciare al suo contributo? No eh?
In ogni caso, grazie per questa bella iniziativa. Sono contento di aver offerto questo piccolo contributo.

Buon ascolto