*Le foto riprodotte in questo articolo provengono dalla pagina Facebook del Palio di San Jacopo: QUI
Quest’anno fa veramente caldo. Sono molti anni che luglio non infuoca così le nostre estati, e forse per questo ci sembra un evento fuori dal normale. Il paese è in fermento fin dalle prime ore del mattino: in giro si vedono già ragazze con acconciature elaborate e trucchi sfarzosi, in piazza la vita quotidiana si mescola al lavoro della Pro Loco, intenta a sistemare sedie, regolare luci, predisporre uscite di sicurezza, sempre sotto l’occhio vigile dei soliti avventori del bar di turno. I discorsi girano attorno ad un solo argomento: la prima uscita dei carri allegorici del Palio di San Jacopo 2015, la festa che ogni abitante di Gallicano aspetta per tutto l’anno, e che nelle ultime edizioni ha raggiunto livelli artistici molto alti, grazie all’intenso lavoro dei rioni ed all’impegno della Pro Loco. Per i Gallicanesi vale la regola “tutti amici fino alla prima uscita”, quindi da oggi non si scherza. I primi sfottò si placano nel primo pomeriggio, il caldo costringe in casa anche la più lunga delle lingue, che troverà comunque sfogo online grazie a Facebook, dove già da giorni se ne leggono di ogni tipo. Poi, fortunatamente, arriva la sera.
Le aspettative sono alte: lo scorso anno il Palio è stato paragonato al Carnevale di Viareggio, quindi si spera in un aumento di pubblico che comprenda turisti e stranieri. Ma il Palio non è un carnevale, è qualcosa di diverso, unico nel suo genere: i rioni si sfidano proponendo un vero e proprio spettacolo accompagnato da carri allegorici e sviluppato su un tema comune. Tre rioni, tre piazze, tre spettacoli proposti contemporaneamente per poi trasferirsi nella piazza successiva e ricominciare, in modo che ogni piazza possa godersi ogni singola esibizione.
Arriviamo in piazza Caponnetto alle 19:30 circa, ci sono già molte persone ma troviamo posto facilmente. Vicino a noi ci sono due signori di La Spezia, è il loro primo Palio ma ne hanno sentito parlare così bene…. Alle 20:30 la piazza è gremita, e manca ancora un’ora ai colpi di cannone che daranno il via alle esibizioni. Non so se le aspettative dell’organizzazione sono state soddisfatte, ma c’è veramente tantissima gente.
Il tema che è stato assegnato un anno fa è “E se il diavolo bevesse l’acqua santa?”.
Ogni rione ha dovuto interpretarlo a modo suo, realizzando i carri, i costumi, scegliendo musiche sulle quali costruire coreografie, dalle più semplici alle più elaborate, un lavoro di un anno intero per circa mezz’ora di esibizione. Il secondo colpo di cannone, che da il via allo spettacolo, è per noi come il fischio d’inizio di una finale mondiale.
Entra il primo rione e la piazza si tinge di rosso, il colore del Borgo Antico, la zona storica del paese, quella che dal centro sale verso le Apuane. Il Borgo ci mostra un Diavolo elegante e tanto sicuro di sé da sfidare la sorte e cadere nell’inganno tesogli dall’Acqua Santa, che dopo averlo portato allo scoperto gli impedisce di tornare negli inferi se non dopo aver sfamato tutto il mondo. I molti figuranti animano la piazza fino all’ingresso del carro principale, che mostra il Diavolo ai fornelli alle prese con pentole e padelle.
È poi la volta del Monticello, il rione che dal centro del paese si espande verso la Garfagnana, ed è tutto uno sventolare di bandiere azzurre. Il Monticello si è immaginato un’ipotetica intervista a Dio, che ci presenta la macchina per distillare il bene, un articolato congegno che viene rappresentato col carro principale. Il collaudo dell’apparecchio avviene seduta stante, e la piazza si anima di martelli e molle che danno il via al processo di distillazione: il carro si apre mostrando il volto di Dio intento a manovrare la sua opera. Il Diavolo viene catturato e costretto a bere alcune gocce del prezioso distillato, e d’un tratto la piazza si trasforma in un gigantesco spettacolo floreale.
Per ultimo, ma solo in questa piazza, entra il rione Bufali, la zona a sud del paese che si allunga in direzione Lucca, che manca la vittoria dal 2003. Per i bianconeri il centro del tema è l’eterna lotta tra il bene ed il male, che di fatto non sono entità pure e ben definite ma contaminate ognuna dell’altra. Il simbolo ricorrente nell’esibizione è quindi lo yin yang, ed i costumi riportano ai colori del rione e del simbolo stesso, giocando su temi come la scacchiera. Il male sembra prevalere quando dal grande cancello posto sul carro principale si affaccia un gigantesco lupo che minaccia la piazza, ricacciato poi indietro dalle forze del bene.
È mezzanotte, lo spettacolo è finito ed il caldo si è placato almeno fino al sorgere del sole, quando Gallicano risplenderà delle migliaia di brillantini lasciati dai figuranti sulle strade del circuito. Ci attende una settimana di fuoco, fatta di commenti, polemiche, feste ma soprattutto attesa. L’attesa per il 25 luglio, quando allo spettacolo seguiranno le premiazioni, l’annuncio del nuovo tema ed il fatidico verdetto per l’assegnazione del cencio. Per quale rione faccio il tifo? Se sabato venite in piazza ve lo dico…