Un noir degno veramente di nota. Sergio Rubini torna a stupirci col suo ottavo film pieno di colpi di scena, di suspance… di vita reale…
Il film narra la storia di Luigi ( Fabrizio Bentivoglio, il Giorgione Clooney italiano…) un professore di filosofia che ritorna in Puglia, dopo essere andato via da adolescente per i contrasti con il padre, da Milano dove insegna. Torna per un fatto drammatico, un lutto quello del padre e del relativo testamento. Ritrova una terra che aveva quasi dimenticato, che fa fatica a riconoscere e di cui nn ricorda neanche i suoi compaesani…
Luigi ritrova i suoi fratelli: Michele, politicotto sfortunato, Mario adolescente dall’animo troppo sensibile, e Aldo fratellastro dei tre che risiede nella terra citata dal testamento. Come sempre accade la proprietà nn fa altro che dividere i parenti e così accade fra i due che vorrebbero vendere la masseria in cui abita Aldo fermo nel proposito di nn vender. Luigi si ritrova così immerso nella realtà pugliese dalla quale era scappato, nei rapporti poco felici con la famiglia… Tutto si complica poi con un omicidio che vede implicati i suoi fratelli i quali avrebbero tutti validi motivi per compierlo…
Il film è molto bello e ben girato… spazia tra gli scenari meravigliosi di una Puglia che presenta i suoi paesi, le sue chiese, le sue spiagge meravigliose e le sue acque limpide… Eppure una Puglia da cui i personaggi di Rubini fuggono come Luigi o restano lì inquieti con le ali tarpate come Mario. Una Puglia dalle mille contraddizioni, dalla gente generosa e buona piena di quella bontà tipicamente paesana, eppure ricca anche di personaggi squallidi come Tonino che Rubini interpreta magistralmente e che impossibile non temere, o la violenza di un padre padrone appena accennato nei ricordi del protagonista che realmente esiste nei paesi del sud…
Il tema dell’esodo, fuggire da una terra nella quale non ci si vuole riconoscere, Luigi osserva i suoi fratelli come il ritratto di quello che poteva divenire lui, inquieto, ma dalla proprie origine non si scappa.. e se il professore ritorna a casa con il suo accento milanese, quando la famiglia e il sangue chiama Luigi ritrova le sue origini e ritorna ad usare anche il suo aspro accento pugliese… Una splendida Claudia Gerini che arriva da Milano per il suo fidanzato ( la bionda del noir, come nei migliori film di genere francesi…) stenta a riconoscerlo e gli dice: non sei più tu! E Luigi: questo sono io veramente, prendere o lasciare. – la trasformazione è avvenuta, nn si può lottare contro la propria natura, dal sud nn si può scappare, mai, lo si porta nel sangue…
Bellissima la scena della processione, dai colori cupi, col Cristo morto e i tamburi che battono e rimbombano per tutto il paese, scena perfetta per…
Nn posso dirvelo, rischio di rovinarvi questa squisitezza…