“Expo 2015 è un format chiuso e consolidato, che inizia e finisce. Il Bie dice che l’esposizione deve concludersi il 31 ottobre e così sarà”. Una dichiarazione – più ufficiale dell’Expo 2015 Spa non esiste altro – che mette per sempre nel cassetto l’ipotesi di prolungamento del mega-evento. “Noi come società organizzatrice abbiamo l’incarico di realizzare l’esposizione e quindi di sgomberarla. Altre opzioni non ci sono. Lo dico per essere chiaro: non c’è alcuna possibilità che Expo duri più di quanto stabilito. L’ipotesi non è mai stata presa in considerazione”.
Lo si apprende dall’articolo pubblicato da Wired Italia (QUI) secondo cui, le ragioni di una mancata estensione, si debbono cercare nelle cifre. Sì, vero: Expo 2015 ha consolidato cifre in impennata nell’ultimo mese e mezzo, per quel che riguarda l’afflusso di visitatori, anche dall’estero. Ma la chance di sfruttare le economie di scala sfuma a causa del regolamento interno dell’evento, così come stabilito dal Bureau International des Expositions, l’organizzazione intergovernativa a cui fa capo l’organizzazione di ogni Expo nel mondo: il Bie.
Il dossier di registrazione di Expo 2015 consegnato il 22 aprile del 2010 al segretatio generale del Bie, Vicente Loscertales mette, inoltre, i seguenti paletti nero su bianco: “Expo Milano 2015 will take place from 1st May to 31st October 2015”. Un impegno d’ordine pratico: così tanti contratti e accordi meriterebbero una deroga immensa, se fosse possibile prolungare l’evento. Ma, come detto, l’evento non è prolungabile. Se il nostro Paese volesse sfruttare la promozione del turismo e dell’agroalimentare, adesso è il momento.