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Maddalena Carrai: “La mia Art Nouveau è Pop”



Illustratrice e graphic designer, Maddalena Carrai non è soltanto un’artista che preferisce lasciare l’etichetta a chi lo merita, per dedizione e ispirazione. Maddalena è, sopra ogni cosa, un colore. Classe 1992, ha già all’attivo collaborazioni con icone pop del calibro di Lady Gaga e brand come Vespa.

Come? Ce lo spiega lei.

Il colore mi sembra una costellazione dominante del tuo lavoro e del tuo impegno artistico. Come lo scegli? Come vi scegliete?

Sia per i miei lavori sia per il colore, mi ispiro ad opere di vario genere, che vanno dall’Art Nouveau alla Cultura Pop. Cerco sempre di mischiare i due stili, arrivando a un segno molto grafico ed essenziale; i colori li scelgo di conseguenza: forti e puri, senza troppi mezzi toni. Prediligo i colori primari o le loro sfumature più accese. Adoro contrastare colori aggressivi e forti come rosso, nero e bianco. Le mie linee sono molto morbide, pulite e femminili, scelgo quindi colori squillanti per contrasto.

Che cosa significa per te “punk”?

Per me la parola “punk” è sinonimo di controtendenza e di voglia di sbaragliare le regole e i vari diktat. Significa cantare fuori dal coro.
Non infrango le regole, però il mio percorso artistico (e professionale) è sempre stato un po’ sopra le righe, sicuramente diverso da quello di persone che svolgono lavori comuni. Essere fuori le righe diventa un po’ una prassi quando cerchi di fare questo lavoro. Le mie opere non vogliono abbattere nessuna regola (almeno non quelle che io ritengo giuste), uso la mia creatività per rappresentare quello che sento e vedo, senza pensare alle stupide censure del corpo o altro. Ecco, dal punto di vista della lotta contro le censure corporee (seni e genitali), posso dire di essere punk!

IL PORTFOLIO COMPLETO DI MADDALENA CARRAI – QUI

Come hai cominciato a disegnare e quando hai sentito che si trattava di un mestiere, per te?

Disegno da sempre, dall’asilo. L’ho sempre fatto e ho sempre saputo che era la mia passione. Sinceramente non lo sto capendo nemmeno ora se è il mio mestiere o meno, spero di si. Mi sto spendendo anima e corpo per far sì che lo sia.

I tuoi mostri sacri?

Nessuno in particolare, attingo da vari artisti ed epoche per i miei lavori.
Quelli che mi hanno ispirato di più in questi anni sono Alphonse Mucha (illustratore Nouveau di fine Ottocento), Andy Warhol, David Downton (fashion illustrator) e vari disegnatori di fumetto, non posso elencarli tutti perché sono molti, ma li ringrazio per l’ispirazione che mi danno. Ovviamente anche Lady Gaga ha giocato (e gioca) un ruolo fondamentale, più che con la musica proprio figurativamente, con abiti, movenze e scenografie.

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Che valore ha per te la moda?

Non sono modaiola, per niente, anzi quasi sono l’antimoda. Odio tutto ciò che è scomodo e non me ne frega se è fico o alla moda. Non cerco vestiti ricercati e con i soldi preferisco fare un bel viaggio anziché comprarmi degli abiti firmati, la moda la uso come fonte di ispirazione, capita infatti spessissimo che vedendo un vestito o un outfit mi venga subito in mente un’illustrazione da farci sopra. La ritengo un’arte, quando non è piatta e pompata dal business, cosa che ora succede in tutte le grandi case di moda e non.

Puoi raccontarci la tua esperienza grafica con Lady Gaga?

Penso che non ringrazierò mai abbastanza lo staff di Lady Gaga per tutto quello che è successo e succede, e per tutte le opportunità che mi sta dando. Sono stata notata dalla sua art director (art director dei concerti del periodo 2012/2013) poiché postavo su un social network disegni ispirati appunto alla cantante. Questa art director mi ha contattato per lavorare nella realizzazione di alcuni stand esterni per il tour mondiale della cantante. Ho detto di sì con piacere. Si è trattato di un lavoro tosto, che però sono riuscita a portare a termine in maniera soddisfacente. Quest’occasione mi ha dato modo di iniziare a lavorare di più, anche con clienti importanti, quali m2o e Vespa, ma soprattutto mi ha dato l’occasione di costruire un rapporto professionale e di amicizia con l’art director che dura tutta’ora: mi ha recentemente contattato per progettare l’illustrazione ufficiale di Brandon Maxwell alla New York Fashion Week. Brandon è lo stylist di Lady Gaga e lui ha lanciato la sua prima collezione personale durante la FW a New York. La mia illustrazione è stata vista e apprezzata non solo da Lady Gaga e il suo staff, ma anche da artisti internazionali quali Nicola Formichetti (stilista, è stato art director di Diesel e Mugler) e Inez & Vinoodh, famosi fotografi di moda.

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Verso dove stai andando, artisticamente?

Non mi vedo come un’artista, sono creativa ma non sono così eccezionale da essere chiamata artista. Io cerco solo di trasformare la mia passione in un lavoro,  cercando di fare dei compromessi validi tra ciò che voglio io, ciò che sono io, e ciò che il mercato richiede. La parte artistica lasciamola a chi veramente può impugnare questa nomea. Un vero artista fa arte in maniera disinteressata e con la mente sgombra, io non sono certo questo il caso.

Quali nuovi progetti vuoi condividere con Gold?

Sto lavorando ad un libro illustrato per bambini, voluto da Vespa, e sto cercando all’estero agenzie di illustrazione che possano rappresentarmi.