di Giacomo Lepori
Il fatto è che ho intrapreso la strada della vita da ubriaco, correndo all’impazzata con un’auto sfasciata a 6 marce, come il mio cervello, ed ho imboccato tutte le possibili deviazioni sbagliate, ad una velocità impressionante, deviata e pazza, quale la mia anima. Con l’anima sempre in viaggio in preda a visioni mistiche, ho superato giorni di afflizioni continue, delusioni, sentimenti inesprimibili a parole e con il cuore, cervello spappolato, pam! Mi scontro in curva a 200 all’ora. Pam! Cado giù dal burrone, profondo dirupo, non vedo il fondo, vorrei toccarlo, farla finita, ma ecco che rinizia l’eterno sogno della vita dall’inizio, qualche certezza dalla quale mi libero immediatamente in quanto inutile alla mia persona, alla sua voglia di nuove esperienze, nuove ispirazioni, nuovi guai. Nuove storie, nuovo star male, nuovi pianti, vecchie risate. E’ il buttarsi, piccole fortune, scrivere per Gold, cercando compagni di sventure letterarie, mal di testa troppo sbronzi, calma troppo apparente e svisionatamente meravigliosa. Innamorarsi, limitarsi pensando di non farlo, per poi ricadere ancora, ancora… Evitare i sentimenti uccidendo la persona, gridare in faccia alle sventure del demonio chiamato società o ingiustizia morale. Perdere la voce, non essere ascoltati, stando comunque sereni in quanto consci di aver fatto tutto il possibile, tutto ciò che potevamo fare per la nostra persona, dormire un attimo, svegliarsi per anni, non star mai fermi, comunicando con noi stessi. Inviare lettere alla nostra anima in continuazione, ricevendo scarse risposte, per lo più inutili. Sperare nell’impossibile, sognando utopie, realizzandole filosoficamente. Sognare da desti, vivendo con meno di zero, accontentandosi dei nostri vaghi e superflui pensieri di rari umanoidi possedenti briciole di anima, ormai sempre più in estinzione, dato il numero sin troppo superfluo nei confronti della massa appartenente ad una unica ideologia e (semi)anima, degna di uno scrittore contemporaneo di romanzi (semi)erotici e di (semi)successo, che non verranno mai ricordati nelle decadi successive, mai più citati da quattordicenni o cinquantenni arrapate, ma che si spegnerà definitivamente come le loro anime fasulle.