Al mio primo incontro col sambuco, non avevo più di 8 anni.
Mio zio utilizzava i fusti, che internamente sono molto morbidi, per fare dei fischietti molto potenti.
Quello che mio zio non sapeva, è che a eccezione dei fiori e dei frutti, la pianta è velenosa e non è il massimo per un bambino di 8 anni tenere in bocca un fischietto tossico per tutto il giorno.
Ma sono sopravvissuto, forse perchè possa salvare vite di bambini ignari con la mia testimonianza!
Tralasciando questi miei primi contatti con sostanze psicotrope, la strada mia e quella di Sambucus Nigra si sono rincontrate più avanti, e non perchè lui è un Nigra ed io pure (in quanto rapper).
Battute a parte, cambiando casa, mi ritrovai una bella pianta in mezzo alle palle, in quell’appezzamento che sarebbe dovuto essere dedicato all’orto.
Nonostante i problemi che mi ha portato inizialmente, è riuscita a farsi amare grazie a ciò che mi ha regalato negli anni a venire: tanti..tantissimi fiori deliziosi, bacche prelibate e scoperte senzazionali.
Andiamo con ordine…ho parlato di problemi. Aldilà del fatto che la pianta mi faceva ombra agli ortaggi (oggi semplicemente non le coltivo nulla vicino), attirava a se una quantità indescrivibile di afidi, che si espandevano senza limiti alla verdura sottostante. A poco valevano i macerati di ortica ed equiseto, come non bastavano le coccinelle (super divoratrici di afidi) che poggiavo sui rami.
In preda alla disperazione mi misi ad osservare la pianta con sguardo rassegnato, e mi resi conto di qualcosa di stupefacente.
Non erano gli afidi ad invadere la pianta, bensì le formiche che…udite e udite: allevavano gli afidi!
Ore di osservazione per rendermi conto che le formiche trasportavano gli afidi sulla pianta, questi se ne nutrivano e rilasciavano una goccia (forse cacca?) di cui le formiche erano ghiotte.
Mai avrei pensato di trovare una forma di allevamento simbiotico tra gli insetti.
In generale il sambuco è una pianta molto soggetta al proliferare degli afidi, infatti tra questo fattore ed il tempo atmosferico i giorni in cui è possibile raccogliere i fiori non sono moltissimi. Diciamo che la fioritura dura circa 3 settimane in cui gli afidi non tardano ad arrivare.
E’ una pianta molto diffusa originaria dell’Europa, dell’Africa settentrionale e dell’Asia occidentale ed era già utilizzata al tempo degli egizi…non so che uso ne facessero con precisione ma provo ad indovinare: il vino.
Dalle bacche mature si ricava infatti un’ottima bevanda, e credo che tra una piramide ed una mummificazione gli egizi non abbiano perso occasione di farsi un bicchiere.
Gli stessi frutti sono consigliatissimi per la preparazione di conserve e marmellate (decisamente lassative), ma la parte della pianta che prediligo sono i fiori, per il loro delicato aroma dal sapore zuccherino. Anche se non ho mai provato, si possono fare in pastella ed è sicuramente una delle specialità che mi riprometto la prossima primavera.
Sia i fiori che le bacche hanno poi molteplici proprietà, soprattutto nei casi di raffreddamento.
Attenzione perchè come scritto nel primo articolo di questa rubrica, Powa Flowa #1, certe malattie non sono altro che sfoghi, in cui il nostro corpo espelle quelle sostanze in eccesso che abbiamo ingerito a causa di una sbagliata alimentazione. Ecco perchè ti esce muco dal naso, dai bronchi e soffri di sinusite.
Il potere del sambuco sta infatti nell’azione diaforetica, ovvero stimola la sudorazione aiutando il corpo a liberarsi di tutte queste sostanze nocive.
E’ importante sottolineare che se avessi un’alimentazione corretta potresti rotolarti nudo nella neve, senza ammalarti.
Ad ogni modo, quando un aiuto è necessario, questa pianta è consigliata anche per le sue doti diuretiche e antispasmodiche, nonchè per l’azione antinfettiva per la gola e per gli occhi (in uso esterno).
Infine segnalo il forte potere colorante dei frutti, da cui si può ricavare un potente inchiostro dal colore blu/viola.
Buona tisana a tutti!