Domenica scorsa a Los Angeles sono stati assegnati i Golden Globe 2016, la cerimonia che riunisce tutte le eccellenze del mondo cinematografico e seriale dell’anno appena terminato.
Fra coloro i quali hanno innalzato la statuetta al cielo ritroviamo vecchie e nuove facce della storia cinematografica, così come nuove stelle del mondo seriale e attori con un bagaglio d’esperienza incredibile prestati alla tv. In generale da questi Golden Globe, le conclusioni che si possono trarre sono varie e molto diversificate, sia fra le nomination che fra i vincitori. Sicuramente la più grande soddisfazione ce l’ha data Ennio Morricone, il pluripremiato 87enne compositore italiano che ha consegnato la propria esperienza musicale ad uno dei registi più visionari e apprezzati di sempre per la sua opera tutta western. E’ stato proprio Quentin Tarantino a ritirare il premio per la migliore colonna sonora del 2016 per il film “The Hateful Eight”. Dopo il suo consueto spettacolo in pieno stile tarantiniano, il regista americano ha ringraziato di cuore il nostro Ennio nazionale salutandolo come uno dei più grandi compositori del passato: “Per quel che mi riguarda è il mio compositore preferito. E quando parlo di compositori non parlo di quelli che compongono per i film, ma parlo di Mozart, Beethoven, Schubert”, dando alla vittoria un sapore ancora più dolce.
Il western, tuttavia, è stato ampiamente snobbato nelle altre nomination, dando spazio al vincitore del premio oscar 2015 Inarritu, che con il suo “Revenant” si becca il premio di Miglior Film Drammatico e Miglior Regista, insieme a Leonardo di Caprio, protagonista della pellicola, che vince il suo terzo Globe come Miglior Attore in un Film Drammatico. Anche “The Martian” e Matt Damon vengono premiati con una statuetta nella categoria ”Film Commedia o Musicale”, come Miglior Film e Miglior Attore. Intanto Jennifer Lawrence, dopo l’oscar di due anni fa, vince come Miglior Attrice in un Film Commedia con “Joy”. Un’importante ritorno è stato quello dell’imbronciato Sylvester Stallone, che vince il premio di Miglior Attore non Protagonista in un film drammatico “Creed” recitando la parte invecchiata del suo cult degli anni ’70 e ’80 Rocky.
In campo televisivo, invece, poche sorprese in positivo, visto che il rivoluzionario “Mr. Robot” – primo anche nella nostra classifica “GOLDSERIES: Le migliori serie tv del 2015” – non poteva che vincere il premio di Migliore Serie tv Drammatica, mentre l’anticonformista “Mozart in the Jungle”, prende il premio di Migliore Serie tv Commedia o Musicale; Gael Garcia Bernal, protagonista della serie tv ambientata a New York, vince il premio di Miglior Attore protagonista in una Serie Commedia/Musicale per aver interpretato il direttore d’orchestra Rodrigo De Souza. In campo comedy, dunque, rimangono fuori praticamente tutte le Sit-Com più classiche, in senso stretto del termine: a bocca asciutta sia “The Big Bang Theory” che “Modern Family”, nonostante siano entrambi fra le comedy più viste e premiate di sempre.
Jon Hamm è di casa ai Golden Globe, collezionando una nomination all’anno per l’interpretazione di Donald Draper in “Mad Men” e vincendone due riconoscendo alla serie un’indubbia e costante qualità. A mani vuote rimane “Fargo”, che con sole due nomination, non riesce ad accaparrarsi nessun premio, nonostante l’interpretazione impeccabile di Kristen Dunst: nella categoria Migliore Attrice di una Mini-Serie, ritroviamo l’artista ormai polivalente Lady Gaga, che con il suo esperimento televisivo in “American Horror Story: Hotel” ha sorpreso il pubblico e la critica meritando il riconoscimento.
Christian Slater, che vanta decine e decine di film nella sua carriera, offre un altro premio a “Mr. Robot”, conquistando il titolo di Miglior Attore non Protagonista in una Serie tv. Taraji P. Henson, la Cookie Lyon della serie campione d’ascolti negli USA “Empire”, ottiene il premio di Migliore Attrice in una Serie Drammatica, nonostante da un punto di vista puramente qualitativo, la serie che racconta le vicende di un ex spacciatore che dalla strada è riuscito a costruire un’impero discografico, affascina per l’attualità del tema, risulta decisamente produttiva da un punto di vista economico, ma, in realtà, non è il massimo. La Henson batte con disinvoltura Viola Davis, Eva Green e Robin Wright offrendo al pubblico della serata anche uno spettacoletto non troppo modesto e leggermente eccessivo, così come è eccessiva anche la candidatura di “Empire” anche fra le Migliori Serie Drammatiche, insieme a colossi come “Il Trono di Spade” e l’innovativo “Narcos”.
Nel campo cinematografico ci sono state diverse conferme e risurrezioni pietre miliari del passato in realtà mai tramontate mentre in campo televisivo, la maggior parte dei premi, sono legati a produzioni del tutto nuove, tranne per alcuni colossi; in sostanza i Golden Globe 2016, con la loro giuria di 90 giornalisti della stampa estera di Hollywood, hanno dato merito a interpretazioni e messe in scena diversificate, aprendo anche a differenti punti di vista e di giudizio per una visione seriale e cinematografica del 2016 preparata, anche se i verdetti, talvolta, sono dettati – per fortuna o sfortuna – da diverse considerazioni non sempre lineari.