WEEKLY SONG 95 – Quella candidatura della bici al Premio Nobel per la pace
di Lorenzo Migno5 Febbraio 2016
Avevo 15 anni quando acquistai la mia prima bici.
Era una bellissima mountain bike della Olmo, aveva il manubrio e il sellino blu, e il telaio, leggerissimo e in lega di alluminio, era color argento.
Costava un milione e duecentomila lire, poco più di 600 € odierni, ma in quell’ormai lontano 1997 erano dei bei soldi, almeno per me.
All’inizio, un po’ furbescamente, parlai con i miei genitori per capire se in qualche modo potevano supportarmi ma…la risposta fu un secco no; se volevo procurarmi quei soldi avrei dovuto sudarmeli.
Fu così che trovai un lavoretto estivo in un ristorante vicino a casa mia, sarebbe bastato lavorare giorno e sera per un mese per arrivare a quella somma.
Ma il giorno della paga… l’imprevedibile! Al primo accenno del mio arrivederci a quella vita fatta di rinunce e di sacrifici, il titolare del ristorante tuonò: “Ma come! È passato solo un mese e già te ne vai? Devi lavorare qui tutta la stagione, altrimenti non ti pago!”
Quando hai 15 anni è facile cadere in certi tranelli. E io ci cascai, eccome se ci cascai.
Fu un’estate durissima, lavorare in quel ristorante per 2 turni al giorno fu un vero inferno.
Ma servì a responsabilizzarmi, e a farmi capire quanto sia giusto farsi il culo per raggiungere i propri obiettivi, grandi o piccoli che siano.
Ora, non so se la bici si merita o no il Premio Nobel per la pace.
Nelle settimane scorse avrete sicuramente sentito parlare della curiosa iniziativa della trasmissione Caterpillar di Radio 2 e dell’impresa della ciclista Paola Giannotti: da Milano a Oslo in bici per portare la candidatura della bicicletta al Premio Nobel per la Pace (in rete grazie all’hashtag #bikethenobel potete trovare un sacco di approfondimenti in merito).
Quello che so per certo è che io grazie a quella bicicletta sono diventato una persona migliore. E forse mi è sufficiente questo per essere d’accordo con questa candidatura.
Buon ascolto.