Domestic Wild: Efraim Rodriguez a Barcellona
di Diana Di Nuzzo5 Marzo 2016
“Domestic Wild” è il titolo della personale di Efraim Rodriguez, artista originario di Valencia, che fino alla metà di Marzo espone le proprie opere presso la galleria “3 Punts“ di Barcellona.
Le sue sculture, realizzate con vari tipi di legno (dal faggio, al cedro, al noce), rappresentano in gran parte delicati profili di bambini dalle espressioni più vive, ma non solo. Per conoscere meglio l’identità di questo artigiano del bello vi proponiamo una breve intervista realizzata proprio in occasione di questa sua personale che ha riscosso un enorme successo di pubblico e critica.
Efraim cosa ti ha portato a scegliere la scultura come tua arte di predilezione?
Provengo da una famiglia di pittori, mio nonno faceva riproduzioni e disegni nuovi di pittura gotica ed altri stili, ed anche mio padre, mio zio e il mio prozio furono restauratori e creatori di immagini religiose, ma in ogni modo non ho scelto la scultura, semplicemente ho sempre visto il mondo in tre dimensioni. Piú tardi, nella stessa maniera ho cominciato a lavorare sempre su scala reale, io lavoro nello spazio, nel “mio” spazio e sulla mia scala, che sono anche la scala e lo spazio del referente e dello spettatore.
Cosa ti interessa del tema dell’ “infanzia”?
In principio i bambini erano solo un motivo, non un tema, rappresento bambini per parlare di altre cose, di me come di te, e solo più tardi ho cominciato a usare referenti reali, i miei nipoti, e ho cominciato a parlare di loro, e a questo punto è apparsa l’infanzia.
(Nella mostra) c’è un tema fondamentale che è la distanza, la distanza dal referente, cosa conosci tu del referente? Non è la stessa cosa lavorare a partire da foto di sconosciuti invece che di qualcuno che si conosce, non è la stessa cosa costruire un animale a partire da una icona o una idea invece che da un animale dal vivo a partire da resti o scheletri animali.
Quali sono i materiali con cui preferisci lavorare?
Il legno che ho utilizzato maggiormente è quello di faggio, era accessibile e, soprattutto, ha una forte direzionalità, si può facilmente vederne l’indirizzo, quello che mi interessa è il legno in fase di montaggio, mi interessa che si differenzino i diversi frammenti. Soprattutto ora uso molto il cipresso, da specie diverse, proveniente dai giardini, è il mio preferito, e il cedro, molto bello e molto spesso, marcato però pulito. In questa mostra ho introdotto il sughero come materiale, si tratta di un materiale naturale che funzionava con le questioni poste in campo nel lavoro, ma in altre occasioni non ho esitato ad utilizzare anche dei materiali sintetici. Ho combinato pure altri legni colorati cercando di non cadere mai in temi decorativi o policromatici.
“Importante almeno quanto il tipo di legno è la sua provenienza e la sua storia, non è la stessa cosa usare legno di tavole, di tronchi, di mobili recuperati, ripeto, per me è importante il frammento, l’identità o la storia, la biografia che c’è in esso. Le incorporazioni di oggetti sono più evidenti in altri progetti che ho realizzato come “Struzzi“.
Visivamente ” Domestic wild” possiede qualche riferimento a “Where the Wild things are”, e se si come ti relazioni a quella storia?
Conosco questo riferimento a “Where the Wild things are” ma non mi volevo riferire al tema del “selavggio”, bensí a quelo del costume, che in questo caso ho usato, e costruito un costume che potrebbe essere correlato. In ogni modo mi piace la lettura, e credo che il mio lavoro permetta delle letture su molti livelli per pubblici differenti.
Se volete continuare a seguire da vicino il talento di Efraim potete seguirlo anche sul suo profilo Instagram.