PHOTOWALK #2 “BARAKEI ORDEAL OF ROSES” di Eikō Hosoe
di Paola Naomi Antonelli25 Febbraio 2016
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photowalkMishima: “Ha presente le sue fotografie di Tatsumi Hijikata? Ecco, io l’ho contattata perché vorrei che realizzasse delle immagini simili.”
Hosoe: “Ciò significa che posso fotografarla come voglio?”
Mishima: “Sarò il suo soggetto, quindi mi fotografi a suo piacimento.”
Questo è il preludio alla decina di incontri che si svolsero nell’arco di sei mesi dal 1961 alla primavera del 1962 tra Eikō Hosoe, uno dei massimi esponenti della fotografia giapponese del dopoguerra e lo scrittore Yukio Mishima, altresì noto per essersi tolto la vita compiendo il seppuku, ovvero tagliandosi il ventre e facendosi decapitare.
È la genesi di “Barakei Killed by Roses” (il titolo fu poi cambiato definitivamente in “Barakei Ordeal of Roses”), una raccolta di fotografie in bianco e nero, legate al tema della vita e della morte in cui il protagonista indiscusso è Mishima, o meglio il suo corpo muscoloso e sensuale.
Con Barakei Hosoe consolidò la sua fama e la sua concezione della fotografia, intesa come espressione artistica del rapporto tra il fotografo e il soggetto. Un rapporto a tratti portato così agli eccessi da creare una frattura con tutto ciò che ne era al di fuori. Basti pensare che durante le riprese Mishima preferì far trasferire la moglie e la figlia nella casa materna, e che il padre dello scrittore vedendoli in azione una volta esclamò che erano fuori di testa!
Ma andiamo indietro nel tempo, soffermandoci in particolare sulla prima fotografia che Hosoe fece a Mishima, la prima delle immagini di sopra.
Settembre 1961. Hosoe ha 28 anni ed già abbastanza noto per alcuni scatti del fondatore del butō Tatsumi Hijikata. Mishima ha 36 anni ed è all’apice della sua carriera. Hosoe si reca nella villa di Mishima, nel quartiere di Minami Magome di Tokyo. Non è solo, ma accompagnato dal suo assistente e curatore della stampa Daidō Moriyama, figura anch’essa destinata a calcare le scene della storia fotografica giapponese. Sono circa le due di pomeriggio. Mishima sembra aver appena fatto colazione e sta prendendo il sole; è a torso nudo.
Alla vista di Hosoe, propone subito di andarsi a cambiare, ma il fotografo lo esorta a restare così. Hosoe prende il tubo di gomma che stava usando il padre di Mishima per innaffiare le piante e con l’aiuto di Moriyama comincia ad avvolgere il corpo di Mishima.
Si trovano in giardino, su un mosaico di segni zodiacali in marmo. Hosoe sale su una scala e con la Canon L3 scatta.
Uno scatto in cui Mishima caratterizzato da uno sguardo animalesco, allo stesso tempo sottomesso e provocatorio, è avvolto dal tubo che sostiene con i denti e ha in mano un martello con il quale sembra volersi colpire.
“Compresi che il mio spirito così come il mio stato psicologico non erano minimamente necessari davanti alla macchina fotografica del Maestro Hosoe. Fu un’esperienza bellissima, una danza del cuore; una condizione dell’essere a cui mi resi conto di agognare da tempo”, dichiarò Mishima successivamente.
Barakei fu pubblicato il 25 marzo 1963 ottenendo subito riconoscimenti prestigiosi e tuttora rimane una delle raccolte fotografiche giapponesi più note in Occidente.