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L’ironica Movida balorda raccontata da Lapo Z.



Oggi introduciamo un giovane scrittore provocatorio che ha scelto l’anonimato per poter liberamente parlare della sua Firenze, raccontando ed infangando in termini tragi-comici i deliri e le bighellonate della propria generazione. Il suo pseudonimo è Lapo Z.

E da poco, è apparso online, in versione interattiva, il primo capitolo del suo romanzo semi-autobiografico, ancora inedito, intitolato criticamente Su Per La Salita (Aspra e Ripida e Forte), citazione che prende spunto dalla Selva Oscura della Divina Commedia e dal Il mito della Caverna, nella Repubblica di Platone.

Con il suggestivo sottotitolo ‘un pulp noir sui postumi adolescenziali’, Lapo Z. sembra un incrocio tra disagio generazionale cult di ‘Tutti giù per Terra’ di Giuseppe Culicchia e la violenza stupefatta dell’ultimo film di Claudio Caligari, ‘Non essere Cattivo’. Grazie anche all’originale idea di correlare immagini e le track interattive ad accompagnare la lettura, il tutto sembra dare ancora maggiore risalto al testo ricco di neologismi quasi futuristici, e onomatopee che ricordano vagamente lo stile di ‘Arancia Meccanica’ di Anthony Burgess.

Questo primo capitolo, intitolato Billet Electronique, ci porta dritto nel cuore delle disavventure del ventenne Lapo, detto Meta, che si sveglia ubriaco tra le tette della sua amica Pasticca mentre è fuori a ballare. Sembrerebbe una serata come tante altre, se non fosse proprio questo a sconvolgere Lapo, che realizza di trovarsi nuovamente nello stesso posto della sera prima, insieme alla stessa gente, volteggiando alle stesse canzoni, come vi fosse un’aurea malefica che circonda la città, un girone eterno ‘di anime che ondeggiano a ritmo di bassi e gongolano tra risate esoteriche di quarantenni pelati, pischelli minorati, MILF stratruccate, o lettor, e ovunque, ovunque, un superplus di culetti che ballonzolano. Questa è casa mia.’

PER GOLD

Lapo, confuso e stupefatto, dopo una dose carica di sniff (cocaina?) riparte insieme ai suoi amici nella disperata ricerca di un conforto, lasciandosi travolgere per altre ore nella mischia del locale tra shottini e drink. Tuttavia, Lapo sente che non può andare avanti così per molto tempo ancora, alienato dalle sue amicizie stagnanti, ferito dalle sue ripetute frustrazioni di sentimenti non ricambiati e oppresso dalla totale insofferenza verso il proprio futuro.

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A chiusura del locale si ritrova a camminare in centro alla ricerca di un ultimo spiraglio di gioia, finché al sorgere dell’alba, Lapo finalmente prende il telefono in mano e… decide di partire.

‘Su per La Salita’ non solo fa ridere, ma anche pensare, permettendo al lettore di entrare in un’atmosfera che pare un dejavù continuo di serate andate male, pensieri notturni mai formulati, che alimentano invece un profondo amaro in bocca che ti coglie la mattina dopo nei postumi… ma dopotutto, come troviamo scritto sul sito, questo è peccaminoso, ma purifica.