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Intervista a Res Nullius, Crazeology style!



In occasione della release di Voci Dai Mondi, il nuovo album di Res Nullius  disponibile anche in versione strumentale, abbiamo ben pensato di toglierci qualche curiosità su questo artista dal curriculum davvero sorprendente!

Ciao Res prima di addentrarci tra samples e grasse drumkit, toglici una curiosità: a cosa rimanda il tuo nome? Ha un qualche significato filosofico o l’hai scelto per come suona?

Ciao ragazzi, “res nullius” in latino ha un significato preciso, significa “cosa di nessuno”. È un termine giuridico, quindi nulla di filosofico. Mi è semplicemente piaciuto il significato e dato che suonava bene anche come nome, me lo sono “appioppato” sostituendolo a quello da writer(Hogre).

Veniamo alla musica: sappiamo che Voci Dai Mondi è un album denso di contenuti ed è frutto di un lungo travaglio, se non erro durato due anni. Ci vuoi spiegre le motivazioni che hanno  reso così difficile questo parto?

Ho iniziato a lavorare ufficialmente all’album nel giugno del 2014, dopo aver chiuso la traccia “Logiche dell’alveare”. E’ stata la seconda traccia su cui rappavo dopo anni dedicati esclusivamente alla produzione di beat e soddisfatto del risultato ho deciso di continuare.

Quello che ha reso difficile la cosa è stato l’aver fatto tutto, e ripeto tutto, da solo. Ho realizzato le basi, i testi e tutte le grafiche. Nonostante questo penso di aver impiegato lo stesso tempo necessario per fare un disco con tanti ospiti, l’unica differenza è stata il carico di lavoro che si è riversato tutto sulle mie spalle, ma alla fine ce l’ho fatta eh eh..

Come si è svolto il processo creativo? Ti sei ritrovato in forma spontanea con testi e strumentali a cui hai poi dato la forma che conosciamo oppure sei partito da zero con l’obiettivo di dare vita ad un album che trattasse determinati argomenti?

Avevo a disposizione dei beat, ma essendo vecchi non mi stimolavano abbastanza per scrivere (escluso il beat di “Mani Fredde” che era fermo lì da qualche anno e nonostante questo continuava a piacermi), allora ho iniziato a produrre beat solo ed esclusivamente per l’album cercando un suono che lo identificasse. Già dalle prime tracce la mia intenzione era quella di realizzare un “concept album” (cosa che non ha fatto nessuno fin ora, credo) e questa è stata un’altra cosa che mi ha fatto buttare nel cestino rime su rime. Questi due fattori (ricerca del suono e ricerca di testi coerenti) mi hanno portato a cestinare molto materiale che naturalmente mi ha portato anche a remixare qualche traccia fino a tre volte. Per completare l’agonia, ho deciso anche di farmi la grafica dell’album da solo. Avevo già tutto chiaro in mente su come doveva essere la grafica, doveva rispettare il concept, così mi son detto: se sai già come la vorresti, falla! Volevo che già dalla grafica si capissero i contenuti del disco. Ho voluto realizzare una mia piccola opera d’arte, curata al 100% da me.

Finora, grazie anche alle incredibili collaborazioni d’oltreoceano, ti sei principalmente fatto strada come beatmaker. Ci vuoi parlare del tuo approccio alla disciplina? Com’è impostato il tuo metodo di lavoro?

Non so sintetizzarti il mio metodo di lavoro. Principalmente parto da un’idea, che può nascere da un suono, da una ritmica o da una frase. Logicamente deve essere qualcosa che fa risuonare in me uno stimolo, in poche parole deve accendersi una fiammella. Riuscire ad alimentarla è il bello della cosa.

Il tuo lavoro è principalmente basato sull’utilizzo di samples. In base a cosa li scegli? Sei uno di quei puristi del vinile oppure campioni tutto ciò che ti capita sotto tiro, purché ti sia d’ispirazione?

Li scelgo in base alla qualità musicale, mi spiego meglio, a me non interessa tanto il genere, ma piuttosto che sia buona musica. Ne ho ascoltata talmente tanta che capisco subito se la traccia in questione ha quel qualcosa in più di quello che si può trovare mediamente in giro. Questo mi porta a dover cercare tantissimo prima di iniziare a produrre. Maledizione!!

Da dove campiono è indifferente, logicamente deve essere di buona qualità il suono.

Venendo al rap, l’album mette in triste evidenza la condizione umana attuale, e richiede sicuramente più di un ascolto per coglierne le sfumature.
Sostanzialmente metti in risalto le cose per come stanno, lasciando poi ad ognuno la possibilità di tirare le proprie somme com’è giusto che sia.
Ma la domanda è: di fronte a questa situazione disperata quali sono le soluzioni che Matteo/Res intravede?

Bella domanda. Onestamente non saprei darti una soluzione universale, posso rispondere per me dicendo che la mia soluzione è la consapevolezza. Chi è consapevole può decidere come vivere senza farsi trascinare passivamente dagli eventi. Questo porta anche ad avere giudizio quando si deve scegliere quale mercato finanziare e quale no. Iniziare a domandarsi cosa ci sia dietro i processi sarebbe già un grande passo. Sono sicuro che le cose cambieranno in meglio e che una coscienza collettiva possa svilupparsi. L’intento del disco è anche un po’ quello di stuzzicare la coscienza delle persone attraverso testi molto diretti che lasciano poco spazio ad interpretazioni fantasiose.

Alleggeriamo un poco il discorso…il contest Crazeology ha fatto da apripista in quella che possiamo definire una contest mania, evidentemente nata da un bisogno generale di espressione degli artisti. Ha avuto risultato molto soddisfacenti…ci dobbiamo aspettare nuove iniziative del genere?

“Crazeology competition” è stata una bella iniziativa ispirata al precedente contest indetto da Esa (capitan futuro). Ha avuto un’ottima risposta a livello di partecipazioni e ha dato visibilità a molti ragazzi che spesso sono penalizzati dalla propria posizione geografica. Si è mosso tanto con quell’iniziativa, quindi non escludo che si possa ripetere anche tra breve.

Sappiamo che stai lavorando ad un nuovo album, ti va di darci qualche informazione a riguardo?

A dire il vero sto chiudendo tracce e ancora non so dove andranno a finire. In questi giorni con Weirdo e Wego FTS, stiamo pianificando il secondo album Crazeology, quindi stiamo raccogliendo un po’ di materiale. Non escludo di utilizzare qualcosa che ho già da parte.

Fabio Zito_DSC2825_1

Prima di salutarci vorremmo chiarire una questione che riguarda forse più Matteo che Res.
E’ di pubblico dominio che stai per emigrare in Australia e ci piacerebbe sapere se questa scelta è legata alla musica o a che altro.

Questa scelta è legata alla voglia di trovare la mia strada, musicalmente e professionalmente parlando. In un contesto come quello in cui vivo non riesco ad essere quello che voglio e al tempo stesso non riesco ad assicurarmi una sopravvivenza dignitosa. Sono consapevole che le alternative esistono e che la vita è fatta di sfide. Questa è la più grossa della mia vita e la cosa mi eccita. Il disco è una fotografia di un periodo della mia vita che si è concluso. Farò altri dischi per fotografare altri momenti.

Grazie per il tempo dedicatoci…puoi sfruttare quest’ultimo spazio per qualsiasi tipo di comunicazione che ti senti di fare. Da parte nostra un saluto a te ed al team Crazeology!

Volentieri, coglierei l’occasione per ringraziare Hashetic Front Records, i miei amici di Crazeology (Weirdo e Wego FTS), Slay, Quantum Tattoo, OIC e TMS (le mie crew), Michele Gallo e Original Eye per le consulenze video e Fabio Zito per le foto. Grazie soprattutto a Gold per lo spazio!

Il 24 aprile ci sarà l’instore da Quantum tattoo a Milano, dove si potranno trovare le copie fisiche del disco (100 copie limited edition). Non penso che stamperò altre copie dopo queste.