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Vintage Netflix: Stranger Things & The Get Down



I produttori hanno capito che una grossa fascia del loro pubblico ha un’eta tra i 30 ai 45anni e che l’effetto nostalgia, quasi inevitabilmente funziona.

Se quest’estate al cinema è uscito un criticatissimo reboot di Ghostbusters, la piattaforma Netflix punta su due serie televisive per cavalcare l’onda “effetto nostalgia”, Stranger Things e The Get Down.

Sono due serie televisive molto diverse tra di loro per ambientazioni, contenuti, protagonisti e atmosfere.
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Stranger Things si svolge nella provincia rurale americana negli anni ’80 e racconta della scomparsa di un ragazzino e della ricerca da parte dei suoi tre amici. Il logo della serie ricorda quello delle copertine dei romanzi di Stephen King, le atmosfere dei film di Steven Spielberg (da Incontri Ravvicinati del terzo tipo allo Squalo), i protagonisti sembrano usciti dai Goonies, i poteri telecinetici di Carrie sguardo di Satana, i mostri vanno dalla Cosa ai primi Alien, i televisori di Poltergeist… e sembra strano, ma l’unica che non cita se stessa è Winona Rider. Attrice icona di film adolescenziali anni ’80, qui è la madre svitata del ragazzo scomparso.

C’è addirittura chi ha fatto un video con le citazioni che ha trovato (contiene SPOILER).

 

 

The Get Down

L’altra serie, The Get Down è invece ambientata nel 1977 a New York. Il South Bronx è spesso in fiamme, droga e violenza infestano le strade, gang che sembrano uscite dai “Guerrieri della Notte”. In questo contesto la serie racconta la nascita dell’hiphop prima che si chiamasse così. Ci sono i graffiti e la breakdance, c’e Grandmaster Flash che crea musica con due dischi uguali, c’e ancora la dance e le prime rime di sfida. C’e il soul, il funk e un’atmosfera colorata e caotica, tipica del regista di “Moulin Rouge” Baz Luhrmann, una visione divertente e dannatamente musicale.

Se in Stranger Things il look è pantaloni di velluto e berretti anni ’80, in The Get Down troviamo capelli afro, scarpe puma rosse e cappelli Kangol. Se il ritmo è scanzonato e “gangsta” in The Get Down, in Strange Things respiriamo un’atmosfera di mistero, addolcita da un mood anni ’80.

Quindi basta un’atmosfera vintage e citazioni di Star Wars (presenti in entrambe le serie) per fare un’ottima serie?
NO!
Sennò le serie televisive di Rai Uno sarebbero il top del top e io non mi non avrei l’abbonamento a Netflix. Non basta una strizzatina d’occhio allo spettatore quarantenne facendogli vedere una statuina di Yoda. Le serie devono essere scritte bene, con una sceneggiatura che fila e che mantenga un alto livello di suspence, le storie devono stupire, far dire “Wow”. Sembrerebbero tutte cose banali, ma non lo sono, basta vedere cosa passa la tv generalista e ahimè spesso il grande schermo.