Scopri l'universo
espanso di Gold
Gold enterprise
Goldworld Logo
FARE! O NON FARE! NON C'È PROVARE!
STORIES

Razionalità e istinto: un divorzio all’italiana. (1 di 2)



Mi pare che il caro Jackson Pollock, cercando di dipingere annullando la mente razionale (ma può darsi mi sbagli), fosse arrivato allo stile di dipinto che ho messo come immagine (che Dio mi perdoni: l’ho ritagliato).
Lo ritengo molto attuale visto che razionalità e istinto stanno arrivando allo scontro finale.

Gli attacchi d’ansia e di panico hanno superato la soglia del 30% della popolazione che ne soffre o ne ha sofferto (dati della World Health Organization), un aumento del 10% in pochissimi anni.
Nessun dato fa pensare che il trend di crescita si arresterà.
Come mai questa patologia sta affliggendo sempre più persone?
Per capirlo vi spiego velocemente come funziona la paura (semplificando al massimo):

L’Amigdala (una parte del nostro cervello responsabile della paura e di altre emozioni) valuta una situazione ed eventualmente scatena la paura, bruciando sul tempo la Corteccia (pensiero cosciente) che non può impedirlo.
Del resto l’istinto non va per il sottile: deve occuparsi della nostra sopravvivenza e non ha tempo da perdere.
A quel punto la nostra razionalità prova a controllare le emozioni, ed è proprio così facendo che scatena un conflitto che manda le due parti in escalation fino al panico.
E’ come un litigio tra moglie e marito: più il marito cerca di minimizzare un problema, più la moglie alzerà la voce per farsi sentire (non arrabbiatevi se ho dato alla moglie il ruolo dell’istinto).

Non so di preciso quale percentuale sarà necessario raggiungere perché l’atteggiamento verso questo genere di patologie cambi, ma so per certo che ci arriveremo.
L’idea che il pensiero razionale possa dominare corpo e mente sta purtroppo arrivando alla saturazione.
La fiducia nei numeri e nei dati quantitativi a discapito di quelli qualitativi sta mostrando i suoi limiti (nel 2008 la Goldman Sachs andò giù nonostante avessero un’enorme mole di statistiche).
Eppure sembra che nella nostra società al momento sia questo l’unico modello possibile, e ovviamente un cambiamento su una scala talmente vasta non si può pretendere in tempi brevi.

La prossima settimana vedremo come mai dovremmo essere grati all’amigdala, nonostante paralizzi la gente nei supermercati o in auto senza chiederci il permesso.
Nel frattempo potete rileggervi questo mio articolo che parla sempre di panico.

Cordiali saluti.