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Vedere il futuro. Feat. Cassandra & Heisenberg



Un bel giorno Robert Rosenthal manipolò la realtà.
Ma non era Doctor Strange:
visitò una scuola elementare e somministrò dei test di intelligenza agli alunni.

Ignorando i risultati, scelse a caso un gruppo di bambini e informò gli insegnanti che si trattava di alunni molto intelligenti.
Un anno dopo ripassò dalla scuola e i bambini indicati come più intelligenti avevano alzato il rendimento scolastico ed erano diventati effettivamente i primi della classe.
Gli insegnanti avevano inconsciamente trattato gli alunni in modo diverso incoraggiando e favorendo lo sviluppo di alcuni.
Gli alunni ovviamente avevano interiorizzato i giudizi e gli incoraggiamenti ed erano diventati come il maestro se li immaginava.
Nota bene: il rendimento scolastico era cambiato effettivamente, non si trattava di favoritismo, ma “solo” di discriminazione.
Questo avvenimento prese il nome di effetto Rosenthal, detto anche effetto Pigmalione.

Alcune teorie sui viaggi nel tempo e sui relativi paradossi sostengono che conoscere il futuro non ci renderebbe capaci di cambiarlo.
Anzi sarebbe proprio conoscere il futuro a portarci a realizzarlo.
Il mito di Cassandra, capace di profetizzare il futuro ma condannata a rimanere inascoltata, sembra riferirsi proprio a questo.
Da bambina Cassandra vede in Paride la causa della distruzione della città di Troia, ed è proprio la serie di eventi scatenata dalla profezia a portare alla guerra con Sparta.

Se lancio una profezia farò anche in modo che questa si realizzi:
la profezia genera l’evento, l’evento verifica la profezia.
A Wall Street, dove la percezione di un titolo azionario ne cambia il valore, ne sanno qualcosa.
Ma ne sappiamo qualcosa pure noialtri: se io vedessi un futuro dove la mia compagna mi tradisce, potrei diventare talmente sospettoso e assillante che alla fine mi tradirebbe davvero.
Sarebbe successo lo stesso se non avessi visto il futuro?

Vedere il futuro è possibile, in un certo senso.
Anche senza la palla di vetro, prestando attenzione si può leggere il futuro che è scritto nel presente.
Molte geniali intuizioni sono nate da una straordinaria comprensione di quello che stava accadendo nel “qui e ora”.
Anche i cosiddetti sogni premonitori possono essere interpretati come una capacità dell’inconscio di capire le conseguenze che avranno gli eventi del presente prima della nostra mente razionale.
Il problema è che per potersi fidare di queste “visioni” è necessario assicurarsi che quello che vediamo non sia una proiezione delle nostre convinzioni o paure.
Questa secondo me è quello che si può definire Chiaroveggenza.

Ottenere una sensibilità che ci renda in grado di distinguere tra la realtà e gli occhiali con cui ognuno di noi la guarda. Non è un’impresa da poco, occorre un lungo lavoro su se stessi.
Ed è doloroso, perché uno step quasi obbligatorio è rendersi conto che siamo noi le cause di quello che ci accade.
Siamo noi a correre verso il futuro che ci aspettiamo (di solito qui si piange, ma passa subito).
Capire questo significa comprendere la differenza tra il compiacimento e la felicità, quindi direi che ne vale la pena.

Le credenze e il loro effetto sulle persone mi hanno sempre affascinato, e durante questi anni di lavoro come psicoterapeuta ne ho potuto constatare la potenza (costruttiva o distruttiva), tanto che stanno lentamente diventando l’area di intervento principale nel mio approccio coi pazienti.
Spesso un paziente arriva in studio con una o più credenze (“non valgo niente”), che lo hanno portato a creare delle profezie (“non valgo niente QUINDI nessuno mi amerà”).
Ce lo disse Heisenberg col suo Principio di Indeterminazione: l’osservatore non è solo spettatore dell’evento che osserva. Osservare un evento lo influenza.
Facciamo attenzione a quali occhi usiamo per guardarlo.

Saluti & baci.