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QUINDI MI STATE DICENDO CHE…
MUSIC

Mr. Phil ci presenta Kill Phil 2



Quando dalle casse dello stereo parte quel M-M-M-M… sai già che quello che seguirà sarà un nuovo mattone bello robusto a sostenere l’Hip Hop serio. Sì, perché quel jingle è un marchio di fabbrica inconfondibile, garanzia di stile e credibilità. Stiamo ovviamente parlando di Mr. Phil, che oggi ci presenta il suo lavoro in uscita a breve, Kill Phil 2.

A circa 12 anni dal primo episodio, sta per uscire la seconda puntata della saga di Kill Phil. Ma ci riusciranno prima o poi a farti fuori?

MAI! Scherzi a parte, sì, obiettivamente iniziano ad essere tanti anni che faccio musica, ma finché amo quello che faccio, e finché continuo a divertirmi vado avanti.

Dal volume 1 ad oggi non sei stato con le mani in mano: dopo Kill Phil è uscito Guerra fra Poveri, Poteri Forti e NXN. Perché hai scelto questo momento preciso per proporci il volume 2?

Mi sono fermato per 6 anni tra GFP e Poteri Forti, avevo aperto un negozio ed affrontavo un periodo difficile nella mia vita privata, ma se non contiamo quella pausa non mi sono mai fermato. Per quanto riguarda KP2 ho sempre saputo che prima o poi avrei fatto un secondo volume. Ho iniziato a pensarci seriamente quando mi sono reso conto che stavamo per arrivare al decimo anniversario dall’uscita del primo volume…mi sembrava un ottimo modo per chiudere un cerchio, l’attesa ci stava, e spesso la gente mi scriveva per chiedere se e quando avrei prodotto un secondo volume.

C’è un filo conduttore, un qualcosa che accomuna i due lavori e per il quale questo ultimo tuo lavoro è divenuto erede del primo classico?

Sì certo. Su Killphil1 ho volutamente fatto delle combo di mc più particolari, mettendo insieme artisti che magari non avevano mai lavorato insieme. Su KP2 ho voluto fare la stessa cosa. Anche la scelta di fare tanti pezzi segue l’esempio del primo volume. Oggi come oggi, nell’era digitale dove tutto si consuma subito, impiegare 20 mesi per fare un album con 50 mc e 22 tracce può sembrare una scelta totalmente anacronistica, e per molti versi lo è, ma ho voluto rispettare lo stile killphil e fare un progetto che rispecchiasse il primo volume.

Com’è cambiata la scena italiana e nello specifico quella romana nel corso di questi 12 anni? 

E’ cambiata tantissimo, ma certe cose sono rimaste uguali. La scena “Romana”, oggi come ieri è sempre stata molto diversificata. Questo forse per via di un isolamento geografico, Roma rimane una sorta di isola. Ci trovi mille “scuole” diverse, mille scene dentro la scena… il giro ex-RomeZoo, il giro di Squarta, il giro ex-Truce, il giro GDB, il giro Honiro, il giro ex-Broken Speakers, il giro di Sick Luke, il giro DoYourThang, il giro Quadraro… tantissime altre realtà che convivono e che rendono la scena romana quella più variegata ma allo stesso tempo viva. Rispetto a ieri alla scena rap underground si è aggiunta anche una fetta di mercato mainstream che prima non esisteva. Le serate underground ci stanno sempre, e vanno sempre bene, ma ci sono anche artisti romani che ora riempiono locali da 3000 e più persone. Penso ad artisti come Gemitaiz, Madman, penso a Coez…insomma il rap la fa da padrone a Roma.

Ci prometti 22 tracce con 48 MC e 5 DJ, immagino non sia facile gestire una così imponente mole di teste pensanti! Come si evolve la gestazione di un disco del genere?

Non è semplice…per prima cosa faccio un bel po’ di beat. Poi quando ne ho un numero sufficiente da parte inizio a buttare giù una “wishlist” di artisti che vorrei contattare. A quel punto inizio a sentire tutti, e inizio a capire chi è interessato a lavorare con me e chi no. Poi inizio a mandare i beat agli artisti per capire chi va su quale beat, e con chi vorrebbe stare. Da questo momento in poi inizia la fase difficile, perché iniziano i cambi di idea, le attese, i cambi di beat, gente che sparisce ecc… che se fai pochi pezzi non è un problema, ma quando devi gestire 50 mc inizia veramente a diventare molto molto stressante perché giustamente ognuno ha i propri tempi, i propri gusti e le proprie esigenze, ma stare dietro a tutto e provare a dare una linea guida diventa quasi impossibile, o comunque ti fa perdere moltissimo tempo. I beat per Kp2 per farti capire l’ho fatti in 2 mesi…per mettere insieme tutti, mixare e masterizzare c’ho messo 18 mesi.

Sui tuoi lavori troviamo giganti della scena italiana che condividono il microfono con nomi meno noti ma altrettanto validi. Come avviene la scelta degli artisti con cui collabori?

Ascolto molta musica e frequento le serate live. Sto attento a quello che esce e ascolto tanti emergenti. Ho sempre una lista mentale di artisti nuovi con cui vorrei provare a fare qualcosa. L’underground è pieno di talento, ma bisogna saper ascoltare. Per me non è importante quanto sia “famoso” o seguito un mc, per me è importante che sia una persona regolare, che abbia qualcosa da dire e che abbia talento, e sopratutto che sia una persona motivata e che si dà da fare per conto suo e non che si aspetta di essere aiutato da altri.

Quando realizzi un beat per un lavoro del genere, lo cuci addosso al rapper che dovrà utilizzarlo oppure vai autonomamente e lasci che siano gli MC a scegliersi la base da utilizzare?

Entrambe le cose. Diciamo che generalmente la regola per me è che se lavori su un progetto mio allora devi venirmi incontro tu, se mi chiedi un beat per il progetto tuo allora sono io che vengo incontro alle esigenze tue. Ovviamente senza forzature stilistiche. Ma spesso non è semplice, sopratutto quando si lavora a distanza e non riesci a far capire alla persona con cui collabori il “viaggio” che vuoi fare. Poi in anni di esperienza ho anche capito che certe volte ti devi un po’ forzare la mano, perchè l’mc si deve fidare del tuo gusto come produttore. Tante volte gli mc non riescono ad immaginare il risultato finale che invece tu hai già in testa. Sono collaborazioni, tocca trovare il compromesso.

Ci presenti alcuni degli “esordienti” che troveremo su Kill Phil 2?

Ce ne sono un sacco su KP2, sia esordienti che magari poco conosciuti a livello nazionale. Ci sta Leslie, una mc fortissima che viene da Pescara e che ultimamente ha fatto uscire qualche singolo prodotto da The Caesars. Ci sta il collettivo barese Bariyoungunz che giù in Puglia si stanno muovendo bene, ci stanno i Ciunno Boyz dalla Sicilia, Dunk & Whiteboy da Roma…insomma un sacco di talento fresco!

Kill Phil uscì per Vibrarecords, oggi invece fai tutto da solo. Perché questa scelta?

Perché a 36 anni e dopo 15 anni che faccio musica preferisco mantenere il controllo creativo, decisionale ed economico dei miei progetti. Faccio un tipo di rap di nicchia, e i numeri che faccio mi permettono di gestirmi da solo o comunque delegare a chi voglio quello che non riesco a seguire io direttamente. Ho imparato ad organizzarmi bene. Oggi come oggi fare musica da indipendente direttamente al tuo pubblico è molto più semplice rispetto a ieri, e secondo me è una cosa molto importante. Un’etichetta indipendente può essere una scelta ottima per qualcuno che sta agli inizi, oppure che non sa bene come muoversi o che semplicemente vuole concentrarsi solo sulla musica. Ma ad un produttore come me, con i numeri contenuti che faccio, che senso ha??? Mi paghi un paio di video low budget, mi stampi il disco? Non investi su di me, non ci sta un budget di produzione, e io in cambio ti concedo il mio master per 10 e passa anni e guadagno poco o niente dalle vendite & merchandise? E per cosa? Risparmiare 2000 euro della stampa e video???? No grazie.

C’è molta attesa per questo tuo nuovo album. Che effetto fa essere oggetto di tanto hype?

Tanto hype… non esageriamo…è tutto molto relativo. Sono fortunato perché in tanti anni mi sono creato un mio seguito piccolo ed affezionato, che piano piano cresce. Ma non prendiamoci in giro, sono sempre un beatmaker/dj della scena underground che fa numeri modesti. Non sono né richiestissimo né corteggiato dagli mc più “famosi”. Sono innamorato della musica, amo il rap e la cultura HH, e ho l’immensa fortuna di riuscire a campare facendo quello che amo, e girare per l’Italia suonando con amici che stimo. Non è una vita facile, e tutto quello che ho, dalla reputazione alla vita che faccio l’ho ottenuto live dopo live, beat dopo beat, poco alla volta investendo tutto su me stesso facendo sacrifici che molti non hanno voluto fare. La differenza che noto tra me e tanti miei colleghi è che io mi accontento perché riconosco di fare musica per pochi, e sopratutto amo sinceramente quello che faccio senza secondi fini e senza seguire le mode del momento. L’evoluzione musicale deve essere naturale, non imposta dalle tendenze del momento. Almeno io la vedo così. Se la mia musica piace bene, se non piace va bene lo stesso.

La saga di Tarantino era formata da tre episodi, quindi dobbiamo pensare che anche Kill Phil sarà una trilogia?

Mai dire mai…ma per adesso non ce vojo manco pensa’! 😀

È possibile preordinare la vostra copia di Kill Phil 2 e altro merchandise sul bigcartel di Mr Phil!

Ah, dimenticavo, è fuori il 20 marzo 2017, segnatevelo!