Abbiamo analizzato un duo americano della fine degli anni ottanta, ora facciamo un parallelo con la scena italiana andando a parlare dei Sangue Misto.
Un gruppo fondamentale per la nascita del rap italiano, composto da Neffa, Deda e DJ Gruff.
La collaborazione tra questi artisti inizia verso la fine degli anni ottanta nel gruppo Isola Posse All Stars a Bologna, e qualche anno dopo, nel 1993, decidono di pubblicare il loro primo e unico lavoro ovvero SxM.
SxM può essere considerato come uno dei migliori se non il miglior disco rap italiano e il successo di questo disco e la sua bellezza vanno ricercati nello stretto rapporto tra i componenti del gruppo prima di tutto amici e poi artisti.
Questo trio è la perfetta fusione di tre persone, infatti, anche gli stessi Deda e Neffa non si ostacolano mai a vicenda al microfono, ma si alternano e completano magistralmente con straordinaria efficacia e intelligenza. Un’altra unicità di questo disco è sicuramente la musicalità di ogni pezzo, grazie alla partecipazione di musicisti e altri featuring che contribuiscono a rendere il prodotto ancora più speciale e interessante per gli ascoltatori.
Le basi sono interamente prodotte da una collaborazione tra i tre artisti, infatti, Deda e Neffa oltre a essere due Mc hanno prodotto diverse strumentali e il risultato è un’atmosfera che trasmette tranquillità e la voglia di star bene con la gente che si ha accanto.
Il gruppo resta insieme pochissimo tempo e con un disco in attesa annunciato si scioglie e ognuno intraprende carriere personali: Deda collabora ancora con Neffa e andrà a formare lo storico gruppo Melma e Merda per poi a fine anni 90 dedicarsi al Funk, continuando negli anni a produrre strumentali. Neffa continua la sua carriera come MC pubblicando altri tre album (Neffa e i messaggeri della dopa, Chicopisco e 107 Elementi) di livello assoluto, prima di decidere di cambiare genere e dedicarsi al pop come cantautore. Gruff continua a scrivere, fare dischi e produrre basi e rimane tuttora uno dei maggiori esponenti dell’hip hop italiano.
Un trio di questo calibro e talento difficilmente si vedrà all’opera insieme in futuro, ma dobbiamo essere onorati di poter ascoltare questo disco e rivivere quegli anni novanta che tanto hanno dato e influenzato la scena attuale.
Articolo a cura di Teo Paravisi.