Quando mi capita di vedere diversi pazienti con problemi simili mi ritrovo a pensare molto ad alcuni temi.
Uno di questi riguarda un aspetto fondamentale della vita, o dovrei dire dell’esistenza: vivere crea necessariamente attrito con le altre forme di vita.
Che ci crediate o meno, molte persone non accettano fino in fondo questo fatto, e questo condiziona profondamente il loro modo di vivere.
Vediamo cosa significa.
VIVERE RICHIEDE AGGRESSIVITA’
La maggior parte di noi cerca la pace e la serenità.
Siamo programmati a livello genetico per rifiutare di uccidere altri esseri umani, o in generale esseri viventi (tralasciando i sociopatici, che non provano empatia verso gli altri esseri viventi).
Per addestrare le reclute a sparare a distanza ravvicinata, i Marines hanno imparato a fare leva sull’unica motivazione che ci rende capaci di tutto: proteggere una persona cara.
Quindi vengono messi a coppie e responsabilizzati per la sorte di un compagno in scenari di guerra.
Un altro esempio è la fame: toglieteci il cibo per tre giorni e saremmo capaci di mangiarci il cane del vicino.
Per dirla in modo chiaro e coinciso:
l’istinto di sopravvivenza se ne sbatte.
Quando è il momento prende il controllo e ci fa fare cose di cui non saremmo normalmente capaci.
Non è una sorpresa che la parte del cervello che gestisce rabbia, istinto di sopravvivenza e sessualità sia la zona più primitiva (il cosiddetto “cervello rettiliano”), che è stata poi affiancata da vari “upgrade” (sistema limbico ed emisferi cerebrali).
SCONTRARSI E’ INEVITABILE
Consciamente o inconsciamente sappiamo che non possiamo andare d’accordo con tutti.
Realizzare noi stessi e la nostra volontà vuol dire confrontarci, competere con altre persone e a volte ferirle.
Da bambini facciamo a schiaffi per un giocattolo, poi impariamo a risolvere i conflitti verbalmente fin dove arriviamo col vocabolario, oltre il quale torniamo alle manate nel viso.
Quindi se mangiare, accoppiarci e competere sono evidentemente attività che richiedono una certa dose di aggressività, possiamo dire che “vivere” vuol dire scontrarsi.
PAZZA L’IDEA, DI DIVENTARE HOMO SAPIENS
Da qualche millennio, e in modo drastico negli ultimi secoli, l’essere umano è in un momentaccio dell’evoluzione.
La nostra razionalità ha raggiunto un livello tale da poter mettere in discussione la nostra stessa esistenza, mentre il nostro “hardware” è ancora obsoleto e basato su delle routine antiche: gli istinti e le emozioni.
Ci servono ancora la paura per sopravvivere, la rabbia per prevalere, il piacere per motivarci, il dolore per fermarci.
Alcune persone sentono questo conflitto esistenziale in modo particolare.
Sono persone tendenzialmente molto sensibili e in grado di empatizzare, che si bloccano al momento di imporre la propria volontà sugli altri, caricandosi il peso che le prese di coscienza tipicamente si portano appresso.
Hanno quindi una capacità o una mancanza?
Oppure la capacità è il problema?
E come è possibile che lo sia?
Come mai vanno dallo psicologo?
La risposta a questa e altre domande che potevamo anche non farci, nel prossimo articolo (che dovrebbe uscire ogni martedì ma che ultimamente sforo regolarmente, scusate).
A presto