Tra le altre manifestazioni dell’inarrestabile ambiente dello street-style, basta navigare per rendersi conto che questo mondo è ormai pronto e maturo per mostrarsi e rivendicare il proprio ruolo nell’enstablishment della cultura, nonché – cosa da non poco conto – nella crescita di migliaia e migliaia di adolescenti in tutto il mondo, segnaliamo un’altra mostra di livello internazionale possibile anche grazie a Nike+, Loud Graphix, aperta in questi giorni a Berlino
(ho mandato un amico che abita a 10 min dal luogo, speriamo si ricordi di prendermi il catalogo).
Non si tratta della classica esposizione di pezzi o giocattoli, bensì di alcuni dei più importanti rappresentanti della scena street, soprattutto nel writing, degli ultimi 20 anni in Europa, divisi per città (Londra, Amsterdam e Berlino).
Quindi è importante non solo perché i nomi sono importanti ma perché si tratta di persone adulte, che hanno lavorato abbastanza per vedere il punto più alto del periodo writing (metà anni 90) quando si spendevano soldo per far lavorare i giovani, si facevano video di ogni genere (memorabile “amsterdamage”, un’ora e mezza di treni che passano pieni di “bombs”, “throw ups”, etc…) e fanzine (una lista al sito di Art Crimes) e l’hanno visto decadere negli ultimi 10 anni – al suo posto sono cresciute le incursioni della moda e dei toys, come dell’arte e della grafica – ed hanno dovuto ripensare radicalmente il ruolo del writing, dell’aerosol, della cultura di strada.
Oltre ad alcuni mostri dello street style, si trovano graphic designer che provengono dallo stesso background, con diverse sfumature e lo reinventano e reinterpretano nei loro progetti di comunicazione. Ovviamente, e giustamente — non prendiamoci in giro — il tutto condito da eventi live, performance, djs, come è giusto che sia; probabilmente questo è il più grosso apporto che si poteva dare alla “museologia”: la cultura è un momento di festa per i risultati che ottiene, ed è giusto fare così. Questo sì che è street.”