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DOVREBBE STARE IN UN MUSEO
ARTS

Dondi White



Cover del libro di Dondi

E’ senza dubbio il writer che più ha ispirato tutte le generazioni che si sono avvicendate nel pazzo mondo dei graffiti. La sua morte prematura alla fine del 1998 ha lasciato incompiuta una produzione che dai treni si era spostata verso le gallerie d’arte di mezzo mondo, oltre ad aver creato un profondo vuoto nella scena newyorkese.

Nato e vissuto proprio a New York, Dondi inizia a dipingere intorno al 1977. Si distingue subito per i suoi pannelli e tag sulla metro di NYC e diventa subito uno dei writer dell’epoca che coniuga al meglio una grande produzione con uno stile ineccepibile. Negli stessi anni in cui il suo playground sono le yard delle linee metropolitane, Dondi inizia a dipingere anche le tele e inizia un passaggio graduale e coerente verso il cosiddetto ‘aboveground’: espone in galleria, fa workshop (il più famoso è l’Esses Studio in compagina di Futura, Crash, Duro, Daze e altri), arriva in Europa .

Frutto dei ricordi del fratello Michael e dell’amico Zephyr, nonchè delle foto di importanti protagonisti dell’epoca come Henry Chalfant e Martha Cooper, questo libro racchiude una delle figure più importanti dell’arte contemporanea, e vi assicuro che non è un esagerazione: trovate voi un artista che, dagli USA al Giappone, sia riuscito a far appassionare così tante persone con le sue lettere che sono tuttora alla base degli stili più utilizzati, soprattutto in Europa.

Copertina rigida, 198 pagine

Federico