Alessandra Dini Hidalgo
di Morgatta3 Settembre 2007
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Il mondo dell’arte ha da sempre il suo fascino!
Ma chi sta realmente dietro a mostre, organizzazione di esposizioni, artisti e nuovi talenti da portare in giro?
Lo abbiamo chiesto a chi dell’arte ha fatto la sua professione, investendo in un mercato molto difficile, in una nazione altrettanto difficile come la nostra!
Alessandra Dini Hidalgo, curatrice, ci illustra pregi e diffetti di quest’affascinante professione legata all’arte e alla comunicazione.
Introduciti brevemente…
Mi sono laureata in Teoria e Tecnica dei Mezzi di Comunicazione Audiovisiva all’Università di Pisa, più in generale potremmo dire in Storia dell’Arte con un’attenzione particolare per il video, ma nella mia formazione sono state importanti numerose altre esperienze, ad esempio alcuni anni di lavoro nell’allestimento scenografico d’importanti opere liriche, periodo in cui ho incominciato a focalizzare la direzione che volevo percorrere. Contano moltissimo anche i viaggi, ovviamente, soprattutto quelli che mi hanno portato alla conoscenza diretta di differenti realtà museali e private, e delle persone che vi lavorano dentro.
Di cosa si occupa una “curatrice”?
I maligni potrebbero rispondere che: “un curatore è un’artista mancato!”, ed in parte credo che quest’affermazione sia vera, nel senso che alla base di tutto si trova un’innata passione per l’arte che non trova uno sfogo diretto nella produzione. Per essere corretti credo che il curatore debba essere in primo luogo un promotore culturale, nè un inventore di fenomeni, nè uno scopritore di nuovi mondi. Se è bravo riesce a contribuire al dibattito attuale con un contenuto che non ha data di scadenza. Nel dettaglio credo che la figura del curatore sia assimilabile a quella del regista, cioè colui che riesce a far dialogare in modo armonico differenti figure professionali senza perdere di vista ciò che intende comunicare e soprattutto non sottovalutando il lavoro di nessuno, nemmeno quello del sorvegliante di sala del museo!
Come si muove il mercato dell’arte oggi in Italia?
Più che mercato lo definirei bazar, un luogo cioè dove puoi incontrare proprio di tutto, dalla cosa di minimo valore alla perla rara, nella confusione più totale e senza cartellini che orientino i tuoi acquisti e le tue scelte. Per questo forse la maggior parte delle persone si sente smarrita di fronte all’arte contemporanea. Non esiste quasi mai una chiave di lettura univoca, si può affermare tutto ed il contrario di tutto. Così c’è chi si riduce a rivendere chincaglieria e chi con grande intuito aggiunge una pietra miliare nella storia dell’arte, compito davvero arduo!!!
Quanto spazio viene dato alle donne nel mondo dell’arte?
Senza avere dati statistici alla mano, ma solo in base alle mie conoscenze, credo che le donne siano in netta maggioranza, mettendo insieme galleriste, curatrici, direttrici di musei ed artiste. Sono quasi tutte brave e determinate. Sfortunatamente però la parola di critici e curatori uomini è ancora considerata più autorevole di quella delle loro colleghe altrettanto preparate.
Un suggerimento per chi volesse intraprendere la tua professione?
I consigli solo può darli chi ha accumulato già una serie discreta di successi, i progetti indipendenti che ho realizzato finora non sono sufficienti per salire in cattedra.
Posso parlare di due buoni propositi che cerco di seguire io stessa: primo coltivare la curiosità per il vecchio ed il nuovo; secondo “stare sempre nella mischia”. Ciò richiede davvero molto impegno considerato il proliferare esponenziale di eventi artistici in tutto il mondo e quel dono dell’ubiquità che non ci è stato dato! Un aiuto può venire da cataloghi, riviste specializzate e da internet, ma non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di esposizioni, situazioni che per loro natura non possono prescindere dalla presenza fisica del visitatore.