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Regionale delle 19 e 11



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Sono in una specie di limbo…non la canzone, la terra di nessuno che non esiste nella realtà e dove vanno a finire le persone che non hanno colpa ma… non si sono meritate di meglio.

Sono in treno, già questo fatto non merita approfondimento in quanto a limbo. Tra l’altro questo e’ un misero regionale. Ma piano piano..forse mi porta dove voglio andare.

E’ un giorno di Marzo e fa freddo…più freddo di quello che ti aspetti, perché questo inverno non ha la minima intenzione di lasciare posto alla primavera, e come un amante deciso, non ti vuole nemmeno dare illusioni. La primavera non arriva. Punto.

Comunque sono in treno e mi barcameno tra distrazioni varie per non cedere alla scomodità totale e il dolore. E’ anche il primo treno dopo 3 mesi, dopo il letto, dopo i primi lenti movimenti, dopo (sara’ vero?) il terrore del trasporto, quando l’idea di affidarmi ad un mezzo per gli spostamenti era semplicemente un incubo.

Ma la voglia di muovermi e’ troppo forte, e’ quasi necessita’.

Allora alzo gli occhi dalla mia panacea contro la paura e mi guardo intorno.

La ragazza davanti a me, al di la’ del corridoio guarda delle fotografie, delle fotografie vere. In quegli orribili piccoli album che ti dava il fotografo quando portavi a sviluppare i rullini. ( album …rullini..fa strano solo a me?)

Ce li davano a tutti, ma tanti anni fa! Mi ha fatto sorridere…e’ completamente anacronistico. Allora per farmi un altro regalo, tira fuori delle cartine. Non per fumare, delle cartine geografiche. Le studia attenta e le confronta con la Lonely Planet che ha a portata di mano. Lo prendo come un modo per rassicurarmi.

L’universo mi dice che tanto cambia, ma niente in effetti cambia, qualcosa resta. (mi sa che questa l’hanno già detta)

Mi calma ( sempre l’Universo) e mi suggerisce piano che c’e’ posto per tutto su questo treno.

C’e’ posto per i suoi album delle foto anni’90 e per il mio Mac bianco.

C’e’ posto per le sue cartine e per la mia paura, anche se ora mi sento sciocca, ma tanto a quest’ora sul treno si sta larghi.

Mi vergogno un po’ … cosa ci sarà poi da aver paura, mi saro’ mica alzata da quel letto più pazza di quando mi ci sono sdraiata?

Ed ecco il regalone. L’Universo oggi si sda’. Sono dura, quindi lui e’ ancora più chiaro. Giuro che davanti alla ragazza degli album, quindi oltre al corridoio accanto a me c’e’ uno che ha uno spartito con della musica e lo studia..non solo..MA LO SUONA. Legge, solfeggia e alla fine di ogni pagina suona con le dita un piano immaginario. Ci ho messo un po’ a notarlo, il collo lo giro ancora poco.

E’ meraviglioso.

“C’e’ posto per tutti, per tutto. Non l’hai ancora capito?!!”

Okay, okay. Ricevuto.

Allora c’e posto anche per Lost…ho giusto 45′ prima di arrivare.