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Artificial Kid live



Per chi, purtroppo, non è riuscito a essere presente alla Prima di Artificial Kid, pochi giorni fa a Milano, ci ha pensato l’amico Zoro a farci un bel dettagliato report del live… ecco qui:

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L’hip hop è un mezzo, non un fine e Artificial Kid ce lo rispiega. La formazione vede Stabbyo al beatmaking e Craim al turntablism, che riceve e reinterpreta con le sue mani d’oro i segnali provenienti dal sintetizzatore di Stabbyo.

L’intro è qualcosa di fenomenale: una sirena d’allarme, perchè purtroppo stiamo gia in stato d’allerta, dietro alla quale prende gradatamente forma la base che mi ha letteralmente consumato i timpani nelle ultime settimane, quella de Il sistema, la prima traccia del disco. Non si fa in tempo a vedere la sagoma del Danno e il pubblico già esplode. E’ qualcosa che si respira nell’aria, la gente sa che sta per assistere ad uno show veramente speciale questa volta. E’ una descrizione metodica ed incredibilmente dettagliata di un futuro prossimo, che però non è il futuro, bensì il presente che ci è tenuto nascosto, e di cui le persone non si rendono conto, troppo intontite dai media, dal lavoro, dalle bugie di chi governa, o dalla corsa all’istruzione a cui tutti siamo, o siamo stati, soggetti. Il primo pezzo è il dito nella piaga del sistema che ci sta rubando la vita, è un ragazzo di 34 anni che implora i suoi simili di aprire gli occhi, è il primo colpo inferto a questo meccanismo che ci consuma dentro.

D’un tratto, proprio mentre ho come l’impressione che tutti gli anni passati dal Danno nel Colle altro non siano che la gavetta per arrivare a questi livelli, il Danno (che porta la maglietta di Kaos One) si scusa col pubblico per eventuali errori, con l’umiltà di chi sale sul palco per la prima volta. E’ incredibile come abbia ancora da insegnare quest’uomo.

Lo show continua e la scaletta equivale alla tracklist del disco. E’ Assurdo il processo che ci sta portando verso il gran finale, ed il Danno parla molto chiaro, ma solo per chi ha orecchie per ascoltarlo. Continui riferimenti a letteratura e filmografia, teleschermi ovunque alla 1984, replicanti alla Blade Runner e maschere sorridenti su volti alieni alla Essi Vivono. E’ necessario conoscere le fonti da cui il Danno ha appreso ciò che ci serve su un piatto d’argento, per capire a fondo il disco. Da vedere assolutamente anche Rollerball ( del 1975), da cui Danno prende spunto per l’omonima traccia. Ma i pezzi del concerto non sono solamente pesanti colpi al sistema, non è solo libera informazione, ma anche introspezione. Così in Deragliamento Personale, Danno mette a nudo la mente e l’anima di chi nel ventunesimo secolo, altro non vorrebbe che consumare la propria esistenza nella pace e nella felicità, mentre si sente schiacciato da questo mondo artificiale che è profondamente e radicalmente sbagliato. A mio avviso un altro pezzo che entrerà nella storia di questa musica. Il disco, e quindi il concerto, varia dunque dai pezzi molto provocatori e realmente informativi a quelli più introspettivi, senza tralasciare quella radice da b-boy hardcore che lo ha caratterizzato per anni, come in Ipercubo. Io credo che il pubblico non credesse alle proprie orecchie, di fronte a pezzi quali CPSOM, davvero degni di essere paragonati a romanzi utopici entrati nella storia della letteratura, da Orwell a Huxley a Bradbury.

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Tutto questo supportato dalla musica (non poteva essercene di più appropriata) di Stabbyo, e di Craim, che in questo caso non si limita a scratches localizzati, ma svolge una funzione “costruttiva” nel processo stesso di beatmaking, in quanto una certa parte dei synth di Stabbyo, prima di giungere alle casse, passa dai suoi giradischi. Lo show è intervallato da una breve esibizione di Craim (che ricordiamo essere pluricampione di ITF e DMC) in beatjuggling, anche per permettere all’instancabile Danno di riprendere fiato. E’ da sottolineare che in questa nuova formazione Danno non è supportato dal consueto Masito, ma soltanto da qualche sporadica doppia voce di Stabbyo. Nonostante questo ci offre freestyle, pezzi inediti di una bellezza inaudita, strofe e ritornelli classici della sua storia musicale, e in più si cala nella veste del suo alter ego Sid Vinicious. Non sto nemmeno a dirvi che pezzo mostruoso ha portato sotto questa forma.

Chiude con il consueto pezzo pro-legalizzazione.

Il disco è gia entrato nella storia del rap italiano, e chi ha potuto assistere alla prima nazionale (nonostante fosse la prima esibizione, gran parte del pubblico conosceva i testi a memoria!) di questo capolavoro deve ritenersi una persona molto fortunata.

Il prossimo appuntamento è a Bologna il 24 aprile. Essici!

Foto By ZZ picturing