Domenica 26 settembre, club Sottotetto, Bologna.
Sul palco c’è Kurtis Blow assieme a suo figlio, giovane talento del freestyle che risponde al nome di Kurtis Blow jr ed al dj. L’altro figlio di Blow. Oltre a tutti i bboys della casa che hanno trasformato il concerto di Kurtis in una festa.
Questa è l’intervista che sono riuscito a fare con Kurtis, ma, prima della lettura, qualche fatto:
- Primo rapper finito su major label
- Primo disco d’oro della storia del rap (“The breaks”)
- Primo rapper milionario
- Primo rapper testimonial di una pubblicità (Sprite)
- Primo rapper con un video (“Basketball”)
- Primo rapper a muoversi da una carriera musicale ad una televisiva
- Primo rapper a fare un tour mondiale
e chissà quante ne dimentico. Abbiamo chiara la grandezza del personaggio?
Dunque. Sono passati 30 anni da quando hai registrato “The breaks”. Quali sono i tuoi sentimenti quando pensi a quel brano?
Beh, è il mio pezzo più famoso, e fu semplicemente un pezzo grandioso quando uscì nell’estate del 1980, avevo 21 anni ed era la canzone al numero uno in tutta America. Non posso non pensare a tutti i momenti grandiosi che ho vissuto grazie a quel pezzo e… sai… è il primo disco d’oro hip hop certificato.
Chiaro che lo so, credo lo sappiano tutti..
Beh, credo che sia il brano rap più funky mai fatto (the funkiest rap song ever mande..) ma, al di là di questo, devo dire che è stata una benedizione, così come è stata una benedizione conoscere, e poter lavorare con, persone come Russell Simmons, J.B. Moore, Robert Ford, John Tropea alla chitarra, Jimmy Bralower alla batteria, Larry Smith al basso.. tanti grandi musicisti… un grande produttore… e così siamo usciti con una gran canzone.
Ok. Quando la stavi scrivendo avevi la sensazione, o il presagio, di aver scritto qualcosa di grandioso che avrebbe fatto la storia dell’hiphop o non ti aspettavi tutto questo successo?
Beh, quando la canzone uscì non avevo idea che sarebbe diventata così celebre, volevo solo fare una canzone per i bboys con molti break… sai, così che loro potessero breakkarci… ma quello che poi successe fu che la canzone divenne così famosa che dovettero cambiare il nome da “bboying” a “breakdancing
ok..
A causa della canzone capito? Io pensavo: wow! Questo sì che è andato oltre ogni mia aspettativa e, quando la canzone fu certificata disco d’oro, ottenni la targa. Fu una cosa documentata, avevo tutta la stampa attorno, fu una cosa davvero grossa. E non fu solo il primo disco rap certificato ora… fu il secondo 12 pollici certificato oro nella storia della musica, col primo 12 pollici.
… Che è?
”Enough is enough” di Barbra Streisand e Donna Summer.. (a questo punto Kurtis si mette a cantare il ritornello della canzone… enough is enough… I can’t goo ooon…)
Credo che tu sia stato anche il primo rapper a passare da una carriera musicale ad una televisiva.. adesso è più o meno un trend ma all’epoca..
Sì, sono stato il primo in molte cose… tutto comunque grazie a “The breaks” ed al successo che quel disco ottenne… sai ho sempre avuto nella mia mente questo pensiero, ti parlo di quando ero al college e non ero ancora famoso… che avrei provato in tutti i modi a recitare. Quando ero al college, la mia specializzazione era comunicazione e “speech broadcasting” (trasmissione del parlato, radio e tv quindi) mentre l’altra era il cinema quindi… ho sempre voluto far parte dell’industria cinematografica, è sempre stato uno dei miei sogni e, grazie a Dio, si è avverato.
Le foto sono di Emanuela Nuvoli.
Dato che sei stato il primo in molte cose, modello di ispirazione per innumerevoli rapper, mi domandavo chi o cosa fossero le tue fonti di ispirazioni visto che, quando hai iniziato tu, non c’erano molti altri rapper a giro..
Beh tutti volevano essere James Brown. Prima di tutto noi come mc, anzi mi correggo, noi come bboys, volevamo essere JB per poter rifare i suoi passi. E’ questo è come l’hip hop è cominciato. Grazie ai bboys, ai breakers, a Kool Herc che suonava Jb. Quindi lui è il numero uno. Dopo di questo, direi Jimmy Castor, fu un’altra grande ispirazione, a causa del suo talento incredibile. Non a caso lo chiamavano “the everything man”. Era in grado di suonare di tutto e con tutti gli strumenti. Un po’ come Prince, ma prima di lui. E la terza ispirazione è stata Paul Robeson, che non conoscono in molti. Lui era un cantante, un ballerino, un attore, recitava poesia, faceva così tante cose così bene. E questo è quello che volevo fare anch’io nella mia vita.
Cosa ne pensi invece dell’ hip hop nel 2010? Ti piace? C’è qualche nuovo nome, a parte tuo figlio, che apprezzi?
Sì Kurtis Blow Jr ha un disco “Californication” in uscita il prossimo 8 ottobre. Oltre alla mia famiglia, io amo tutti, ma fondamentalmente credo che l’hip hop si sia evoluto veramente molto, i flow sono più veloci, più complessi e sagaci, ci sono tanti stili, e quindi una bella varietà, ci sono cose come il Dirty South, ma c’è anche la West Coast, o il suono del Mid-west oppure quello tradizionale della East Coast, il suono di New York. E’ incredibile vedere tutta questa varietà: io, comunque, amo tutti.
Quale credi che sia il tuo lavoro migliore?
Il mio lavoro migliore fino ad oggi.. bella domanda. Ho sempre detto che il mio preferito è “Christmas Rapping”, perchè è il mio primo lavoro, ma le rime su quel disco erano molto veloci e complicate, molto argute per quello che era il livello dell’epoca quindi… fico!
Credi di aver ricevuto più attenzione qui in Europa o negli Stati Uniti?
Più o meno la stessa cosa. Mi hanno sempre voluto bene ovunque ma devo dire che forse preferisco l’Europa perchè è così lontano da casa… e poi venire qui è una sfida sai? In America non tutti riescono a venire in Europa, venire qui è una sorta di riconoscimento. E’ un onore: non sei un vero mc se non vai in Europa. Io sono venuto qui tante volte, ed ogni volta è andata bene.
Grazie, è stato un onore poterti intervistare.
Grazie a te.
Sul concerto di Kurtis non voglio spendere troppe parole. Un’ora circa di live, in tuta adidas completa bianca, con scarpe e cappello del medesimo colore.
Prima di lui il coinvolgente live di Ensi (Onemic) oltre ai ragazzi della scena locale (come Chiodo).
Due le note di merito: il momento in cui invita tutti i bboys sul palco a breakkare (cosa che puntualmente avviene) mentre lui si fa da parte per lasciare loro il palco. Mentre i ragazzi sono sul palco, lui si mette in un angolo e fa freestyle per loro.
Quanti altri personaggi, di questo livello, farebbero la stessa cosa?
La seconda: nel momento in cui stava per abbandonare lo show un voce dal pubblico grida “baskeeetbaaaal!”. Al che, lui si gira verso il pubblico e dice “Ah volete Basketball? Ok, vi faccio anche quella.”
E così, il finale di serata è scritto.
Kurtis Blow non fa parte della storia dell’hip hop. Kurtis Blow è la storia dell’hip hop.
Idolo.
Si ringraziano i ragazzi di Arena 051 e Max Mbassadò per la collaborazione.