“De’Canters, Valdarno”
Noi diciamo sempre così, un po’ come se fossimo gli unici a venirne fuori, a portare la musica fuori dalla vallata.
Naturalmente non è così, e ho tra le mani un esempio abbastanza celebre: Phonat.
All’anagrafe Michele Balduzzi, ‘sto ragazzo è partito da la nostra valle di lacrime per andare a Londra, dove fa parte di Young Punx -collettivo di produttori e musicisti – ed è uscito, alla fine dell’anno scorso, con il suo primo album Phonat, con cui bisogna dire che non è affatto passato inosservato, a giudicare dalle recensioni che si vedono in giro.
E non si tratta solo di un conterraneo, beninteso… Phonat faceva parte della Metro Hell Squad, prima grossa crew del Valdarno… quelli che ci hanno fatto iniziare, quando noi eravamo ancora ragazzini, a fare Hip Hop.
Quindi, quando ha tempo, viene a darci delle sonore lezioni a basket dall’alto dei suoi 2 metri e spiccioli al campetto a Incisa, e a mangiare cinghiale nella sua terra natia.
Non potevo perdere l’occasione di farvelo conoscere, quindi ci siamo organizzati per una bella Skypata, in cui gli ho fatto un’accurata intervista:
Bella Phonat, dov’è che sei?
Young Punx, praticamente a London Bridge
Sono in studio qui daAh, Young Punx, mi descriveresti un po’ cosa è, per chi non avesse bene in testa la scena elettronica londinese (me compreso, devo dire) ?
Young Punx è un collettivo di musicisti elettronici, con una produzione che varia molto… si va dalla Techno, all’Elettronica, ai Breakbeat, alla House. Eclettico al 100%!
Ma tu come ci sei entrato, e cosa fai come membro del gruppo ?
Tutto è incominciato nel 2005, io facevo molto Breakbeat, che a Londra all’epoca andava molto forte, anche se poi è morto tutto (ride); mandavo molti demo alle etichette e loro mi hanno risposto molto positivamente, così abbiamo iniziato a fare un po’ di release su vinile da 12 pollici, vecchia maniera; Pian piano hanno iniziato a passarmi qualche lavoro occasionale, di produzione, e dopo un sei-otto mesi di collaborazione a distanza mi sono trasferito a Londra e ho iniziato a lavorare con loro in studio.
Quindi la tua prima roba, l’hai fatta da qua, dal Valdarno, e poi ti sei spostato la ?
Esatto, poi, come ben sai, io ho iniziato a suonare molto prima e facevo hip hop con la MHS e i miei primi lavori li ho fatti interamente in Italia. Anche alcune idee dell’Album sono cose che concettualmente appartengono al periodo in cui stavo ancora laggiù.
Visto che siamo in argomento, allora spiegami un po’ te, musicalmente, come sei nato ?
La cosa è esplosa in maniera evidente quando mi sono messo col l’MHS verso i quindici anni, e ho iniziato a fare le mie prime produzioni di Hip Hop Valdarnese. Da li è nato tutto: Computer, Cubase, Beats.
Poi la strada seguita è stata un’altra, neanche troppo diversa, secondo me; ma dall’Hip Hop, non solo musicalmente ma culturalmente, è partito tutto, e mi sento molto legato a questo.
Quanto è importante per te l’esibizione live ?
Quello che manca rispetto alla musica strumentale sono le piccole differenze e l’improvvisazione, che trasformano ogni esecuzione in un evento unico; La musica elettronica non mi soddisfa del tutto, in questo. Anche il mio fare dj set è la conseguenza del fatto che non ho trovato ancora un set up, per i miei live, che mi soddisfi appieno
Te hai fatto uscire un disco solista, chiamato in maniera omonima Phonat. Come è nata l’ispirazione per questo lavoro ?
Il disco l’ho iniziato a concepire nella fine del 2008, ma non c’è stato un grosso ragionamento dietro: è un disco molto istintivo, e l’ho voluto così perché rappresentasse bene quella che è un po’ la mia schizofrenia musicale, il mio attingere ispirazione dalle fonti più disparate.
… Che è parte del tuo background con il rap e il campionamento, giusto?
… Esatto! Per questo dicevo che non è cambiato poi molto da quando facevo Hip Hop, semplicemente non sto più in quella struttura di bpm, di sound, di canoni tipici di quella musica, ma il mio metodo di lavoro è rimasto lo stesso.
Ma il disco come è andato? So che ha avuto anche discrete recensioni… ho visto che un pezzo in particolare (Learn To Recycle-ndr) è stato definito la “Bohemian Rhapsody for the acid house generation”.
Qualcuno se l’è sentita particolarmente (ride)! Quando il disco è uscito non mi aspettavo questo riscontro, il disco è andato abbastanza bene, veramente oltre le mie aspettative.
Ok, classica domanda: fare musica a Londra e farla in Valdarno… adesso che c’è la Rete, è veramente così diverso?
Con internet e tutto la situazione è migliorata, ma c’è ancora bisogno di quel contatto fisico tra persone, credo.
Anche l’influenza di stile; stando in una grande città il suo suono ti influenza e il suono urban di Londra, dopo un po’, ti entra nelle ossa!(ride)
Progetti in cantiere ? Su cosa ti stai concentrando ?
In questi ultimi sei mesi ho lavorato molto a produzioni altrui, non ho fatto niente per il progetto Phonat…credo che adesso, da fine novembre, inizierò a raccogliere le nuove idee per il prossimo album.
Ok, direi che è tutto! Grazie Phonat, e a presto!! Ci vediamo quando scendi giù in campagna da noi
Ok… stammi bene e ciao!
Per chi volesse altre info su Phonat, può trovare molto sul suo sito: www.phonat.net
Bella!