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Röyksopp @ Disco_nnect



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Prima di cominciare mi sembra doveroso aprire una piccola parentesi: raccontare la serata di sabato sera al DISCO_NNECT a Venezia, è come ascoltare il racconto di Alice che si risveglia dopo aver seguito il coniglio bianco nel Paese delle Meraviglie. Perché, già partire da Firenze per ascoltare uno dei tuoi gruppi preferiti suonare dal vivo è qualcosa che ti scuote, poi ritrovarsi a pochi metri dal palco, tanto da cogliere ogni movimento dei componenti del gruppo, e poi avere l’occasione di parlare con uno di loro per un ora e mezzo, è davvero qualcosa che non capita tutti i giorni.

Probabilmente pecco di arroganza, ma proprio perché sono una grande fan dei Röyksopp, posso dirvi che sono stati davvero bravissimi; la scaletta era un mix perfetto tra i pezzi dell’album Junior e i classici intramontabili che, bene o male, chiunque almeno una volta, ha sentito.
La location del festival, uno spazio verde vicino all’aeroporto, è riuscita a regalare la “situazione giusta”; proprio nel mezzo di un pezzo, un aereo ha preso il volo e gli stessi Röyksopp sono rimasti di stucco… o forse ero solo io talmente eccitata dalla serata da vedere anche gli altri nel vortice dell’estasi!

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Fatto sta che, dopo un’ora o poco più di concerto che, per parlare in gergo, ha “fatto le buche”, io e i miei due compagni di viaggio Omar e Alex, ci appropinquiamo quatti quatti dietro il palco in cerca di una foto per fare felice una ragazzina rimbecillita (ovvero la sottoscritta).
Tanto per non smentirsi, appena ci avviciniamo un minimo al loro camerino l’entourage inizia a montare le solite vecchie storie per smontare i sogni di un pugno di fan impazienti; “No foto, No autografi!”.
Quando avevo quasi perso le speranze di poterli ammirare ancora da più vicino, ecco che dal niente il bassista del gruppo esce dal camerino e inizia a parlare con Omar.
Da quel momento fino alla ora e mezzo successiva è stato come vivere con una paresi facciale che non mi permetteva di nascondere i denti: STUPENDO!
È stato paradossale: parlare del più e del meno con qualcuno che produce la musica che ascolti da anni e ancora una volta capire che sono persone umane, socievoli e alla mano, è qualcosa che per una fan sfegatata come me, non ha veramente prezzo.
Naturalmente è ancora più bello tornare a casa con il cappello indossato dallo stesso bassista durante in concerto, il pass vip che indossavano e… una mega slinguazzata alla mia guancia destra.
Cosa posso volere di più da un week-end di fine estate?

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La galleria fotografica

Report by Franci