Due giorni a Roma sono un pochi per riempire uno sketchbook di nuovi capitoli di narrativa visiva, ma il tempo si trova sempre per aggiungere qualche contributo, anche minimo.
Come in questo caso: un hotel, una colazione, forse alla fine sempre le solite facce e i soliti movimenti da ritrare; che però non smettono mai di annoiarmi.
Non ce la fanno proprio.